Capitolo 6

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"Cosaaa?! Vi siete baciati?!"
"Sì, Levy, e vedi non urlarlo a tutto il mondo!" rispose in un sussurro Lucy mentre tentava inutilmente di coprire la bocca della turchina.
"E quando è successo?!" aveva iniziato ad agitare le mani al vento e a camminare per la stanza. Sembrava arrabbiata, o ancora peggio: delusa. "Dovevi chiamarmi subito!"
"Preferivo dirtelo di persona..." Rispose torturandosi le mani per il nervosismo. Poi le sarebbe toccato doverlo dire a Juvia e sperò che almeno lei non si infuriasse per non averla contatta.
Levy aveva iniziato a parlare e parlare e Lucy sapeva che non si sarebbe fermata fino a quando non fosse stata costretta. Sapeva che stava facendo tutto quello per lei, però si sentiva oppressa. Aveva bisogno di decidere per se stessa quella volta, senza nessun suggerimento o aiuto. Doveva essere lei a sentire di volerlo.
Era l'intervallo e Lucy e Levy erano le uniche ad essere rimaste in classe a parlare; non volevano che qualcuno le sentisse. La bionda era seduta su uno dei banchi dell'aula e da quando avevano iniziato quella conversazione non aveva fatto altro che tormentarsi le mani e ogni tanto ad attorcigliare un lembo della gonna della divisa scolastica e guardare in basso. Sapeva che Levy non l'avrebbe perdonata facilmente per non averla chiamata nel momento del bisogno e sapeva anche che adesso l'aspettava una bella ramanzina sul fatto che dovevano sostenersi a vicenda, parlare dei loro problemi e di ciò che le tormentava insieme. Solo che quella volta Lucy sentiva che quel sentimento avrebbe dovuto tenerlo per sé e scoprirlo piano piano, imparando a comprenderlo e a interpretarlo.
Le faceva piacere che le sue amiche si preoccupassero per lei, perché dalla morte dei genitori ne aveva proprio bisogno di qualcuno su cui contare e poter fare affidamento. Levy e Juvia c'erano sempre state per lei e lo stesso cercava di fare con loro. Levy poi era diventata un po' troppo iperprotettiva da quando si era lasciata con il suo fidanzato delle medie: Jackal, un tipo sadico e fiero, che aveva però attratto Lucy fin dal primo momento, arrivando a anche provare un certo interesse per lui.
L'aveva tratta male e l'aveva abbandonata quando tutto ciò che lei cercava era stabilità e affetto. Le aveva spezzato il cuore e fatta chiudere in sé stessa.
Solo con l'aiuto delle due ragazze era riuscita a superare tutto e accantonare quella delusione amorosa in un angolino del suo cuore.
Nonostante per Lucy non fosse la prima volta che si era riscoperta interessata a un ragazzo aveva passato tutta l'ultima settimana di vacanze a pensare a cosa fare. Il sentimento che provava per Jackal sapeva che era ben diverso da quello che sentiva per Natsu. Quest'ultimo era sempre nei suoi pensieri e il ricordo di quel bacio era ancora vivo nella sua mente.
Ricordava perfettamente le sue labbra sottili sulle proprie, le sue mani intrecciate alle proprie e il pollice sulla sua guancia.
Aveva pensato tante volte a chiamare una delle due ragazze per avere qualche consiglio o anche solo per distrarsi qualche minuto. Però, dopo aver composto i numeri li cancellava subito e dentro di sé si ripeteva che quella era una cosa a cui avrebbe dovuto pensare da sola. Era lei che doveva capire che cosa provasse per Natsu, non Levy o Juvia.
"Levy, mi dispiace di non aver chiamato te o Juvia... Però sento che questa è una cosa che devo affrontare da sola. Se mi piace e questo sentimento diventerà più intenso devo essere io ad accorgermene," le disse decisa Lucy prendendole le mani fa le sue e stringendole appena, "so che ti stai preoccupando per me e lo apprezzo davvero tanto. E tu lo sai. È stato grazie a te se mi sono accorta di provare qualcosa per lui. Sei stata tu a darmi lo slancio per partire però..."
"Però adesso vuoi fare da sola. Non è vero, Lu?" concluse per lei Levy, che la guardava con un sorriso intenerito.
Lucy annuì e inclinò leggermente la testa rispondendo al sorriso dell'amica.
Sapeva che se avesse avuto bisogno di aiuto lei ci sarebbe stata, ma aveva capito che quello era il momento di mettersi da parte e lasciarle fare i suoi errori e le sue esperienze.
Levy dopo il lutto di Lucy si era sempre sentita in dovere di proteggerla e fungere da sorella maggiore, però adesso quei tempi erano parte del passato ed era arrivato il momento che Lucy si difendesse da sola e vivesse veramente.
Layla le aveva sempre raccontato di quanto l'amore e l'amicizia fossero potenti, insegnandole che uno dei grandi passi della vita è proprio l'innamorarsi. Un passaggio delicato e molto potente, ma che andava affrontato e Lucy aveva tutte le intenzioni di buttarsi e viverlo fino in fondo adesso che sembrava averlo finalmente trovato.
Sentiva che Natsu aveva qualcosa di speciale e che poteva fidarsi di lui, solo che aveva intenzione di farlo gradualmente. Sapeva che se non fosse andata a finire bene poi ne sarebbe rimasta distrutta e non ne poteva più di soffrire e rimanere sola. Perciò riteneva più che giusto procedere un passo alla volta.
