Hai solo bisogno di innamorarti di nuovo

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"Atterrano oggi?" Chiedo a Cristina, mentre risciacquo l'ultimo piatto, sotto il getto d'acqua fredda.
"Si." Risponde semplicemente, giocherellando nervosamente con una ciocca di capelli.
"Finalmente!" Esclamo. La raggiungo al tavolo della cucina e mi siedo di fronte. È distratta, immersa nei pensieri immagino: che avrà in mente?
"Cristina, ti senti bene?" La vedo scrollare la testa, scompigliandosi i bei capelli corvini.
"Cosa? Si, sto bene. Scusa mi sono incantata." Si affretta a dire. Tipico da parte sua.
"Va bene." Taglio corto: quando si comporta così non è il caso di starle troppo addosso. Non credo stia bene, qualcosa la turba, ma aspetterò lei prima di trarre qualsiasi conclusione.
"Allora, quando il raduno?" Meglio parlare di altro.
"Giusto! A Firenze lo fanno questo sabato. Ottimo per noi, no?" Cambia improvvisamente umore.
"Ovviamente!" Grido raggiante. Cristina scoppia a ridere.
"Sai...non riesco ancora a crederci. È una vita che aspetto questo momento." Divento subito seria e sorrido appena, guardando le mani attorcigliate sul tavolo in legno.
"Lo so. Vedrai ci divertiremo un sacco!" Mi tranquillizza. Anche se, nemmeno io, conosco bene il perché sia agitata e pensierosa. Non succede, ma se succede? Ancora quella dannata frase, che sia proprio questa a ridurmi in questo stato? No, non posso crederci...
"Si hai ragione, andiamo con la mia macchina?" Domando cancellando il pensiero.
"Con la tua amata Panda azzurra?" Mi prende in giro.
"Ehi! La mia principessa non si tocca!" Reclamo. Possiedo una Fiat Panda del 2011, una fra le autovetture più vendute in tutta Italia. Mi è stata regalata da mio padre appena presa la patente, per quanto lo veda poco e niente, gliene sono grata.
"Tranquilla! Non ci sono problemi." Ride ancora, ma sotto i baffi.
"A che ora pensi di partire? Firenze non è distante, ma ci sarà gente." Chiedo. Cristina velocemente estrae il telefono dalla tasca e controlla qualcosa sul display.
"Qui dice che la convention inizia alle 16:30, ma fanno entrare in sala dalle..." Legge rapidamente, non l'ho mai vista concentrata tanto.
"Si...dalle 14:40 circa." Esordisce in fine spegnando lo schermo.
"Conviene partire in tarda mattinata. Arriveremo all'ingresso per le 13:30." Propongo facendo un rapido calcolo con i tempi a disposizione.
"Va bene, nessun problema." Acconsente facendo spallucce.
"Bene e vedi di non fare ritardo." La conosco troppo bene: a parte per la scuola (per cui, stranamente è sempre puntualissima), ha sempre i suoi cinque minuti di ritardo, purtroppo anche nelle situazioni meno opportune.
"Ma io non sono ritardataria!" Incrocia le braccia al petto e mette il broncio. Finta offesa, un classico.
"Certo, certo." Faccio le virgolette con le dita. Mi alzo dal tavolo per buttarmi gongolante sul divano. Cristina mi segue a ruota, per poi mettersi a sfogliare Instagram. Io controllo l'ora, sono le 14:47. La mamma starà per atterrare: la tratta Firenze-Parigi è breve.
"Tua madre torna stasera?" Chiede Cristina, mettendo mi piace ad alcuni post.
"Si, dovrebbe atterrare fra...poco." Non ho il tempo di risponderle che il telefono si mette a squillare. Guardo la schermata: Lorenzo.
"Che fai? Non rispondi?" Continua Cristina noncurante.
"S-si, subito. Vado un attimo di là." Lei annuisce ed io mi allontano dal salotto, non voglio che senta.
"Pronto? Dimmi Lorenzo." Sono in preda all'ansia, ma devo mantenere la calma per quanto possibile.
"C-ciao Bea, disturbo?" Ha la voce spezzata.
"No...no, non disturbi. Dimmi." Ripeto di nuovo sospirando.
"Volevo scusarmi ancora. Non volevo metterti alle strette con quella richiesta, mi dispiace." Guardo il vuoto: perché sento le lacrime affiorare?
"N-non preoccuparti Lorenzo, ma non sono in grado di darti una risposta. Io...io sono stata molto male ed ora...onestamente non so che pensare. Di te, di me, di noi..." No! Il noi no.
"Quello che intendo, è che non sono nel periodo giusto per prendere una decisione." Mi affretto a correggere.
"C-certo, lo capisco benissimo. Scusa se ti ho disturbata, ci vediamo." Posso percepire le lacrime rigargli il volto, è un'immagine straziante.
"No aspetta, Lorenzo?!" Ha già attaccato. Distacco il cellulare dall'orecchio e porto una mano sulla fronte: sudo freddo, mentre il cuore mi batte all'impazzata. Mi avvicino alla grande porta finestra della cucina. Fuori tutto il cielo è coperto da nuvole grigie, sta per piovere: si può sapere adesso che devo fare? Se tornassi con Lorenzo lo farei per amore o no? Sono ancora innamorata di lui sì o no?! Ed anche se lo fossi, sarei in grado di dimenticare tutto? Vaffanculo...
"Tu hai solo bisogno di innamorarti di nuovo." Cosa?
"Hai origliato!" Scatto nervosa.
"Si, ma questo è il minore dei problemi." Continua indifferente. Ma che diavolo le prende?
"È il minore dei problemi? Possibile che non riesca mai ad avere un minimo di privacy! Non sono tenuta a raccontarti tutto Cristina." Le grido arrabbiata, ma le parole le scivolano addosso come olio. Tipico.
"Va bene, mi dispiace, ho sbagliato." Meglio. Almeno lo ha ammesso.
"Ma è la verità. Hai bisogno di trovare un uomo che ti ami e, soprattutto, ti rispetti. Lorenzo non lo ha fatto, allora che vada pure a quel paese. Bea, sei una ragazza una stupenda e meriti qualcuno in grado di vederlo." Istintivamente l'abbraccio.

