Capitolo 8

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 La scuola rimase chiusa per un'altra settimana, a causa di altri danni arrecati dal brutto tempo il sindaco aveva annunciato la chiusura di uffici e scuole. Ciò voleva dire solo una cosa per Lucy: non aver potuto vedere Natsu.
Da quando si erano lasciati sette giorni prima con quella promessa silenziosa in lei era cresciuta sempre di più la voglia di vederlo. Sentiva che qualcosa di importante era finalmente accaduto.
In quei giorni le era sembrato normalissimo sorridere, anche per la cosa più stupida e, per la prima volta non vedeva l'ora di tornare a scuola.
In più in quei giorni sarebbe anche tornata Levy dalla sua vacanza studio e non vedeva l'ora di raccontarle tutto, sia a lei che a Juvia.
Sognava ogni giorno a occhi aperti sul prossimo incontro che avrebbe avuto con Natsu, però c'era anche una cosa che la preoccupava molto; o meglio, una persona: Lisanna.
Non aveva potuto fare a meno di pensare che fosse stata colpa dell'albina se per quel breve periodo prima della riconciliazione non si fossero parlati, e lei non voleva che fosse così, però quella sensazione l'aveva perseguitata per tutto il tempo e non poteva fare a meno di scervellarsi. Pensava che Lisanna l'avrebbe odiata perché si era messa tra lei e Natsu. Non era di certo ceca e aveva visto benissimo come lo guardasse, i sorrisi che le venivano così naturali ogni volta che lui le parlava, e Lucy ogni volta sentiva una morsa nello stomaco che le faceva desiderare di essere al posto di Lisanna a ricevere tutte quelle attenzioni. Anche Lisanna era innamorata di Natsu e questo era un problema, per entrambe, perché alla fine una delle due ne sarebbe uscita distrutta. Si sentiva come se fosse una spina nel fianco arrivata per distruggere il loro rapporto. In un certo senso aveva anche paura della Strauss, lei rappresentava tutte le qualità che un ragazzo cercava: popolarità, grazia, gentilezza, intelligenza, femminilità e bellezza. Lei a malapena ne possedeva due di quelle caratteristiche.
Doveva smetterla di pensarci, doveva trovare un buon passatempo o quegli ultimi giorni di vacanze forzate non sarebbero finiti mai.
Le uniche cose possibile da fare era mettersi a leggere un bel libro, guardare la TV o cucinare qualche dolce. Ovviamente optò per la prima opzione; se accendeva la televisione era sicura che le sarebbero capitati tutti film romantici ed erano l'ultima cosa che le serviva per risollevarle il morale. Di cucinare non avrebbe dovuto pensarci nemmeno, ai fornelli era un disastro e non ci teneva per niente a far esplodere la cucina o a morire per un'intossicazione alimentare.
Si alzò dal divano sul quale era stata seduta per quasi tutta la mattinata e entrò nella sua camera, dirigendosi alla grande libreria che occupava buona parte di quelle quattro mura.
Era intenta a leggere le copertine dei libri quando il campanello del suo appartamento suonò.
Chi poteva mai essere? Nessuno sarebbe mai uscito con quel tempo.
Posò il libro che aveva scelto sul comodino bianco accanto al suo letto e con passo veloce si diresse verso la porta.
"Arrivo!" gridò dal corridoio visto che la persona dall'altra parte continuava a suonarlo senza sosta.
Afferrò la maniglia della porta e con un movimento veloce la abbassò, aprendo la porta.
Si sarebbe aspettata di trovare chiunque sul pianerottolo, ma di certo l'ultima persona era proprio Natsu.
Quando si rese finalmente conto di chi aveva difronte rimase pietrificata dallo stupore. Come diavolo faceva a sapere dove abitava?
"Ehilà" disse il ragazzo salutandola con il braccio sinistro alzato e due dita unite vicino alla fronte.
"N-natsu!" esclamò con la voce più acuta del solito "c-che ci fai qua? Non dovresti essere a casa tua?" e sottolineò bene il 'tua', perché nel caso non se ne fosse reso conto quella non era per niente il suo appartamento.
"Ero appena uscito dalla palestra quando ha iniziato a piovere e casa tua era più vicina della mia, così sono venuto qui. Spero non ti dispiaccia." Spiegò ridacchiando ed entrando dentro, come se fosse appunto casa sua.
Lucy fu costretta a spostarsi di lato e lasciarlo passare visto che non aveva scelta. Richiuse la porta e lo guardò posare la borsa rossa completamente bagnata della palestra accanto al divano, creando una piccola pozza d'acqua intorno ad essa.
"Fa come se fossi a casa tua..." disse sarcasticamente in un sussurro.
Natsu intanto si guardava intorno e ispezionava da lontano la cucina.
"Come hai fatto a sapere dove abitavo?" gli domandò prendendo la sua borsa per spostarla vicino alla porta.
"Ci sono già stato una volta, ricordi?"
Ma quanto diavolo pesava quella stupida borsa?
"Quella volta eri ubriaco fradicio, è impossibile che ti ricordi la posizione esatta!"
"Ti sembrerà strano, ma per qualche ragione so esattamente dove si trova," rispose slacciandosi le scarpe anch'esse completamente zuppe dandole le spalle "forse è perché ha a che fare con te."
Il cuore di Lucy perse un battito e quasi non si schiacciò i piedi con il borsone. Non ci poteva credere che avesse detto una cosa del genere con così tanta leggerezza.
Dall'ultima volta che l'aveva visto le sembrava una persona completamente diversa; era ritornato a essere il ragazzo che aveva osservato per tanti anni da lontano scherzare con i suoi amici e di cui si era anche innamorata.
Uno starnuto da parte del rosa la fece tornare con i piedi per terra.
"Credo sia il caso che ti faccia una doccia, non puoi restare di certo zuppo."
Natsu sorrise pieno di gratitudine e si iniziò a slacciare la felpa che aveva aderito perfettamente al suo corpo fino a qualche istante prima. Si sfilò anche la maglietta, la sciarpa e i pantaloncini, rimanendo solo con un paio di boxer molto, molto aderenti che lasciavano davvero troppo poco all'immaginazione di Lucy.
Non che le dispiacesse, anche prima era rimasta a osservare incantata come quei vestiti completamente appiccicati al suo corpo lo rendessero ancora più attraente e bello. Tutti si suoi muscoli venivano messi in risalto e le veniva una voglia quasi incontrollata di toccarli e sentire ogni curva e avvallamento di quel petto e quelle braccia. Quando però il suo sguardo cadde un po' più in basso si vergognò tantissimo, non avrebbe mai dovuto guardare, insomma, si vedeva tutto. Tutto!
E il bello è che lui sembrava farlo a posta.
Baka.
In quel momento si sentì stranamente accaldata.
Diventò rossa come un pomodoro e rimase senza parole dalla totale mancanza di pudore del ragazzo.
Doppiamente baka.
"Ma cosa diavolo fai?!" urlò tirandogli una delle sue scarpe contro quando aveva iniziato a tirarsi giù anche i boxer.


"Non ti hanno insegnato che ci si toglie i vestiti in bagno?!" lo rimproverò picchiettando nervosamente il dito indice sull'avambraccio da dietro la porta del bagno dopo avergli portato un asciugamano pulito e aver raccolto tutti i suoi vestiti sparsi per la casa e averli anche stesi.
Non ricevette nessuna risposta dal ragazzo e si spazientì perché sapeva che l'aveva sentita, l'acqua non scorreva più ed era sicura di aver usato un tono di voce abbastanza alto.
Quando decretò che era passato troppo tempo da quando gli aveva passato l'asciugamano si girò verso la porta di legno e alzò il pugno chiuso per bussare e vedere che cosa stesse accadendo, magari era scivolato e si era fatto male. Doveva assicurarsi che stesse bene.
Stava per girare la manopola della maniglia quando Natsu, dall'altra parte fece lo stesso, facendo perdere l'equilibrio a Lucy, che un momento prima si ritrovò con il naso spiaccicato sui pettorali di Natsu e quello dopo con il sedere sul pavimento – tanto per cambiare.
Dovevano smettere di fare quei tipi di incontri, per la sua salute fisica e mentale, soprattutto mentale. Tutto quel ben di Dio doveva restare coperto, almeno per un altro po'.
Alzare la testa per guardarlo in faccia fu una delle cose più sbagliate che decise di fare perché era praticamente mezzo nudo, con solo uno striminzito asciugamano a coprire le sue grazie.
Rischiò uno svenimento da pressione sanguigna troppo alta, non solamente per la vampata di calore che le era arrivata in faccia dal bagno, ma anche da altro.
"Ehi, tutto bene?" le domandò abbassandosi alla sua altezza.
