Capitolo 30

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Dovevo parlargli.
Come?
Non ne avevo la minima idea.

Ero distesa sul letto di camera mia, fissavo il soffitto e mi godevo il silenzio, che era quasi innaturale per quelle quattro mura che costituivano casa mia.
Mia madre era ripartita e non sarebbe tornata prima della fine del mese, che palle, mio fratello invece non c'era quasi mai. Iniziai a sospettare che avesse trovato una "ragazza", faceva sempre tardi e con il passare dei giorni la sua presenza era minima.
Avete presente quando sentite un vuoto dentro che, per quanto voi proviate, non riuscirete mai a colmarlo.
Ecco io mi sentivo così, non mi era rimasto nessuno se non quei pochi amici e famigliari che ancora mi volevano bene.

Il tempo in quella camera sembrava non passare mai, quel letto fermava sempre il tempo o per lo meno lo rallentava.
I secondi passavano come minuti e i medesimi come ore.
Il telefono poggiato sulla mia scrivania vibrò...una...due...tre...volte.
Mi alzai con la voglia di un bradipo e con le gambe pesanti mi diressi verso la struttura in legno bianca.
Guardai il display che segnava tre messaggi che non dicevano altro che il mio credito era quasi esaurito.
Sbuffai e il suono si diffuse come un'onda in tutta la stanza.
Afferrai il giubbotto che avevo sulla sedia mi infilai le scarpe, presi il mio iPhone e uscii di casa.
Sarei andata a fare una ricarica anche solo di 5 euro.

L'aria al di fuori della mia dimora era al quanto rarefatta, nonostante fossimo quasi alla metà di maggio il vento soffiava freddo e secco, esso si andava a infrangere sui pochi centimetri della mia pelle scoperta.
Le strade intorno a me erano deserte e il mio piccolo paesino era quasi diventato un fantasma.
Passavano poche macchine che, per quanto si sforzassero, non facevano poi così tanto rumore.
"Che freddo...e meno male che siamo a maggio." Sussurrai a me stessa tanto per parlare con qualcuno.

Potresti parlare con me tanto per cambiare.

Evitiamo eh!

La tua acidità mi fa pensare che a volte nella tua vita passata fossi stata un limone.

Lo sai che l'ho pensato anche io!

Davvero?

No e ora mi faresti l'immenso piacere di startene zitta.

Ah ah ah...mi fai morire e comunque io cercavo solo di essere di compagnia.

Scusa...sono solo triste non so cosa fare...intendo con Gube...cioè Matthew.

Io seguirei il consiglio di Shemar, alla fine chi meglio del diretto interessato può darti delle risposte.

Lo so...ma...

Ma niente ci devi parlare, per una volta non fare la testona e ascoltami...può sembrare una cattiva idea, ma non lo è, fidati.

Okay...però come faccio, insomma non posso mandagli un messaggio dopo quasi tre settimane che non ci vediamo.

Ti dò ragione...troverò una soluzione.

Grazie.

Prego...ora ti lascio al tuo cammino.

Ah! Non sei così male.

Lo so.

A volte.

Simpatica come sempre.

E tu noiosa...ciao.

Ciao.

Forse non aveva tutti i torti...decisi di staccare un po' dal mondo, mi frugai con poca grazia nella tasta e tirai fuori le mie amate cuffiette nere, le attaccai al telefono e mi immersi nel mio mondo.

36 anni... Bel casino! (in revisione)Where stories live. Discover now