Dalla porta del garage saluto velocemente mia madre, la quale mi raccomanda caldamente di fare attenzione. Le rispondo in fretta, prima di uscire e salire in macchina. Metto in moto: in automatico il telefono si collega al bluetooth della radio facendo partire L'anno che verrà di Lucio Dalla. Sulle note del famoso cantautore Bolognese mi avvio verso casa di Cristina, che mi auguro sia già nel vialetto di casa. Dubito, ma la speranza è l'ultima a morire.
Non abbiamo più parlato della discussione avuta in cucina, dopo l'abbraccio siamo tornate in silenzio sul divano. Lei ha ripreso a sfogliare il social della fotocamera, mentre io ho (ri)guardato una delle puntate della settima stagione di Criminal Minds. La questione è morta lì, nonostante avessi voluto aggiungere molto altro, ma non era il momento di andare oltre. So che dovremmo affrontare le cose subito, per poi lasciarcele alle spalle, non saranno un paio di "sgridate" a rovinare la nostra amicizia, ma non ne siamo in grado. Accumuliamo, accumuliamo e poi? Poi si scoppia, come una bomba a mano. Meglio lasciar perdere.
Mi concentro sulla guida ed in breve tempo arrivo sotto casa di Cristina. Miracolosamente è nel vialetto.
"Buongiorno." Mi saluta entrando in macchina.
"Ciao. Brava non hai fatto tardi." Mi congratulo, ingranando la prima marcia.
"Visto, te lo avevo detto!" Si pavoneggia facendomi scoppiare a ridere. È buffa quando fa così.
"Ma smettila. Tanto domani saremo da capo un'altra volta." Scrollo la testa.
"Domani è domani, pensiamo ad oggi." Fa spallucce, mentre cambia canzone: Rosso relativo di Tiziano Ferro.

36 anni... Bel casino! (in revisione)Where stories live. Discover now