"Sì, sì certo!" rispose spalancando gli occhi.
"Che cosa ci facevi dietro alla porta?" chiese ghignando divertito.
"I-io niente! Volevo solo assicurarmi che stessi bene visto che non rispondevi!" squittì agitando le mani davanti al viso.
Natsu ridacchiò divertito e si alzò da terra, prendendo per un polso anche Lucy in modo da aiutarla a tirarsi su con sé.
"In bagno ho trovato una cosa molto interessante" riprese con uno sguardo stranamente malizioso e un braccio nascosto dietro la schiena "ho trovato questo" concluse mostrandole ciò che teneva in mano.
A Lucy per poco non prese un infarto: Natsu stava tenendo in mano un suo reggiseno, un suo stramaledettissimo reggiseno!
Il suono di un sonoro schiaffo rimbombò per tutto l'appartamento.
"Ahi, guarda che mi hai fatto male."
"E ti sta bene!" Lucy era molto arrabbiata con Natsu, più che arrabbiata si vergognava da morire. Lui doveva essere l'ultima persona a vedere uno dei reggiseni.
Tutta colpa del suo disordine.
Erano ancora davanti alla porta del bagno e lo guardava ancora imbronciata quando ad un tratto scoppiò a ridere. Aveva iniziato a ridere senza potersi fermare.
Natsu la guardò interrogativo e molto probabilmente pensò che fosse matta, però la sua risata era così bella e contagiosa che non poté fare a meno di ridere anche lui.
"Sai, questa scena mi sembra molto familiare" Lucy era costretta a tenersi lo stomaco per il troppo sforzo.
"Dici?"
"Sì, solo che quella mezza nuda ero io" disse tra una risata e l'altra.
"Però quello con la cinquina sulla faccia sono sempre io"
"Te la sei meritata, in entrambi i casi."
I due smisero di ridere, con le guance che dolevano a entrambi per lo sforzo eccessivo e i muscoli dello stomaco nelle stesse condizioni.
Adesso si guardavano negli occhi ed entrambi sorridevano spensierati, ognuno perso nello sguardo dell'altra.
Natsu voleva sentire ancora un volta la risata cristallina della ragazza perché era così bella e pura che lo coinvolgeva a pieno.
Le si fece più vicino e con le mani avanti e un mezzo sorriso agitò le dita verso la sua pancia.
"Oh no, tu non oserai" lo minacciò Lucy schiacciandosi contro il muro, se c'era una cosa a cui non poteva resistere era il solletico. Lo aveva sempre sofferto, fin da piccola era stato il suo punto debole.
Natsu però accorciò ancora di più le distanze fra di loro e quando finalmente la incastrò tra il muro e il suo corpo le sue dita veloci le provocarono delle sonore risate, così contagiose da far ridere ancora una volta lui.
Lucy non riusciva a controllarsi e stava per perdere la testa, non solamente per il solletico, ma anche perché le dita di Natsu sulla sua pelle le facevano andare in tilt il cervello.
E come quel gioco di risate era iniziato nello stesso modo era anche finito con loro due più vicini del solito, circondati dal silenzio e gli occhi impegnati a studiarsi.
Era così vicino a lei che anche volendo non sarebbe riuscita ad andare via da quella morsa. Natsu aveva smesso di farle il solletico e aveva appoggiato le sue dita sui suoi fianchi morbidi. Si guardavano negli occhi e l'unico rumore udibile in quel momento era l'eco della pioggia che sbatteva contro i vetri delle finestre e i loro cuori che battevano. Lucy aveva poggiato le mani sottili su quelle grandi di Natsu e lui le aveva afferrato le punte della dita, stringendole appena.
Il ragazzo non ero molto più alto di lei, ma lo era per quel poco che bastava per farla sentire protetta. Quei quindici venti centimetri di differenza permisero a Natsu di abbassare la testa e poggiare la propria fronte su quella di Lucy; chiuse gli occhi e aspirò il suo profumo. Lucy anche chiuse gli occhi e, staccando le mani da quelle del rosa le fece scorrere lungo i suoi avambracci, avanti e indietro, percependo una leggera peluria che le solleticava i polpastrelli sensibili. Le mani salirono più sopra, fino a raggiungere anche le spalle e mentre faceva su e giù sentiva la forma ben definita di ogni suo muscolo.
Natsu intanto continuava a tenere gli occhi chiusi e la testa appoggiata su quella della biondina, beandosi di ogni suo tocco così delicato e appagante. Le sue mani adesso erano arrivate anche al collo e piano, un po' incerte scesero anche sul petto, tracciando linee dritte tra i solchi dei muscoli, per poi soffermarsi sul fianco sinistro. Con il dito seguì i solchi di quella strana cicatrice e forma di "X" che aveva notato tempo prima ma che non aveva mai saputo da cosa fosse stata causata.
Il ragazzo aveva ancora solamente l'asciugamano, ma a Lucy non importava più, in quel momento tutto l'imbarazzo sembrava essere sparito e tutto ciò che voleva era continuare quel contatto.
Natsu staccò la testa da lei e le iniziò ad accarezzare una guancia con un pollice. Lucy ripercorse a ritroso il sentiero che le sue dita avevano tracciato poco prima sul petto di Natsu e le riportò sui suoi pettorali. Era anche in grado di sentire il suo cuore battere sotto la sua pelle.
Entrambi fecero incontrare i loro sguardi e, con grande sorpresa del ragazzo Lucy fu la prima ad avventarsi famelica sulle sue labbra in un appassionante bacio.
Quel bacio era diverso dagli altri che si erano scambiati fino a quel momento, quello era un bacio che entrambi bramavano da tempo, uno dato con la consapevolezza di essere corrisposto nella stessa appassionante maniera.
Le mani calde di Natsu si erano spostate dai fianchi e le avevano iniziato ad accarezzare il collo e le guance, lasciando delle scie bollenti.
Le dita sottili di Lucy si erano intrufolate nei capelli rosa ancora umidi di Natsu tirandone ogni tanto qualche morbida ciocca e, alzandosi in punta di piedi per raggiungere meglio le labbra del ragazzo si aggrappò al suo collo, continuando a strattonargli i capelli.
Si staccarono solo quando entrambi sembravano non avere più fiato e, ansimanti, si spostarono sul divano, per continuare ciò che avevano iniziato.
Era un continuo danzare di lingue e baci umidi dati ai lati della bocca.
Lucy finì sopra di lui e continuarono a baciarsi, per tutto il pomeriggio, fino a quando gli stomachi di entrambi non reclamarono del cibo.
Dopo aver mangiato un rapido ramen e, un cambio d'abito necessario da parte di Natsu che indossò di nuovo i pantaloni della palestra e la maglietta ormai asciutti si sedettero sul divano per vedere un film.
Lucy aveva le labbra gonfie e dolenti, infondo avevano appena passato le ultime ore ad essere torturate dai denti di Natsu senza sosta.
La ragazza si sentiva la persona più felice del mondo in quel momento e le sembrava quasi che lei e Natsu fossero una coppia, intenta a fare cose da coppia, in un normalissimo giorno di coppia.
Però lei e Natsu non erano una coppia, o almeno non ancora.
Per tutta la durata del film non avevano fatto altro che tenersi per mano e scambiarsi ogni tanto qualche sguardo divertito e soddisfatto. Lucy con la coda dell'occhio aveva passato quasi i tre quarti del film a osservarlo. Era rimasta ancora una volta incantata da quel suo profilo scolpito però con ancora quei tratti morbidi tipici di un adolescente, le sue labbra gonfie di baci e il suo sorriso, che prendeva il sopravvento ogni tre per due, facendola sentire orgogliosa di sé e felice di essere lì in quel momento.
Alla fine terminò per addormentarsi sulla spalla di Natsu e lo stesso fece lui. Venne svegliata da un tuono molto potente e, stropicciandosi gli occhi ancora assonnati cercò di vedere che ora fosse. L'orologio segnava le 3:00 del mattino, era tardissimo e lei si sentiva stanchissima, sarebbe voluta rimanere a dormire sul divano con Natsu, però aveva bisogno del suo letto più di ogni altra cosa.
Si alzò piano e dopo essere riuscita a far allungare il ragazzo lo coprì con un plaid posato su uno dei braccioli del divano.
Mentre andava in camera sua si fermò all'inizio del corridoio e si appoggiò allo stipite della porta e osservò Natsu. Le venne da ridere perché mentre dormiva assumeva una posa davvero buffa, le braccia buttate sopra la testa, le gambe e la bocca aperta. Davvero molto elegante si disse ridacchiando.
Quando sentì che si sarebbe potuta addormentare in piedi si costrinse ad andare a letto; si infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi, che però riaprì pochi minuti dopo.
