Capitolo 5

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- Ehi, mamma? - chiesi, sbucando dalla porta della cucina.

Lei stava leggendo un libro, sdraiata sul divano rosso del salotto, tenendo gli occhiali neri e dalla forma allungata sulla punta del naso.

- Sì? - chiese lei, assorta nella lettura.

- Allora... Qualche giorno fa ho conosciuto un ragazzo... - dissi, quasi balbettando, e mia madre sollevò immediatamente lo sguardo su di me - Ed... ecco, mi piacerebbe invitarlo a cena da noi, oggi. Del resto domani non c'è neanche scuola - conclusi, sfoggiando il mio sorriso migliore.

Mia madre mi squadrò, con aria stranita - Va bene. Vedremo se quel ragazzo è un poco di buono.

- Ma', ti prego, evita soltanto di tartassarlo di domande come fai di solito - dissi, sospirando.

Neanche cinque secondi dopo mio fratello arrivò nella stanza - Chi è che abbiamo a cena da noi stasera?

- Un amico - risposi io - Si chiama Ben.

Mio fratello mi sorrise, per poi raggiungermi, mettermi un braccio attorno al collo ed iniziare a sfregare le nocche sulla mia testa - Ma dai! Ti sei trovata il fidanzatino? - disse, con il tono più sarcastico del mondo.

- Piantala, Nate! È un amico!

Mio fratello faceva perennemente così, ed era parecchio odioso.

- Sì, certo! - rispose lui, liberandomi e permettendomi di uscire.

- Piuttosto - dissi, puntando il dito contro di lui - Magari per oggi a cena evita di restare in mutande e mettiti qualcosa addosso - dissi, ottenendo una linguaccia che ricambiai all'istante.

Ben sarebbe arrivato per le otto. Era da un po' che progettavamo di farlo venire a casa nostra, ma avevamo dovuto aspettare un giorno in cui suo padre non fosse stato a casa. Per questo avevamo dovuto  aspettare ben una settimana dal nostro ultimo incontro per poterlo invitare.

Di fatto, verso le sette e mezza, feci in modo di essere minimamente presentabile. Visto che quel giorno era Sabato e non ero uscita avevo indossato qualcosa di comodo. Mi tolsi la felpa grigia e larga ed i pantaloni della tuta, indossando poi una maglietta blu a maniche corte e dei jeans scuri, per poi iniziare a pettinarmi i capelli scompigliati.

Li avevo tagliati da poco, e mi arrivavano poco sopra le spalle. Mi piacevano corti, ogni volta che iniziavano a diventare troppo lunghi per i miei gusti li tagliavo ancora. Era da quando avevo otto anni che facevo così.

Quando sentii il campanello suonare corsi come un fulmine verso la porta, procurando un sommesso ridacchiare a mio fratello.

- Oh, ma piantala! - esclamai, subito prima di aprire la porta.

Ben entrò dopo avermi salutata con un cenno, sorridendomi.

Mio fratello si sporse dal divano, che si trovava nell'ingresso che faceva anche da salotto, guardando il nuovo arrivato con aria divertita. Aveva ancora i capelli neri ridotti ad una matassa informe, ma almeno aveva indossato una maglietta e dei pantaloni.

- Ben, lui è mio fratello Nate. Nate, questo è Ben - dissi io, pregando che il ragazzo sdraiato a guardare la televisione non facesse qualcosa di immensamente stupido.

Game Over | Ben Drowned Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora