Capitolo 13

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Se avessi avuto una macchina del tempo sarei tornerei indietro a quella mattina, la giornata era passata troppo velocemente, tra una risata e l'altra o tra i nostri sguardi divertititi.
In un batter di ali ci ritrovammo davanti alla macchina, che una volta accesa, ci avrebbe portato a casa. Avrei voluto che il tempo si fermasse o almeno rallentasse.
Ma non ero e non sono dio, quindi...ogni cosa ha suo tempo.

"Mi sono divertita tantissimo...grazie di tutto." Dissi quelle parole davanti a casa mia, per l'esattezza davanti alla porta.
"Grazie a te di essere venuta." Mi ringraziò, avevo ha voglia incredibile di baciarlo.

Fallo allora.

Ma sei scema!

No fallo e basta!

No è già tanto che oggi l'ho abbracciato.

Oddio ma che ti frega...buttati per una volta.

No se non mi butto ho le miei ragioni.

Allora sentiamole!

Non mi sembra il momento giusto sta zitta.

Prima o poi giuro che ti uccido.

STAI ZITTA!

Okay calmati, addio!

Ah! Un'altra cosa io t...

Non riuscì a finire di litigare con me stessa che delle labbra morbide e calde si posarono sulle mie.
Fu una sensazione stranissima, ma bellissima allo stesso tempo. I miei occhi si chiusero piano piano.
Gube mi teneva per i fianchi e le miei mani erano attorno al suo collo.
Fu un bacio calmo e lento, non era passionale, ma era...era...perfetto.
Perfetto come lui, come i suoi occhi, i suoi capelli.
Ci staccammo, sembrava essere passata un'eternità, poi scoprii che erano solo pochi istanti, pochi secondi.
In viso avevo un velo di rossore, che si stava pian piano accentuando.
"S-scusa io cioè...non volevo...cioè si vol..." Non lo feci finire, che mi riattaccai alle sue labbra, erano così dannatamente morbide.
Lui mi riafferrò per i fianchi e io gli rimisi le mani dove capo e corpo si univano.
Mi staccai e lo fissai, era bellissimo.
"Grazie." Gli sussurrai, eravamo così vicini, i nostri corpi combaciavano, erano perfetti insieme.
"Perché?" Chiesi io alla fine, c'eravamo allontanati di qualche millimetro l'uno dall'altra e io già sentivo la mancanza del suo corpo caldo sul mio.
"Perché cosa?" Rispose, non capiva.
Forse la mia coscienza aveva ragione, forse provava un certo intesse nei miei confronti.

Visto te lo avevo detto.

Okay litighiamo dopo.

"Perché io." Non riuscivo a credere che uno come lui fosse interessato a una ragazza, stupida e ingenua, come me.
Fece un respiro profondo e rispose.
"Perché...sei diversa, da tutto e da tutti, sei...non sei la ragazza che tutti cercano, sei molto di più. Sei quella persona su cui so di poter contare, quella che c'è sempre per tutti, quella pazza, ma intelligente." Le sue parole mi fecero sciogliere il cuore. Erano bellissime, nessuno mi aveva mia descritta in una maniera così viva.
Neanche Lorenzo, mi aveva fatto battere il cuore, ma non era mai stato così con me, aveva sempre tenuto le distanze da me.
Gube no, lui faceva tutto il contrario cercava di avvicinarsi, di capire cosa mi passava per la testa in ogni momento della giornata.
"Potresti avere chi vuoi lo sai?" Ma perché ero così fessa, idiota se voleva le altre non ti guardava deficiente.
"Io non voglio le altre...io voglio te, e lo so che è strano, ma è così." Gesticolava per far intendere e io accennai un sorriso, lui se ne accorse e mi segui.
"Ma io sono...cioè io..." Non riuscì a finire la frase che lui mi interruppe.
"Sei più piccola lo so, ma non si dice che l'amore non ha età." Il mio cuore manco un battito alla parola 'amore', non volevo crederci, quindi vuol dire che...ma che vado a pensare sarà solo una scappatella, tra due mesi e mezzo non ci rivedremo neanche più, meglio godersela finché dura. Non illudiamoci.
Non chiesi niente della frase che aveva detto, dopo esserci messi d'accordo di rivederci il giorno dopo, io entrai in casa e lui scomparve come un fantasma.
Era la prima volta che ero felice dopo mesi e mesi. E nulla mi poteva togliere il sorriso dal volto.

POV'S MATTHEW

Non so come quale coraggio io l'avessi baciata, era così bella, così piccola. Era la mia piccola.
La conoscevo da pochi giorni ma mi sembrava di conoscerla da una vita, quando quella ragazzina ci aveva chiesto se stavamo insieme, ero tentato di digli di sì, ma poi cosa avrebbe creduto Beatrice.

Ti piace non è vero?

Si mi piace. Anche troppo.

Perché non le hai detto che l'amavi, avevi la tua occasione, solo dieci minuti fa.

Perché? Non lo so, mi piace in tutto, è bellissima e solare e allegra, ma non credo di amarla.

Sei praticamente cotto di lei.

Mi piace e basta non sono 'cotto'.

Oh! Si che lo sei. Fidati io non mi sbaglio mai.

Si va beh, ora sta zitto.

Okay, ciao ragazzo innamorato.

Che palle!!

Certo che la coscienza rompe proprio il cazzo.
"Ciao Gube allora come è andata con Beatrice?" Ci mancava solo l'impiccione di turno, Shemar era il mio migliore amico, a lui potevo dire tutto, ma non volevo raccontargli di me e Beatrice, non mi sembrava ancora il caso.
"Bene...Thomas come sta si è ripreso?" Domandai, volevo scansare il discorso 'Beatrice...hai una cotta per lei'.
Lui mi guardò con sguardo interrogativo, non era da me cambiare discorso così rapidamente e senza una spiegazione logica, e lui se ne era accorto.
"B-bene...domani però non riprendiamo...il boss vuole che si riprenda del tutto." Rispose, diciamo che non era bello interpretare dei personaggi che riescono a capire se sei ansioso o meno dal tuo sguardo, alla fine impari dei trucchetti anche tu.
Il Boss per noi era il regista, il nostro superiore per intenderci.
"Perfetto!" Esultai, Shemar si voltò verso di me, mi guardò stranito.
"Okay..." Disse solo questo, poi alzò i tacchi e scomparve nella sua stanza di albergo.

POV'S BEATRICE

"Buongiorno signora Reid." A quelle parole diventai rossa fuoco, eh già! Ancora mi faceva piacere essere chiamata così.
"Ciao Cristina." Eravamo fuori dalla nostra scuola, oggi era l'ultimo giorno di scuola per noi, il giorno dopo sarebbe stata chiusa.
"Allora come è andato il tuo 'appuntamento' con Gube?" Fece le virgolette con le mani. Ecco ed ora cosa avrei risposto.
"Bene...tu che hai fatto ieri?" Di solito io non amavo cambiare discorso così repentinamente, ma non volevo raccontargli del bacio e di quello che mi aveva detto.
Non riuscivo ad accettarlo io figuriamoci se lo vado a dire in giro.
"Niente solite cose." Stranamente non si accorse del fatto che io avessi sviato una questione che mi interessava molto in quei giorni, meglio così.
"Allora stasera pizza?" Chiese infine, ecco e ora cosa rispondi, lei capiva subito se mentivo o le dicevo una cazzata, mi serviva una scusa ben piazzata e che non desse sospetti. Un mezza verità, si dai mi sembrava appropriata.
"Devo uscire con Gube, mi fa conoscere tutto il cast, vieni anche tu?" Speravo in cuor mio di sentire un 'no' uscire acuto e nitido dalla sua bocca, se non fosse stato così avrei dovuto pensare subito ad un'altra scusa per non farla venire.
"Mi spiace oggi ho da fare esco con un ragazzo." Meno male, ero più rilassata, poi realizzai...un ragazzo.
"Un ragazzo...chi?" Lei non era proprio il tipo da 'andiamo usciamo insieme', non era la ragazza che cerca un ragazzo ad ogni costo, lei giocava ancora con i maschi, magari li abbracciava e lo baciava, ma mai nulla di serio.
"Tranquilla...si chiama Filippo, non fa questa scuola." Disse, ero curiosa, Filippo...già il nome mi intrigava.
"Ora voglio sapere vita e morte di questo ragazzo subito, voglio sapere tutto." Ero eccitatissima per la mia migliore amica, era la prima volta in quasi due anni che usciva con qualcuno che non fossi io o i nostri amici.
"Allora l'ho conosciuto qualche settimana fa, non ti ho detto niente semplicemente perché non sapevo se era solo un amico o sarebbe diventato di qualcosa di più, visto col fatto che mi piaceva tuo fratello. Ora non mi piace più. Si chiama Filippo come ti ho detto prima, Filippo Torrisi, fa il liceo scientifico ed è un ragazzo d'oro." Concluse, tirai un sospiro di sollievo, ero sollevata dal fatto che a Cristina non piacesse più mio fratello.
"Bene son contenta." Finii appena la frase, che la campanella suonò, era ora di andare a scuola, o meglio in classe.

36 anni... Bel casino! (in revisione)Where stories live. Discover now