17.

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Non so cosa gira nel cervello di quel ragazzo, mi fa imbestialire e la sua presunzione mi fa salire la nausea. Anche se gli ho detto quelle cose non vuol dire che non possa cambiare idea da un momento all'altro. Non riesco a credere che gli abbia davvero detto che sono innamorata di lui. Ora non mi va di pensarci, ho un caffè in sospeso con Seba.

Arrivo in piazza, puntuale e lo trovo ad aspettarmi su una panchina accanto al bar. Conosco Seba dalle elementari, da lì é nato un rapporto strano, non ci sentiamo spesso, non abbiamo bisogno di mille dimostrazioni, non condividiamo il nostro tempo libero ma quando decidiamo di vederci é come se fossimo legati da sempre, anzi, lo siamo. Tra noi non ci sono segreti, imbarazzo, freni. Siamo liberi. Gli sorrido e lui avanza verso di me. I suoi capelli biondi al sole sembrano quasi bianchi, mi sorride e mi scompiglia i capelli.

"Ess" ride e mi stringe a se. Mi ha sempre chiamata così. Da piccolo, quando aveva solo sei anni, faceva fatica a pronunciare il mio nome, faceva fatica a ricordarlo! Da lì Ess é diventato il mio nome ufficiale. Solo lui mi chiama così e io ne sono felice.

"Seba!" Urlo, non tanto per la gioia, ma perché mi sta soffocando nel suo abbraccio.

"Come stai piccoletta?"

"Bene, tu?" Ci avviamo verso un tavolino appartato. Iniziamo a parlare del più e del meno. Seba non cambia mai, da quando ha iniziato a studiare criminologia é diventato ancora più fissato. L'ho sempre preso in giro per le sue manie, poteva fare il detective, ed infatti fa criminologia. Ancora peggio! A volte é inquietante ma la sua mente viaggia molto più lontano di quella di qualsiasi altra persona. Lo adoro.

"E quindi sei innamorata" si gratta la nuca e mi sorride.

"Cosa? No. Non sono innamorata, solo che in questo periodo stanno succedendo tante cose. Sono andata via di casa, non sento i miei da giorni ormai, non so più cosa fare, mi capisci?"

"Ess, tutto si sistema e lo sai. Devi smetterla di creare continuamente muri intorno a te. Devi accettare quello che succede, quello che tu fai accadere. Ho sempre rispettato i tuoi spazi, i tuoi modi di fare ma dopo quello che mi hai raccontato, non so se riuscirò a continuare così. Ti conosco da tutta la vita, per me sei importante." Non ha fatto altro che parlare e tenere gli occhi incollati ai miei. Ecco come mi fanno sentire, debole, ancora una volta. Perché? É una responsabilità 'essere importante', vuol dire portarsi addosso il peso di una persona che sarà legata sempre a te. Soffrirà o gioirà in base a ciò che farai, e proprio per questo sarai responsabile della loro vita. Per chi é come me, essere importanti per qualcuno non é bello, é straziante.

"Seba, sai che me la caverò." Gli stringo la mano che ha appoggiato sul tavolo, ma lui la ritrae all'istante.

"No Ess, stavolta non sarà così. Stavolta non sarai sola, se rifiuti il mio aiuto non solo mi tieni lontano da te, ma mi ferisci, parto sconfitto da ora. Non esisto solo quando hai bisogno, quando hai voglia o vuoi ricordare al mondo che anche tu hai delle persone intorno. Sei davvero egoista." Si alza, mi volta le spalle e se ne va.

"Seba.." é già corso fuori. Cosa gli prende, non può comportarsi così, siamo sempre stati dalla stessa parte, l'ho sempre avuto accanto quando.. si quando ne avevo bisogno. Ha ragione. Sono un' egoista. Se così stanno le cose, se così deve andare, al diavolo lui, Alex, tutti. Voglio stare da sola, completamente sola. Eviterò a me e al resto del mondo una sofferenza inutile.

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Carissimi lettori. Mi scuso per la mia assenza, ma questo é il mio periodo debole. Mi ammalo di continuo e purtroppo non riesco a concentrarmi quanto vorrei. Questa diciassettesima parte segna la fine del capitolo DUE. Abbiamo conosciuto Seba, in realtà ci sono tante cose di lui che scopriremo più avanti.
Vi anticipo che il capitolo TRE si porterà avanti velocemente, farà chiarezza tra i personaggi e metterà un punto a tante situazioni.
Mi farò perdonare, grazie a tutti. xox

HIDDEN Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon