16.

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Wishin' I could see the machinations
Understand the toil of expectations
In your mind
Hold me like you never lost your patience
Tell me that you love me more than hate me
All the time
And you're still mine

Sento Alex cantare in bagno mentre l'acqua accompagna le sue parole. Mi stropiccio gli occhi un paio di volte e mi stiracchio piano per poi tirarmi su a sedere. Sono ancora stordita dal sonno, cerco di ricordare quello che é successo ieri sera, mi guardo intorno, mi guardo i polsi. Delle linee sottili rosse disegnano dei cerchi intorno ad essi. Oddio. Ora ricordo. No, no, no, no, no. Mi alzo di corsa, apro la porta e corro di sotto. Mi chiudo in bagno o scappo? No, non posso scappare così, sembro uno zombie. Mi chiudo in bagno sì, sì, sì. Oddio che ansia, mi sento una stupida, mi pianto davanti allo specchio e mi appoggio le mani sul viso, ciò che ne viene fuori é un espressione tipo quella de 'L'urlo' di Munch. Adesso capisco la crisi esistenziale dell'uomo. Sono impazzita? Ho detto ad Alex di essermi innamorata di lui. Se lo ricorderà? Forse sì, forse no. Non ce la faccio. Mi spoglio e mi fiondo in doccia. Apro l'acqua di scatto, é gelida. Urlo per i brividi e inizio a saltellare per cercare di riscaldarmi un po'. Che bel risveglio. Mai avuto uno migliore in vita mia.

Alex bussa alla porta ripetutamente.

"Aries?" Continua ad urlare. Sembra preoccupato, la cosa mi fa ridere. Sono uscita dalla doccia, ma per la fretta ho dimenticato i vestiti. Non trovo l' accappatoio così decido di avvolgermi in un asciugamano. Adesso si, sono un salame.

"Aries apri, o sarò costretto ad entrare."

"Non ci provare nemmeno Alex!" Ma cosa gli salta in mente. Dopo due minuti la porta si spalanca. Lui mi guarda e soffoca una risata comprendosi la bocca con entrambe le mani.

"Bhe?" Appoggio le mani sui fianchi e piego la testa di lato.

"La privacy per te é un optional, vero? Esci immediatamente." Agguerrita mi avvicino per spingerlo fuori, ma lui si aggrappa alla porta opponendo resistenza. Mi sforzo facendo peso con la spalla ma lui niente, non si smuove.

"Calma, calma, volevo sapere solo come stai." Ride ancora, sembra tranquillo, allora non ricorda nulla? Com'é possibile?

"Sto bene, potresti passarmi la borsa? Così mi cambio, su." Lo guardo e lui si allontana per poi tornare con la mia borsa. Gliela strappo dalle mani.

"Ok, grazie, ciao." gli sbatto la porta in faccia e mi vesto velocemente. Com'è possibile che non si ricordi? Sono davvero stupita. Per un verso sollevata, d'altra parte però mi sento delusa perché quello era un momento nostro, così intimo. Sospiro e una volta pronta esco.

Alex é di buon umore, ha preparato la colazione mettendo da parte qualcosa da portare a John. É così raggiante che fa sentire bene anche me.

"Stanotte ho fatto uno strano sogno." Sorride mentre addenta una fetta di pane e marmellata.

"Cioè?" Lo guardo incuriosita mentre mangio dei biscotti.

"Ho sognato te, mi dicevi di essere innamorata..di me." Mi sorride. Sto per soffocare con l'ultimo biscotto. Inizio a tossire spalancando gli occhi. Un sogno eh? Che figuraccia. Alex fa un balzo e ride, prendendosi ancora gioco di me. Si alza e viene a darmi qualche pacca sulla schiena.

"Se é questo quello che ti succede, non dichiarati mai a nessuno." Gli lancio uno sguardo omicida e lui ride iniziando a sparecchiare.

"Bhe sappi che resterà solo un sogno, caro mio." Dico per poi alzarmi e recuperare le chiavi della mia moto.

"Non credo e tu lo sai." Mi fa un sorrisino complice. Resto a fissarlo per qualche secondo. A che gioco stai giocando Alex? In tutta risposta gli faccio il medio, proprio perché sono una ragazza molto fine, ed esco di casa senza salutarlo. Imbecille.

HIDDEN Where stories live. Discover now