Capitolo 18

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Ho fatto il disegno! E fa schifo! Yeeeee!

La mattina dopo, verso le sei del mattino, Emy si alzò, stropicciandosi stancamente un occhio.

Aveva messo la sveglia, e si ritrovò intorpidita e stanca. Era per quello che odiava svegliarsi presto, o comunque svegliarsi con la sveglia. Eppure l'avrebbe fatto, per Ben.

La sera prima aveva detto alla madre che sarebbe uscita presto, per fare una passeggiata e poi mangiare con alcune amiche a pranzo.

Invece andò verso il Nintendo 64, lo accese, e attese che Ben venisse da lei a prenderla.

Ben fu veloce, i due entrarono nel gioco, trovandosi nella piazza, accolti da un cielo grigio e da una fortissima pioggia scrosciante, ed andarono dentro la torre, il luogo asciutto più vicino.

Ben era stato bagnato solo un poco dalla pioggia, ma aveva uno sguardo vagamente terrorizzato. Solo il venire a contatto con qualcosa di liquido probabilmente lo faceva rabbrividire. Del resto, come poteva essere biasimato?

Emy d'istinto si tolse la felpa, porgendola al suo fidanzato.

- Non serve - borbottò lui, scosso da diversi tremiti.

- Non scherzare - Emy praticamente lo costrinse ad indossare la felpa, in modo da asciugarlo.

- Che strano - commentò Ben - Il venditore non è qui.

- Lui mi ha aiutato - disse la corvina, sedendosi a terra - Nonostante questo non mi piace. Ha qualcosa di immensamente negativo in sé.

- È un tipo strano - Ben scrollò le spalle - Forse mette un po' paura.

- Forse? Comunque, stavo pensando... Se hai paura dell'acqua, non potresti uscire dal televisore? Lo hai già fatto, potresti restare fuori per più tempo. Magari durante il secondo giorno.

Ben scosse la testa - Non posso. Il mio spirito è collegato alla cartuccia, posso stare fuori solo alcuni minuti, sennò poi torno automaticamente dentro al gioco.

I due passarono tutta la mattina a parlare del più e del meno, all'asciutto, finché Emy non diede un'occhiata all'oro logico che portava al polso.

- Cavolo! Devo andare a pranzo! Ci si vede, Ben!

La ragazza si alzò, scoccando un rapido bacio sulle labbra al ragazzino.

- Ciao... - mormorò lui, mentre la ragazza andava verso la porta di pietra.

Emy poggiò una mano sulla pietra fredda che, come acqua, sembrò cedere sotto il suo tocco, iscrespandosi in piccole onde.

La ragazza chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo. Sapeva che non ce n'era bisogno, eppure anche la volta prima l'aveva fatto. In quel modo sentiva di avere una maggiore sicurezza.

Fece un passo, e aprì gli occhi.

Come il giorno prima un'infinità di numeri verdi iniziò a scorrere davanti ai suoi occhi, tutto attorno a lei, che si trovava appesa nel vuoto.

Pensò a come si sarebbe sentita a vivere qualcosa del genere solo un mese prima. Sarebbe stato così assurdo, così incredibile,

Trenta giorni prima lei era una persona come le altre, una semplice appassionata di videogiochi e manga, con un fratello maggiore rompiscatole e una madre come un'altra. Aveva amici normali, con cui rideva e scherzava, sparando cavolate a tutto spiano.

Da quando aveva conosciuto Ben tutto ciò si era interrotto. La sua vita, vissuta con innocenza fino ad allora, era stata stravolta.

Certo, aveva avuto diversi lutti, e la morte di un padre è davvero sconvolgente. Ma questo non significa segnare in eterno una persona.

Una malattia come quella di suo padre è una cosa che capita. Che fosse stato il fato, il destino, o che semplicemente fosse successo, ad Emy non importava.

Voleva bene a suo padre, ma non poteva prendersela con nessuno per ciò che gli era accaduto. Era rimasta scossa, e poi era andata avanti.

Ma conoscere una persona che viene picchiata dal proprio padre è una cosa diversa.

Avere un amico che viene assassinato dal proprio genitore, ovvero l'uomo che avrebbe dovuto proteggerlo e garantirgli una vita felice, è diverso rispetto al perdere qualcuno per malattia.

Non è il caso. La colpa è di qualcuno. E quel qualcuno era ancora impunito.

Insomma, da una situazione relativamente normale, Emy si era prima trovata ad aiutare un ragazzo che subiva violenze da parte del padre, poi ad essere interrogata dalla polizia riguardo al suo omicidio, cercando inutilmente di svelare chi fosse realmente il colpevole, fino a fidanzarsi con lo spirito del ragazzino, che viveva dentro un gioco, somigliava a Link e piangeva sangue.

Era piano piano sprofondata in un turbine di stranezze ed inquietudine.

Eppure non si sentiva stranita. Non era sconvolta, si era abituata a tutta quella situazione.

E quella sì che era una cosa che la sorprendeva.

Immersa in questi pensieri ne venne risvegliata quando tutto ciò che aveva attorno non divenne improvvisamente nero.

Emy si trovò a fluttuare nel buio, lanciando un gridolino di sorpresa.

- Sembra proprio che qualcuno abbia staccato la spina, vero Emy?

Angolo dell'autrice malvagia a cui piace tenere i lettori in sospeso: Il capitolo è troppo corto, anche se ho cercato di allungarlo il più possibile. Accidenti.
Comunque, come vedete ho fatto il disegno( un po' brutto...) e ora farò la seconda parte dello speciale. Dieci curiosità su questa storia.

1) L'idea minè venuta in mente leggendo una storia su Ben non poco trash.

2) Il carattere e l'aspetto di Emy sono leggermente ispirati a Mikasa di Attack in Titan.

3) Il venditore di maschere rappresenta la figura paterna di Emy, visto che lei non ne ha mai avuta una. Lui le consiglia la cosa giusta da fare, anche se sembra a volte una figura negativa.

4) Nei miei progetti iniziali Emy veniva uccisa dal padre di Ben subito dopo aver scoperto il cadavere dell'amico.

5) Emy doveva avere gli occhi verdi e la coda di cavallo, con una ciocca tinta di verde. Poi l'ho modificata.

6) Prima di conoscere Ben il migliore amico di Emy era Jack.

7) Questa storia mi frullava in testa da mesi. Solo che all'inizio Emy non conosceva Ben, e veniva catapultata da lui nel gioco. Dopo essere sopravvissuta senza impazzire al gioco di Ben lui avrebbe dovuto iniziare ad apprezzare la sua forza, fino ad innamorarsi.

8) Emy ha una discreta abilità come hacker.

9) All'inizio Emy non sopportava Jane, e più volte si erano quasi picchiate. È stata Natalie a farle andare d'accordo.

10) Ho basato la mia storia sull'idea di stravolgere i canoni delle fanfiction. Ben, infatti, è il ragazzo fragile che ha bisogno di essere protetto, e il ruolo di eroina va ad Emy.

Game Over | Ben Drowned Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora