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"Così sembrerebbe. Comunque questo é tuo." Appoggio il cellulare sulla sedia accanto a lui e lo osservo irrigidirsi di nuovo. Non sa proprio contenere le emozioni.

"Cosa c'é che non va Gabriel?"

"Nulla, cosa ci hai fatto con questo?" Sventola il telefono davanti ai miei occhi.

"Ho chiamato tua madre, ma dalla sua risposta credo che tu sia al corrente del suo pensiero. Poi basta."

"Basta?" Spalanca gli occhi sistemandosi meglio sul letto.

"Si, basta. Non sono una ficcanaso. Solo una cosa però. Per cercare il numero di un tuo familiare ho dovuto sbirciare tra la lista contatti." Inizio a fare avanti e indietro per la stanza, cerco di cogliere qualche segnale che lo incastri, ma lui resta impassibile senza staccarmi gli occhi di dosso.

"E?" Mi incita a continuare.

"La cosa buffa, é che hai solo due contatti salvati, tua madre e Lux. Dopo la risposta di tua madre ho pensato di chiamare anche l'altro contatto, e l'ho fatto."

"Cosa hai fatto?" La sua voce cambia, diventa più alta, é arrabbiato, é quasi furioso.

"Ho chiamato, Gabriel, però nessuno ha risposto. Perché non richiami, magari avrai qualcuno con cui passare la notte."

"Magari più tardi, ora se non ti dispiace vorrei riposare. Grazie per" prima che potesse finire sono a dieci centimetri da lui, sento l'odore del sangue sotto le bende, i suoi occhi verdi hanno una sfumatura scura che mi fa perdere la testa. Ma io la testa non la perdo mai.

"Chiama Gabriel, ora"

"Ho detto che non voglio Aries." Siamo così vicini e tutto questo diventa quasi pericoloso, non so chi sia, non so quali siano le sue intenzioni, l'unica cosa che conosco é come si chiama e il mio numero salvato sotto uno strano nome. Devo averla vinta io.

"Te lo dico per l'ultima volta, chiama quel dannato numero, adesso." In tutta risposta mi afferra i capelli dietro la nuca e mi tira a se, le sue labbra sfiorano le mie, i suoi occhi sono fissi nei miei. Il respiro contro la mia bocca diventa carezza per i miei sensi, dopo un attimo infinito mi bacia, con foga, senza sosta. Un bacio violento, mi morde le labbra, le tira, le succhia, stringe i capelli ancora chiusi nella sua mano. Quando li lascia mi allontano, durante il bacio ho allungato la mano e recuperato il suo cellulare.
Ansimando mi appoggio contro la parete e con il dorso della mano mi asciugo le labbra.
Veloce vado nella lista contatti, lui cerca di alzarsi dal letto. Ma il dolore é troppo forte, non riesce a stare in piedi.

"Non farlo Aries, per favore." mi supplica.
Il telefono squilla e prendo il mio che sta vibrando, guardo gli schermi come poche ore prima, e gli lancio entrambi i cellulari sul letto. Li guarda e poi fissa me. Un sorriso malizioso compare sul suo viso. Spegne la chiamata e torna a guardarmi.

"Non finisce qui." Mi guarda ancora, porgendomi il cellulare.

"Non finisce qui per te." Mi volto e me ne vado. Scendo le scale col fiatone in gola, al primo piano incrocio Alex, vado a sbatterci contro e lui cerca di non farmi cadere tenendomi per un braccio.

"Fa attenzione per favore." Mi lascia il braccio quando ho recuperato l'equilibrio.

"Come sta John?"

"Lo hai sentito, é in coma. I medici dicono che é stabile, dobbiamo solo aspettare che si risvegli." Fa spallucce e tira fuori il pacchetto di sigarette.

"Mi fai compagnia?" Mi chiede, ma intanto mi afferra la mano e mi trascina giù fin fuori all'ospedale.

"Marc dov'é?" Prendo una sigaretta dal suo pacchetto, poi lui lo richiude e se lo infila in tasca. Accende la sua e poi fa accendere anche me.

"L'ho mandato a casa, per fare una doccia, a turno staremo qui. E tu? Che ci fai ancora qui?" Mi guarda appoggiandosi al muro.

"Ho fatto visita a Gabriel, mi hai vista prima. Ho scoperto una cosa e quindi avevo bisogno di chiarire con lui."

"Bhe, lo hai fatto?"

"No, purtroppo. Ma lui mi ha, ecco" ride e si avvicina, afferra la zip della mia giacca e la chiude fin sotto al collo. Lo guardo in cagnesco e gli do uno schiaffetto sulle mani.

"Ti ha baciata, si vede, hai le labbra rossissime." Continua a ridere e io sbuffo in segno di disappunto. Il cervello di questi non funziona, uno mi chiude la zip e mi prende per mano, l'altro mi bacia, Marc che vuole ammazzarmi ma mi mette in guardia. Non sono una bambina, forse qui hanno dimenticato io chi sono. Basta. Non voglio più saperne nulla. Voglio solo andare a casa.

"Io vado, ci si vede." Spengo la sigaretta e gli sorrido.

"Ah, Alex, non toccarmi mai più." Lui ride e io gli volto le spalle. Attraverso il cancello e appena sono fuori inizio a correre verso casa. Questa giornata é infinita. Mi serve una bella dormita.

HIDDEN Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin