Capitolo 29

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Ho sempre adorato la pioggia, mi da un senso di tranquillità, le gocce di acqua che si infrangono sul terreno, i tuoi che rimbombano nel cielo e i fulmini che illuminano la tempesta.
Da piccola adoravo guardare il cielo in subbuglio.
Anche quella mattina non potevo fare a meno di guardare quelle micro particelle infrangersi e produrre un suono al quanto piacevole, sul vetro della mia classe.
La prof di matematica continuava a spiegare argomenti, di cui, non avevo capito niente.
Ero persa completamente nei pensieri, come tutti i giorni.
Quando a scuola mi annoiavo iniziavo a fantasticare, scappavo dalla vita reale e mi rifugiavo nel mio mondo, dove solo io potevo entrare. Un po' come quando Peter Pan porta Wendy sull'isola che non c'è, dentro un mondo dove i grandi non possono entrare e la fantasia non ha limiti.

"Signorina Rossi...vuole continuare a guardare fuori o presta un minimo di attenzione?!" Disse la prof, mi svegliai istintivamente dai pensieri e la guardai, si stava trattenendo. Era rossa dalla rabbia.
"Si mi scusi prof." Abbassai lo sguardo verso il banco e sotto le risatine di tutte le oche della mia classe.
"Sarà meglio...sennò voglio vedere come li passa quest'anno gli esami." Continuò la vecchia megera, portava con furore un ghigno di vittoria. Mi stava facendo odiare anche una tra le mie materie preferite.
"Si prof ha rag..."
"Prof, ma lei ancora crede che Beatrice riuscirà a passare gli esami...si sbaglia proprio, su cosa lo farai il tema sul tuo adorato Criminal Minds!" La voce della Troia di turno mi echeggiò alla spalle, un senso di vuoto mi pervase lo stomaco e le lacrime minacciarono di uscire dai miei occhi, tutta la classe tranne Francesco, Cristina e Cecilia rideva...mi guardai intorno e non vidi altro che persone divertite.
"Caterina lasciala stare!" Intervenne Francesco insieme a Cristina che si avvicinarono a me per consolarmi.
"Prof...posso andare in bagno...n-non mi sento bene." Cercai di non far trapelare nessun singhiozzo dalle miei labbra.
"Si...può andare." Scappai da quella classe e mi diressi verso il bagno più vicino, le lacrime iniziarono a bagnarmi il viso, ultimamente non facevo altro che piangere.

Ero vicino al bagno, ma una forza ancora ignota mi fece accasciare al muro.
Mi portai una mano alla bocca per evitare di urlare in mezzo alla mia scuola, le goccioline di acqua fredda e salata scorrevano come fiumi sulla mia pelle ormai biancastra.
"Bea...ma che succede?" Una voce mi fece alzare la testa dalle mie gambe.
Guardai Lorenzo e in meno di due secondi mi fiondai tra le sue braccia.
Avevo bisogno di un abbraccio, era fondamentale.
"Bea calmati...che succede?" Stingevo il suo corpo secco tra le mie braccia non proprio magre.
"C-caterina." Singhiozzai, mi abbracciò anche lui, perché deve essere così odiosa, non la sopporto.

Meno male che con Lorenzo dovevi procedere con calma, sei di nuovo tra le sue braccia!!

Ma ti sembra questo il momento, non sono in vena di litigare.

Oddio!! Solo perché quella Puttana ti ha preso in giro...che vuoi che sia.

Non ha preso in giro solo me, ma anche la mia più grande passione.

Beh...lasciala perdere.

Come faccio?? Ha ragione non sto facendo altro che avere la testa fra le nuvole, non seguo più le lezioni, non faccio più i compiti e continuò a non ascoltare la prof...non passerò mai gli esami.

No lei non ha ragione, tu passerai gli esami...ora calmati.

Ci proverò...ah! Grazie del conforto.

P-prego.

"Bea mi dici che ti ha fatto quella vipera?" Chiese Lorenzo guardandomi, ero talmente tanto immersa nei pensieri che non mi ero accorta di essere i seduta su una sedia.
Lo guardai negli occhi.
"N-niente...mi ha offesa...ora scusa devo tornare in classe...ci si vede." Mi alzai e iniziai a correre verso la mia classe.

36 anni... Bel casino! (in revisione)Where stories live. Discover now