Capitolo 2

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 Più che dormire, quella notte Lucy la passò con le palpebre abbassate e con la costante ansia che potesse succedere qualche cosa – cosa poi era un mistero anche per la ragazza.
Natsu, a differenza sua, aveva dormito come un ghiro e non si era fatto il minimo problema: Lucy era riuscita a sentirlo russare anche dal salotto.
Non appena vide che la sveglia segnava un orario quantomeno accettabile per rendere credibile la sua uscita di scena, raccolse le sue cose e lasciò un biglietto al ragazzo, ringraziandolo per l'ennesima volta e dicendogli che sarebbe tornata a casa.
Non appena mise piede fuori dal palazzo, un vento gelido le fece battere i denti, ma per fortuna quella mattina c'era il sole che contribuiva almeno un po' a creare del piacevole tepore.
Ci mise un bel po' a tornare al suo appartamento: nonostante i mezzi fossero disponibili aveva deciso di farsi una bella camminata per poter schiarirsi le idee.
Quando fu finalmente a casa e varcò la soglia del suo appartamento si lasciò scivolare contro la porta e buttò fuori un lungo sospiro:
"Finalmente sono a casa."
Tutto quanto era andato storto il giorno prima: si era svegliata in ritardo, non era andata a lavoro e aveva incontrato Natsu.
Già Natsu...
Perché Lucy si sentiva così a disagio? Eppure non era successo niente di così grave per farla sentire in quel modo.
Non riusciva proprio a spiegarsi quel suo comportamento, quella sua ansia costante, quella sensazione di imbarazzo che puntualmente le faceva colorare le guance.
Le spiegazioni più logiche erano due: aveva la febbre e non riusciva a controllarsi o stava impazzendo; la seconda opzione forse era quella più ragionevole, ma decise di optare per la prima – ci mancava solamente che dubitasse della sua sanità mentale.
Si alzò dal pavimento freddo e decise di prepararsi un bel bagno caldo, quello l'avrebbe sicuramente aiutata a rilassarsi.
Mentre aspettava che la vasca si riempisse decise di fare una chiamata, compose il numero sul display del telefonino e lo mise all'orecchio, in attesa di una risposta dall'altra parte.
"Sì pronto? Questo è il Fairy Tail bar, come posso aiutarla?" Dall'altro lato della cornetta rispose la voce di una giovane donna.
"Pronto Kinana-chan, sono Lucy. Ti chiamavo per scusarmi, ieri non mi sono presentata a lavoro e non ho nemmeno chiamato per avvisare. Ti prego di perdonarmi, ma purtroppo ho avuto un contrattempo."
"Oh Lucy sei tu? Non preoccuparti per ieri, Cobra non c'era quindi non si è accorto di nulla."
"Se non è un problema vorrei recuperare il tempo perso di ieri"
"Ma certo! Domani avrei proprio bisogno del tuo aiuto"
"Perfetto! Allora a domani"
"A domani Lucy"
La bionda chiuse la telefonata e ritornò in bagno, dove si spogliò e si immerse nella vasca.
Come sempre finì per addormentarsi, cullata dal vapore e dagli odori che i suoi saponi rilasciavano con il vapore dell'acqua bollente.
Quando si ridestò l'acqua era ormai diventata fredda e così di malavoglia fu costretta ad uscire.
Si vestì e aprì il suo computer: era ora ricominciare a studiare, mancava solo una settimana alla fine della vacanze invernali e Lucy non aveva ancora iniziato nulla.
Era stata molto impegnata con il lavoro alla caffetteria, ma aveva fatto tutto ciò per riuscire ad avere una settimana di totale riposo.
Qualche ora dopo non ne poté più di studiare, così decise di svagarsi un po' continuando il suo romanzo. Il suo sogno era quello di diventare una scrittrice e per farlo avrebbe dovuto lasciare Magnolia.





֎




Il mattino seguente alle 9:00 era già dietro al solito bancone del bar a servire i clienti.
"Grazie mille Lucy per essere venuta. Non ce l'avrei fatta da sola, oggi Yukino non poteva proprio." Le disse Kinana mentre si allacciava il grembiule.
"Grazie a te Kinana-chan." Lucy le sorrise e lo stesso fece la ragazza.
Kinana era più grande di Lucy e lavorava lì dai tempi del liceo e anche dopo averlo finito aveva deciso di rimanere per stare accanto al suo ragazzo: Cobra, nonché proprietario del bar.
Lucy frequentava la Fairy Tail High School, una delle più prestigiose scuole private di tutta Magnolia e la ragazza era stata costretta a trovare un lavoro, e non appena aveva saputo che la scuola aveva anche un bar poco distante da essa aveva subito deciso di provare a trovare lavoro lì.
Nonostante fosse una cameriera part-time il suo stipendio era abbastanza alto da permetterle il necessario.
Si fece l'ora di pranzo e Kinana le diede il cambio dietro al bancone: ora toccava a lei servire i tavoli.
Il solito tintinnio del campanello suonò e ne entrò un cliente.
Lucy aveva creduto che la sua sfortuna fosse finita il giorno prima, ma a quanto pareva si sbagliava; il cliente che era appena entrato ne era la prova.
Cosa avrebbe dovuto fare? Non poteva chiedere a nessuno di andare al suo posto, Yukino non c'era e Kinana era dietro al bancone.
Cosa doveva fare, ignorarlo? Fare finta di nulla? Fingersi malata e chiudersi in bagno fino a quando non se ne fosse andato?
"Ehi, Lucy!"
Ecco perfetto, l'aveva vista.
Si strinse il vassoio al petto e, raccogliendo tutto il coraggio di cui disponeva, si avvicinò al tavolo.
"C-ciao Natsu."
"Ieri mattina sei scappata! Ho letto il tuo biglietto, potevi svegliarmi."
"I-io avevo da fare." Liquidò la domanda con la prima scusa che le venne in mente.
"Comunque, cosa ci fai qui?" Le domandò sorpreso di vederla lì.
"Io ci lavoro." Rispose torturando i bordi del vassoio che continuava a tenere stretto al petto.
"Davvero? Non ti ho mai vista qui. Eppure ci vengo sempre! Tranne quando ho gli allenamenti, in quei giorni sono talmente stanco che vado direttamente a casa e ordino una pizza." Spiegò poggiando un gomito su un tavolo.
"Oh, beh, come posso esserti d'aiuto? Vuoi ordinare qualcosa?" Prima prendeva la sua ordinazione e prima quella situazione imbarazzante sarebbe finita.
"Oh, sì, certo! Allora, vorrei quattro panini al pollo doppia porzione e salsa piccante e anche dell'acqua. Oggi non ho molta fame, ma devo comunque mangiare" disse ridendo.
Lucy spalancò la bocca formando una 'o' e per poco non fece cadere il blocco degli appunti. Quattro panini? Quattro panini?! Chi mai potrebbe mangiare quattro panini doppia porzione?
Avrebbe voluto dirgli che era impazzito, ma preferì fare semplicemente il suo lavoro. Quella sensazione di disagio doveva assolutamente finire e per farlo avrebbe dovuto evitare qualunque tipo di contatto con lui.
"Certo, torno subito" rispose con un sorriso, per poi ritornare da Kinana e dare l'ordinazione.
10 minuti dopo i quattro panini erano pronti e Natsu li stava già mangiando felice e contento.
Lucy tirò un altro sospiro di sollievo e guardò il grande orologio appeso alla parete: Natsu intanto se n'era andato dopo aver pagato e ringraziato per l'ottimo pranzo consumato.
I minuti passarono in fretta e Lucy in un batter d'occhio era già pronta per lasciare il Fairy Tail, salutò Kinana e le augurò buon Natale e uscì finalmente dal locale.
Come prima cosa appena tornata a casa avrebbe telefonato a Levy per sapere cosa avrebbero fatto a Capodanno, ne stavano parlando da quando erano tornate a scuola dalle vacanze estive.
Il vento gelido come sempre le si insinuò nelle ossa, causandole il famoso brivido che provava ogni volta: l'inverno non era proprio la sua stagione.
Si strinse il cappotto alla gola e si avviò verso casa.
Iniziò a nevicare e Lucy aprì l'ombrello che aveva messo precedentemente nella borsa.
I fiocchi di neve cadevano velocemente sul terreno, creando ben presto una coperta bianca sull'asfalto nero.
Prima di rincasare però voleva passare in un posto. Forse non avrebbe avuto tempo nei giorni a seguire, così era meglio farlo prima per sicurezza.
Non le era mai piaciuto andare in quel posto, ma doveva; ogni volta anche solo il pensiero le metteva tristezza e le si stringeva il cuore.
I pedi però ormai si muovevano da soli, conoscevano la strada a memoria.
Passò dal solito fioraio che come sempre le regalò un paio di fiori in più per decorare la sua abitazione e poi si diresse – finalmente – all'ultima tappa.
La solita scritta era lì appesa al grande cancello di ferro battuto ad attendere lei e tutti i suoi visitatori.
Cimitero.
Quanto odiava quel luogo, eppure ci passava quasi la maggior parte del suo tempo libero, ne conosceva ogni angolo e la maggior parte dei nomi delle persone che erano seppellite lì, o come piaceva credere a Lucy – tanto per addolcire la triste verità – delle persone che riposavano in quel luogo.
Erano troppe le volte in cui ci aveva fatto avanti indietro e troppe quelle in cui ci era uscita non in lacrime, Lucy aveva i condotti lacrimali sensibili – ennesima scusa che la bionda continuava a ripetersi – e la nostalgia ogni volta prendeva il sopravvento su tutte le altre emozioni.
La neve aveva ricoperto quasi tutto il sentiero e se non si conosceva a memoria la strada giusta si rischiava di andare a finire chissà dove.
Sempre dritto per altri 15 passi, poi svolta a sinistra e subito dopo a destra, poi di nuovo a destra.
Inquietante vero? Forse stava impazzendo, chi mai contava i proprio passi per arrivare una tomba?
Adesso si trovava davanti alle due lapidi.
"Ciao mamma, ciao papà." disse con un sorriso amaro.
Il tempo sembrò fermarsi per alcuni istanti, permettendo così a Lucy di rivedere i volti sorridenti e felici dei sui genitori: Layla e Jude Heartphilia.
Una lacrima solitaria le rigò il volto, andando a infrangersi poi sul tessuto del cappotto.
"Che fai, parli con i morti?" le domandò qualcuno ridendo.
Si asciugò in fretta la guancia e rivolse la sua attenzione alla persona che aveva parlato.
"Natsu..." Quel ragazzo era ovunque, anche al cimitero "c-cosa ci fai qui?"
"Beh, quello che fai tu credo."
"Mi hai seguita?" chiese sorpresa Lucy girandosi completamente verso il rosa.
"Non sono un maniaco, anche io sono venuto qui per visitare qualcuno." Calò un silenzio alquanto fastidioso fra i due, nessuno sapeva cosa dire – o almeno Lucy.
"Sono i tuoi genitori quelli?" le domandò facendo un cenno con il mento per indicare le due tombe.
"Sì, e quello è...?"
"Questo è mio padre." Questa volta aveva un'espressione che la bionda non gli aveva mai visto in volto, il sorriso c'era sempre, solo che era vuoto; non il solito allegro e spensierato che lo contraddistingueva, ma uno nostalgico e triste, simile a uno di quelli che Lucy aveva tutte le volte che andava al cimitero.
"Come è successo?" domandò titubante.
A lei di solito non piaceva quella domanda e quando gliela ponevano evitava di rispondere, perciò non si sarebbe sorpresa nel vedere la stessa reazione.
"Disperso, non si sa dove sia. Qui non c'è nemmeno il corpo. Un giorno è partito e non è più tornato, non mi ha mai detto quale fosse la destinazione." Lucy lo vide stringere i denti. "E tu invece? Come sono morti?"
A quella domanda Lucy boccheggiò, non sapeva se rispondere o no, solo la sua amica Levy conosceva la verità e Natsu invece era... era... Natsu era come lei, avevano sofferto per le stesse cose.
"La mamma è morta di malattia quando ero piccola, mentre papà tre anni fa in un incidente; stava tornando dal lavoro ed era molto stanco, ha perso il controllo dell'auto e lo schianto gli è stato fatale..." le lacrime le pizzicavano gli occhi e sarebbero presto uscite.
Si voltò e strinse i denti per trattenersi, nascose il viso nel cappotto e ritornò a guardare la tomba dei suoi genitori.
In mano aveva ancora i fiori presi poco prima, li guardò ancora una volta e poi depose ciascun mazzo sulla rispettiva tomba.
Le erano rimasti i fiori che il fioraio le aveva gentilmente regalato. Vide Natsu guardarla e poi riposare lo sguardo sulla lapide del padre.
Aveva ancora impressa nella mente l'espressione di poco prima del rosa, quel suo sorriso vuoto e lo sguardo perso, quell'espressione che non gli apparteneva per niente. Suo padre doveva significare molto per lui.
Strinse fra le mani i gambi dei fiori e si avvicinò al ragazzo, il quale la guardò perplesso. Si posizionò accanto a lui e poi si inginocchiò.
Natsu la fissava e non riusciva a capire cosa Lucy avesse in mente.
La ragazza fece una cosa che sorprese lui quanto lei: posò i fiori sulla tomba.
Natsu la guardava con le labbra leggermente incurvate, felice per l'azione inaspettata.
Lucy lo guardò a sua volta e per la prima volta in quei due giorni di incontri casuali gli sorrise, lui alzò un braccio e le posò una mano sui capelli biondi, sorridendo ancora di più e tornando quello di prima.
Lucy arrossì a quel gesto e in quel momento decise che non c'era ragione per allontanarlo da lei solo per le sue paranoie, Natsu era simpatico e la faceva sentire bene per la prima volta.  

Stella d'estate ~ Natsu no hoshiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora