11.

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Non che pensassi realmente che potesse essere un assassino, ma dietro quella facciata di freddo disinteresse poteva perfettamente nascondersi una follia omicida, e dato che sembrava che avremmo passato una notte insieme, era meglio informarsi.
Quando capì che non l'avrei lasciato in pace, rispose: «Mi chiamo Enrico, Enry per gli amici, ma in realtà odio le abbreviazioni». Allora sapeva parlare senza essere antipatico, osservai con piacere.
«Quindi hai degli amici, bene, e sono reali?» sollevò gli occhi al cielo con un sospiro di esasperazione, chiedendosi probabilmente cosa mai avesse fatto di male al suo karma per meritarsi me. «Okay, niente domande troppo personali, ma, quindi, giusto per essere chiari, hai mai ucciso qualcuno?»
«Cosa te lo fa credere?» domandò, reclinando la testa di lato con curiosità.
Non so, forse il modo in cui guardi con odio anche gli alberi?
«Non saprei, perché fumi e hai una giacca di pelle?» non aveva senso, ma mi sembrava brutto sputargli in faccia la vera ragione.
«Probabilmente anche il tuo ragazzo fuma, a lui l'hai chiesto?» a sentir parlare di lui mi incupii, non mi andava di parlarne, non con un perfetto sconosciuto.

StrangersWhere stories live. Discover now