Lucy scese dal banco sul quale era seduta e strinse Levy in una abbraccio soffocante, nel quale la turchina era praticamente compressa contro il suo corpo.
Il suono della campanella fece staccare le due ragazze, che con l'arrivo di tutti i compagni e della loro insegnante ritornarono ai loro posti.
Lucy durante tutta la lezione di storia non fece altro che rimuginare all'incontro che avrebbe avuto con il rosa; dopo tutto gli doveva ancora delle spiegazioni. Sempre se non ci era rimasto troppo male da non volerle parlare più. Quel pensiero fece attorcigliare le budella di Lucy, però doveva farlo, anche se al solo pensiero si sentiva male.
Quando anche l'ultima ora di scuola terminò tutti gli studenti uscirono di corsa dall'aula. Lucy con calma raccolse le sue cose e dopo aver indossato il cappotto, messa la borsa con i libri in spalla e salutato Levy si diresse verso il portone principale della scuola; da lì poi sarebbe andata a lavorare.
Aveva già varcato gli enormi cancelli in ferro battuto della recinsione che delimitava i territori della scuola e si trovava già sul grande marciapiede quando si sentì chiamare.
Si voltò e vide Natsu correrle incontro con una mano al vento, la zazzera rosa ancora più scompigliata e il bianco sorriso stampato in faccia.
"Ciao, Natsu" disse rossa in volto. Era felicissima di vederselo arrivare incontro.
"Stai andando a casa?" le domandò mentre con una mano si sistemava la tracolla di stoffa rossa strapiena di libri sulla spalla e riprendeva fiato.
"No, oggi ho il turno al locale," spiegò "tu invece, cosa fai?"
"Prima di andare a casa avevo pensato di passare al Fairy Tail, a mangiare qualcosa."
Un sentimento di felicità si fece largo nel cuore di Lucy; anche solo fare la stessa strada la faceva sentire come una bambina il giorno di Natale.
I due ragazzi ripresero a camminare insieme lungo il marciapiede in silenzio, Lucy però voleva approfittare di quel momento per potersi scusare e dargli una spiegazione quantomeno accettabile – e soprattutto credibile.
"Senti, Natsu, a proposito della-"
"Natsu!" una voce femminile richiamò l'attenzione dei due giovani interrompendo il discorso della bionda.
A Lucy quella voce sembrò familiare ed era sicura di averla già sentita prima di allora. "Lisanna!" rispose Natsu.
Lucy si voltò e vide l'albina corrergli incontro.
"Natsu, avevi detto che ci andavamo insieme a mangiare!" lo rimproverò la ragazza dagli occhi blu.
Come tutta quella gioia era arrivata nello stesso modo se n'era andata. La frase pronunciata da Lisanna aveva appena distrutto tutti i propositi di Lucy di passare del tempo con Natsu e di potersi chiarire. Lucy si portò una mano al cuore e strinse la stoffa della giacca.
"Oh, sì, scusami Lisanna. Me ne ero proprio dimenticato, sai volevo parlare un attimo di una cosa con Lucy" si giustificò il rosa scompigliandosi i capelli con una mano e guardando con la coda dell'occhio la bionda accanto a lui.
La presa sulla giacca di Lucy si fece ancora più salda quando Natsu confessò le sue vere intenzioni.
Lisanna rimase sorpresa da tale risposta e Lucy la vide serrare appena la mascella "Ma avevi promesso che venivi a mangiare con me!" continuò l'albina afferrando con una mano la manica del cappotto di Natsu.
"Dai, oggi c'è anche Mira-nee a casa. Sono sicura che non vede l'ora di salutarti." Insisté.
"A dire il vero io-" A Natsu non venne data alcuna possibilità di controbattere perché Lisanna l'aveva trascinato con lei nella direzione opposta alla quale si stavano dirigendo loro due fino a qualche attimo fa.
"A-aspetta Lisanna" tentò Natsu guardando la bionda.
Finse che non importava, perciò per fargli capire che era tutto okay gli mimò con le labbra un "Non fa nulla" e poi gli sorrise; Natsu, in risposta, la guardò intensamente negli occhi, per poi essere bruscamente trascinato via dalla Strauss.
"Mi dispiace Lucy, sono costretta a rubartelo per oggi!" esclamò Lisanna facendole l'occhiolino.
Lucy rispose con un flebile "Sì" e seguì con lo sguardo i due che si allontanavano.
Aveva notato quanto fossero amici anche negli anni passati, arrivando addirittura a sospettare che stessero insieme. Il modo in cui Lisanna guardava Natsu era davvero unico, era come se le brillassero gli occhi tutte le volte che si posavano sulla figura del rosa.
In quel momento Lucy era triste e delusa. Voleva parlare con Natsu, passare del tempo con lui. Aveva però come l'impressione di essere di troppo.
Forse si era illusa anche quella volta.
Si portò una mano alle labbra. E quel bacio allora, che cosa significava?
Non ne aveva davvero la più pallida idea, sperava solo di non essere stata ingannata.
Guardò un'ultima volta il punto in cui i due erano spariti e poi riprese a camminare verso il Fairy Tail.

Stella d'estate ~ Natsu no hoshiWhere stories live. Discover now