Capitolo 6

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La faccia di Spencer in quel l'episodio era tremenda, non riuscivo a distogliere i miei occhi dallo schermo. E così, inevitabilmente, ero scoppiata in lacrime, tanto che mia madre voleva portarmi da un medico. Avevo veramente dato di matto. Continuavo a dire "Maeve" e "Spencer", non ero proprio normale, questo è stato un mio grande difetto, il fatto di entrare completamente in una storia, tanto da ragionare come loro e parlare come loro.

Il raduno finì alle sette e mezzo, quelle ore erano passata velocissime, ancora pensavo alla domanda che avevo fatto al gruppo...cast.
Chissà se li avrei mai rivisti, magari un giorno. Al solo pensiero di "vivere" nella stessa regione e non poterlo...poterli vedere tutti i giorni mi faceva star male.
"Divertita??" Mi chiese Cristina, mentre camminavamo verso l'hotel di mio zio. Avevamo deciso di prenderla comoda, visto che erano ormai le otto e mezzo. Saremmo partite la mattina successiva. E saremmo tornate alla routine di tutti i giorni.
"Molto...credi che li rivedremo un giorno?" Risposi, mi ritrovai a fissare le mie scarpe e poi l'asfalto sotto di esse.
"Credo che li rivedremo un po' prima....magari non tutti però." La guardai, non capivo che voleva dire.
Mi guardò anche lei poi aggiunse.
"Guarda là." Mi indicò un punto con il dito alla nostra destra, con molta calma girai il capo in quella direzione e notai due persone che conoscevo benissimo. A sedere su degli scalini c'erano Shemar e Matthew.
"Allora che facciamo...scappiamo senza che ci vedano oppure andiamo lì e ci facciamo una foto?" Ero più propensa per la prima, poi vidi, aguzzando la vista e si stavano guardando intorno con una cartina della città in mano. Mi avvicinai senza dare una risposta a Cristina, lei mi segui.
"Tutto bene?? Vi siete persi??" Chiesi educatamente, loro alzarono lo sguardo e senza neanche accorgermi stavo fissando gli occhi profondi di Matthew.
"Già..." Rispose Shemar, con un gran sorriso.
"Volete una mano...noi non siamo di qua, ma conosciamo Firenze abbastanza bene. Dove dovete andare??" Ero al quanto imbarazzata, ma stavo cercando di non darlo troppo a vedere.
"Al Grand Hotel." Rispose Shemar tornado a guardare la cartina.
"Niente di più facile...dovete prend..." Non riuscì a finire che Matthew mi interruppe.
"Perché non ci accompagnate voi." Iniziai ad avere caldo, dovevo essere rossa, la mie guance andavano a fuoco.
"C-certo." Non riuscivo neanche a parlare, dovevo solo stare calma. Che sarà mai alla fine, dovevo solo accompagnare il mio idolo all'hotel, una cosa da tutti i giorni no?
Loro si alzarono dagli scalini, a mio parere dovevano essere marmati. Ci incamminammo verso il Grand Hotel.

Tra di noi echeggiava un silenzio di tomba, credo che Cristina fosse imbarazzata almeno quanto me, non riusciva a fiatare, lei poi che era sempre a parlare.
"Allora di dove siete ragazze??" Chiese Shemar per spezzare il silenzio imbarazzante.
"Un paese non molto distante da Firenze." Risposi in fretta, Cristina annuì per dare la conferma.
"Voi...cioè...nel senso...okay niente." Non riuscivo a parlare, sapevo benissimo di dove erano, non aveva senso chiederglielo.
"Ti chiami Beatrice vero?" Una voce alla mie spalle mi fece voltare, Matthew si ricordava il mio nome.
"S-si..." Non riuscì a dire altro, cavolo Beatrice stai parlando con il tuo idolo non con la morte.
"Ti volevo chiedere scusa per stamattina, non volevo..." Abbassò lo sguardo.
"Non importa...la colpa è anche mia." Risposi, torno a guardarmi e accennò un sorriso.
Shemar ci guardò in modo interrogativo, giusto lui non sapeva che la stessa mattina io e Matthew avevamo avuto un incontro ravvicinato.
"Abbiamo avuto un piccolo incidente questa mattina." Intervenne lui. Shemar tornò a sorride e tornammo a camminare verso l'hotel.

...

"Grazie per averci accompagnato." Disse Il bel nero di fronte a noi.
"Ciao..." Lo salutò Cristina, aveva gli occhi a forma di cuore.
"Gube...non vieni?" Chiese a Matthew, lui si girò.
"Un attimo e arrivo." Gridò per farsi sentire dall'amico che ormai era già dentro il bellissimo palazzo.
"Grazie di tutto...ci vediamo in giro." Poi anche lui se ne andò, e li veramente mi chiesi se mai più lo avrei rivisto...almeno così da vicino.

...

"Bella serata no??" Domandò Cristina mettendosi il pigiama.
"Già..." Non ero in vena di parlare, dovevo essere la ragazza più felice del mondo in quel momento, ma mi sentivo tutto l'opposto.
"Che hai tata??" Ma perché sapeva benissimo come mi sentivo.
"Pensavo...niente di che." Risposi, mi misi sotto le coperte.
"Buonanotte." Disse.
"Ciao." Mi girai, e le diedi le spalle, ma perché ero così triste?

...

La sveglia, ebbe finalmente il coraggio di suonare e ci sveglio.
Andai in bagno per farmi una doccia e lavarmi i denti. Poi toccò alla mia migliore amica.
"Dove andiamo a fare colazione???" Chiesi infilandomi i jeans che mi ero portata per cambiarmi.
"Non facciamo colazione all'hotel." Sembrava stranita.
"No, non voglio rischiare di incontrare mio zio, lo sai come è fatto quando inizia a parlare non la smette più." In realtà non era per questo, volevo andarmene il prima possibile, circa un paio di mesi fa avevo litigato pesantemente con Gaya, mia cugina.
"Capisco ma per pagare?"
"A detto che ci pensava lui." Alzai le spalle e lei continuò a vestirsi.

Una volta finito di prepararci, ordinammo la nostra roba nelle borse e uscimmo finalmente da quel posto.
"Allora dove andiamo a fare colazione?" La domanda che meno di mezz'ora fa avevo fatto, me l'ha ripropose lei.
"Conosco una pasticceria buonissima in piazza Duomo." Lei annuì, il duomo non era distante da dove ci trovavamo, la pasticceria si chiamava LA DIVA e devo ammettere che era azzeccatissimo quel nome, si mangiavano i cornetti più buoni di tutta la Toscana.

...

La fila sembrava infinita, ma tanto avevamo tutto il tempo del mondo, erano solo le otto.
"Ciao Beatrice...è un po che non ti vedevo." Disse Alessia, da piccola venivo spesso a Firenze a trovare mia cugina, avevo un rapporto molto stretto con la cassiera perché mio zio ci portava sempre lì a fare colazione.
"Ciao Alessia." Le sorrisi ricambiando il saluto, era una donna molto gentile e accogliente.
"Che volete ragazze?" Chiese alla fine, questo era quel tipo di bar in cui prima facevi lo scontrino e poi ritiravi la roba.
"Un succo, un caffè e due paste." Con il suo solito sorriso, mi disse il prezzo è io pagai.

Una volta aver ritirato la nostra colazione io e Cristina ci sedemmo sugli unici posti liberi.
"Cavolo è buonissima questa pasta." Disse leccandosi i baffi, lei aveva preso il cornetto alla marmellata e il caffè, io invece un bombolone al cioccolato e un succo.
"Già...queste solo le più buone di tutta la Toscana." Dissi dando il primo morso.
"Allora i casi sono due o voi seguite noi o noi seguiamo voi." Mi girai di scatto e mi ritrovai Morgan...volevo dire Shemar davanti, con una tazza di latte fumante in mano e dietro di lui Matthew con un bombolone uguale al mio e un caffè. Ecco ci risiamo, erano due giorni che arrossivo ininterrottamente.
"Ciao." Lo salutammo all'unisono io e Cristina.
"C'è spazio per noi?" Chiese Matthew indicando il nostro tavolo che era preciso per quattro.
"Certo sedetevi." Rispose Cristina io spostai la borsa e Matthew si sedette accanto a me e Sheman davanti a lui.
"Allora noi seguiamo voi e voi seguite noi?" Chiese il nero ridendo.
"Mi pare più la prima." Risposi, ricambiando il sorriso.
"Questa ragazza ha carattere Gube sposala." Guardò Matthew che abbassò lo sguardo, per una volta che il rossore sulle mie guance stava miracolosamente sparendo, tornava a darmi fastidio per una frase.
"Scusalo è sempre così la mattina." Mi sussurrò.
"Tranquillo." Risposi con la voce altrettanto bassa. Non so perché ma in quel momento mi venne spontaneo sorridere.
"Scusate...so che siete donne e non dovrei fare queste domande...ma quanti anni avete??" Ne scappò Sheman, così dal nulla.
"Io diciannove, lei li fa a settembre." Mi indicò Cristiana tornando a sorseggiare il suo caffè.
"Posso farvi una domanda io?" Chiesi ad entrambi. Loro alzarono lo sguardo e annuirono.
"Perché la stagione per metà si terrà in Italia?" Lo so che non avrei dovuto fare una domanda del genere, perché di sicuro mi sarei spoilerata tutta la dodicesima stagione.
"Per cambiare un po' luogo, ma nella serie ci sarà un motivo più grande." Rispose Matthew.

...

Una volta finita la colazione, ci alzammo e uscimmo dalla pasticceria migliore del mondo.
Devo dire che fare colazione con loro due è stato molto più bello che nei miei sogni.
"Bea noi dobbiamo andare." Quella frase che non avrei mai voluto sentirgli dire gli uscì dalla bocca.
"Sì giusto...ciao è stato un piacere conoscervi." Nella mia voce sono sicura si udiva la malinconia che provavo.
"Anche per noi." Ricambiò Matthew.
"Ciao allora." Lo salutai un'ultima volta poi feci per incamminarmi con Cristina quando lui mi fermò.
"Senti prendi il mio numero così...se vuoi ci sentiamo...magari mi fai da guida turistica della Toscana...cioè ci fate." Disse rimasi di sasso, non riuscivo ad aprire la bocca così mi limitai ad annuire. Mi diede un bigliettino con sopra il suo numero e poi finalmente mi avviai verso la macchina più felice che mai.

36 anni... Bel casino! (in revisione)Where stories live. Discover now