Iniziò a girarsi e rigirarsi nel letto senza trovare una posizione comoda per potersi finalmente addormentare. Sbuffò scocciata e aprì gli occhi, puntandoli sul muro accanto a sé, dove si era rigirata l'ultima volta.
Riprovò a chiudere gli occhi ma niente, non c'era verso di addormentarsi.
Sentì un rumore di passi, uno spostamento d'aria sotto le coperte e un istante dopo si ritrovò stretta nell'abbraccio di Natsu. La sua schiena contro il suo petto e le braccia intorno alla vita.
Quando se l'era ritrovato davanti alla porta di casa non poteva crede che fosse davvero lui. Però c'era una cosa che non tornava nei ragionamenti di Lucy, perché sì, lei ci aveva pensato mentre Natsu si lavava per quale motivo fosse andato proprio da lei; primo, nessuno sarebbe uscito con quel tempo a meno che non fosse stata una cosa di vitale importanza e, secondo, sapeva che l'unica palestra in tutta Magnolia era più vicina alla scuola, e questo voleva dire che era anche più vicina alla casa di Lisanna Strauss. Li aveva visti dove si dirigevano e quelle poche volte in cui aveva preso quella direzione Lisanna percorreva sempre la stessa strada. Quindi la sua domanda principale era:
"Natsu, perché non sei andato da Lisanna?"
Il ragazzo aprì un occhio, stanco e Lucy ne approfittò per girarsi verso di lui, in modo da poterlo guardare in faccia.
"Perché sarei dovuto andare da lei?" domandò con voce roca.
"Perché so che casa sua era più vicina."
Natsu non rispose e con un braccio avvicinò Lucy a sé, affondando il viso nei suo capelli. Lucy però voleva sapere come mai.
Era vero che ormai a entrambi era palese che si piacessero a vicenda, però aveva anche capito che per lui Lisanna era importante e per quanto ne sapeva si conoscevano da anni.
"Volevo passare del tempo con te" mugugnò svogliatamente, stava chiaramente cercando di evitare il discorso.
"Natsu" lo richiamò facendo leva sui gomiti per mettersi dritta.
Il ragazzo con un sbuffo annoiato si stese su un fianco e le diede finalmente l'attenzione che desiderava.
"Abbiamo litigato. Ieri era venuta da me e ha provato a baciarmi, io però l'ho fermata e beh, non è finita bene..." disse massaggiandosi la guancia opposta a quella che aveva schiaffeggiato la bionda poco prima.
Lucy aveva preso un lembo della sua maglietta e aveva iniziato ad attorcigliarlo tra le dita nervosamente perché si sentiva in colpa per quello che era successo tra loro, era colpa sua se Lisanna si era arrabbiata e adesso avevano litigato.
"Mi dispiace..." sussurrò "credo sia colpa mia se Lisanna ti abbia trattato così. Infondo anche lei è innamorata di te..."
Natsu trasalì all'ultima frase e si mise dritto in un secondo, come se tutta la stanchezza di prima fosse solo uno strano ricordo legato al passato
"C-come hai detto? Lisanna innamorata di me? Ahahah questa è bella Lu, io e Lisanna ci conosciamo da una vita è impossibile che-" lo sguardo di Natsu si era perso nel vuoto ed era rimasto a bocca aperta, incapace di concretizzare la teoria che Lucy e, per ultimo lui stesso avevano appena realizzato "non ci credo..."
"Davvero non l'avevi capito?" domandò Lucy sfiorandogli la spalla con un sorriso triste. Si era appena sentita triste per lei perché sapeva cosa voleva dire soffrire in silenzio e nonostante la Strauss aveva avuto molte occasioni per provargli i suoi sentimenti Natsu non ne aveva colta nemmeno una.
A volte riusciva ad essere davvero un bambino ingenuo.
Il ragazzo scosse la testa in risposta alla domanda della bionda e la guardò con uno sguardo perso e quasi disperato.
Gli accarezzò una guancia e cercò di rassicurarlo abbracciandolo "Tutto si sistemerà. Non credere che solo perché tu non hai mai capito che cosa provasse per te lei ti odia. Infondo è pur sempre Lisanna, no? Sono sicura che prima o poi capirà e presto farete pace."
Natsu le circondò la vita con le braccia e affondò il viso nel suo collo.
"Grazie" sussurrò facendo sorridere Lucy.

Stella d'estate ~ Natsu no hoshiOnde histórias criam vida. Descubra agora