Strangers

13.

Chiacchierammo per un po', più che altro io gli facevo delle domande a cui lui rispondeva in modo veloce e distaccato, stringendosi nelle spalle con disinteresse.
«Te lo ripeto per l'ultima volta: non ho fratelli» disse, quella era la terza volta che glielo chiedevo e non sarebbe stata l'ultima, ma prima avrei soddisfatto altri quesiti.
«Che ci fai in questo palazzo? Non ti ho mai visto qui» e forse era la prima domanda seria, che mi veniva in mente.
«Passo qualche giorno da mia madre, abita qui»
«E cosa stavi facendo fuori alle due?»
«Potrei farti la stessa domanda» ribatté lui.
«Tu che dici?» dissi indicando il vestito succinto ricoperto di paillettes che indossavo.
«Ti prostituivi?». Lo guardai sdegnata, che commento insulso e maschilista il suo.
«Ero ad una festa, idiota» sbuffai. «E tu?»
«Fumavo, mia madre odia il fumo» disse tirando fuori la sigaretta che aveva preparato prima, poi prese dalla tasca un accendino e l'accese.
«Non penserai di fumarla ora?» fece spallucce. «Oh, no caro, tu quella non te la fumi»
Ma non mi ascoltò e mi zittì sputandomi il fumo in faccia, un modo non troppo discreto per farmi capire quanta importanza avesse per lui la mia opinione.