Capitolo 21

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Eravamo ancora abbracciati in mezzo alla cucina. Stavo bene. La sua testa era affondata nel mio collo, lo sentivo ridere ogni tanto, e qualche volta posava le sue delicate labbra su di esso e formava così dei piccoli e dolci bacini.
"Non mi hai ancora risposto." Disse, ci staccammo e lo guardai, con tutto quello che era successo nei precedenti dieci minuti mi ero completamente scordata di quello che mi aveva chiesto.
"Ti piacerebbe di conoscere il cast?" Mi rifece la domanda per la seconda volta, conoscere il cast.
"Si." Gli lasciai un bacio all'angolo della bocca.
"Perfetto prima che partano per tornare in America dalle famiglie li conoscerai." Aveva un sorriso grandissimo, come se non vedesse l'ora che io accettassi.
"Okay...non vedo l'ora." Risposi eccitata, conoscere, presentarmi a AJ, Paget, Thomas, Joe e Kristen...era il mio sogno fin da quando ero piccola.

"Che facciamo oggi?" Domandai al ragazzo che stava lavando i piatti, ormai vuoti della colazione.
"Non saprei che ti va di fare?" Rispose, ci pensai qualche minuto. Poi mi tornò in mente Cristina, lei ancora non sapeva niente e dovevo dirglielo in un modo o nell'altro, tanto prima o poi l'avrebbe scoperto. Tanto vale prendere il coraggio e dirglielo di mia spontanea volontà.
"Sai io dovrei dire una cosa a Cristina, ti ricordi la mia amica." Lo si girò e mi guardò, annuì con la testa.
"Sai lei non sa niente...insomma non sa che io e te...beh..." Stavo per dirlo, quando la mia bocca si tappò da sola.
"Stiamo insieme." Finì lui la frase per me, ero molto più sollevata.

Madonna certo che sei proprio timida non riesci neanche a dire che state insieme ancora non riesco a spiegarmi come hai fatto a dirgli ti amo.

Me lo chiedo anche io...ma poi a te che ti frega...sta zitta va.

Come vuole sua altezza reale.

Ora iniziavo ad odiarla, la mia coscienza era sempre tra i piedi, non la smetteva di rompere.
"Sì esatto ed ecco io vorrei spiegarle la situazione, ci siamo sempre dette tutto e io non riesco più a guardarla negli occhi." Ammisi, lui continuava a guardarmi, sospirò e anche io con lui.
"Hai ragione, è giusto." Disse.
Abbassai lo sguardo verso il pavimento, era freddo e non trasmetteva alcuna emozione, era come me in questo momento, ero felice ma allo stesso tempo triste, provavo mille emozioni insieme, ma quello equivaleva a non provarne nessuna.
"Ci andiamo insieme, così non sarai sola. Ti va bene?" Il silenzio che si era creato fu interrotto da lui, alzai lo sguardo e incrociai il suo sguardo.
Sul mio viso si formò un leggero sorriso.
"Si grazie." Mi alzai dalla sedia e gli corsi in contro, lo abbracciai, avevo le mani intorno ai suoi fianchi e il mio orecchio era appoggiato al suo petto e ascoltava i mille battiti che insieme componevano la mia canzone preferita.

"Sai sei bassina." Disse accarezzandomi i capelli, nel frattempo rideva e anche di gusto.
Non è vero che sono bassina.
"Non è vero ti arrivo al mento è già qualcosa, semmai sarai tu troppo alto." Continuava a ridere, alla fine mi arresi e quella risata che stavo soffocando da quando aveva aperto bocca, essa uscì sonora e allegra dalle mie labbra.
"Ah sì...sono solo..." Questa la sapevo non lo feci finire che proseguì al posto suo.
"1,85 precisi." Mi allontanò dal suo corpo, mi guardava stupito.

Bravissima, ora conosce anche il tuo lato stalker.

Tanto prima o poi l'avrebbe scoperto, so esattamente tutto di lui, dove è nato, quando è nato, quanto è alto, chi sono le sue ex fidanzate...mi manca solo il peso e sono apposto.

Mi fai paura a volte.

Me lo dicono in tanti, ma che ci vuoi fare sono fatta così.

Okay...ti lascio ciao ciao.

"Si lo so sono una stalker, ma che ci vuoi fare." Continuava a fissarmi.
"Lo so che sono bella, ma adesso basta fissarmi." Scoppiò a ridere alla mia ultima affermazione e anche io. Sapevo perfettamente di non essere bella, ma nella vita ci vuole un po' di auto apprezzamento.
"Sai tu non hai tutte rotelle apposto."
"Lo so ma questo è ciò che che mi rende diversa dalle altre." Dissi, alla fine tutti mi reputavano diversa solo perché non ho gli stessi gusti delle ragazze "NORMALI" e stessi interessi.
"Già." Mi lasciò un bacio sulla guancia.
"Vado in bagno e poi a cambiarmi, vai a vestirti ti porto da Cristina e poi andiamo in un posto speciale."
"Sissignore!" Soffocai una risata e andai in camera dove avevo la borsa con i vestiti, misi una maglietta rossa è un paio di pantaloni neri strappati, ci abbinai le All Star bianche, è una felpa di Superman.

...

"Pronta!" Gridò dalla cucina Gube, cavolo era magrino, ma aveva un vocione che buttava giù anche i muri.
"Si eccomi." Staccai il telefono dal carica batterie e mi fiondai da lui.
"Eccoti, ma ci metti sempre così tanto a vestirti?" Domandò.
"Si le donne vogliono il loro tempo." Risposi ridendo, lui scrollò il capo.

...

"Pronto."
"Ciao Cry dove sei?"
"A casa perché non avevi detto che per tutta la settimana non c'eri e non potevi chiamare."
"Si...beh ecco...a proposito di questo, vorrei parlarti mica ti dispiace se ci vediamo al parco tra quindici minuti?"
"No, nessun problema, ma mi devo preoccupare?"
"No no, stai tranquilla, è tutto apposto."
"Okay se lo dici tu, mi fido, a dopo."
"Ciao a dopo."

...

"Andata." Urlai in macchina, ora devo solo restare calma.
Mille domande mi frullavano in testa, e se non l'avrebbe presa bene? E se non avrebbe accettato il nostro rapporto?
"Bea calmati, andrà tutto bene ci sono io con te." Gube mi afferrò la mano e la strinse, lo guardai. Il mio cuore batteva all'impazzata sembrava che volesse uscire dal petto.
"Lo so, ma se non la dovesse prendere bene...insomma è da un po' che gli nascondo le cose e...e..."
"Bea ascoltami, ti capirà è la tua migliore amica, capirà il perché tu non hai voluto dire niente prima." Gli occhi di Gube erano fissi sopra i miei.
"Speriamo." Tornai a guardare fuori dal finestrino, il paesaggio cambiava, la collina dove si trovava la casa di Matthew era ormai lontana, le case del mio paese tornavano a fare capolino ai lati della strada.

...

Gube parcheggiò, ci siamo era il momento, Cristina mi aveva mandato un messaggio, era alla nostra panchina.
A pensare a quel luogo mi scappò da ridere, su quella panchina ci abbiamo fatto le più grandi cazzate del mondo, una volta abbiamo rischiato anche di darle fuoco. Eppure quella panchina era ancora lì pronta ad accoglierci.
Ogni volta che avevamo bisogno di fare pace o di dirci una cosa importante eravamo lì a quella panchina ormai ricoperta di scritte e mezza rotta.
"Dove è Cristina?" Chiese Gube.
"Te seguimi." Lo presi per mano e iniziai a camminare per il sentiero che ti faceva inoltrare per il parco.

...

"Ci siamo." Mi fermai in mezzo a quella che potevo definire una strada, vedevo Cristina guardarsi intorno, probabilmente in cerca della mia figura.
Mi avvicinai a lei, Matthew ancora mi teneva la mano e ogni tanto la stringeva.
Prima che lei ,mi potesse vedere e di conseguenza notare le nostre mani incrociate, lui si staccò da me. Mi mancava qualcosa.

"Ciao Cry." La salutai, lei alzò lo sguardo dal display del telefono.
"Ciao Bea...e Matthew." Guardò me poi lui. Okay ci siamo.
"Che ci fa lui qui?" Chiese turbata.
"È proprio di questo che ti devo parlare." Risposi, andai a sedere vicino a lei e feci spazio a Gube vicino a me, lei mi guardava incredula. La mia ansia iniziava a crescere.
"Senti Cry...prima di tutto scusa se non te l'ho detto prima, ma beh ecco, io non sapevo come l'avresti potuta prendere e poi avevo paura...comunque io e Gube...insomma stiamo insieme." Lei continuava a guardarmi fissa, non parlava e questo mi faceva preoccupare.
"Beh è fantastico no?" La sua reazione mi scombussolò.
"Fantastico? Dici davvero non sei arrabbiata per il fatto che io non ti abbia detto niente...non sei arrabbiata con me?"
"Arrabbiata? In realtà pensavo che ti fossi messa con Francesco o con Luca, avevi sempre da fare e la cosa mi puzzava, è da tanto che te lo volevo chiedere, ma mi vergognavo troppo...ora che so che stai con Matthew sono molto più serena e tranquilla." Istintivamente l'abbracciai, era la migliore amica del mondo.

36 anni... Bel casino! (in revisione)Where stories live. Discover now