Forty six.

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La mattinata era trascorsa in modo abbastanza lento, in paese si era diffusa la notizia che il gran signore aveva avuto un incidente, l'uomo che si era recato al paese per avvisare dell'accaduto si era rivelato essere un grande chiacchierone ed aveva detto, a più persone, dell'incidente facendo così diffondere la notizia, tutti era curiosi di sapere ogni minimo dettaglio e di conoscere le condizioni dell'uomo ma nessuno era riuscito a trovare tali informazioni.

Federico, nel primo pomeriggio, si era recato nella piazza del paese per poter passare un po' di tempo con i suoi compaesani, dopo tanto tempo, ma si era ritrovato sommerso da persone che gli facevano domande a cui lui non aveva risposta, tutti gli chiedevano se fosse a conoscenza dell'accaduto e se sapesse quali fossero le condizioni di Alberto ma, il biondo, si era rifiutato di rispondere a qualsiasi loro domanda dicendo che non erano cose che toccava a lui dire e che se avessero voluto sapere qualcosa dovevano recarsi direttamente alla casa del diretto interessato.
Vedere così tante persone sinceramente preoccupate per le condizioni di salute di Alberto fece sentire in colpa il più piccolo che si ritrovò a sospirare sconsolato mentre ricordava ciò che era successo poche ore prima con Benjamin, si era comportato davvero male nei suoi confronti e verso quelli della sua famiglia, nonostante tutte le cattive azioni restava pur sempre il padre di Benjamin, come lui stesso gli aveva detto prima di andare via, ed essere preoccupato per lui era normale.
Si sentiva davvero in colpa per ciò che aveva fatto e voleva assolutamente porre rimedio al suo sbaglio, odiava litigare con il suo fidanzato, ancor di più dopo la bella notte che avevano passato insieme; una scia di brividi gli percorse il corpo al ricordo di ciò che avevano fatto quella notte, sul suo petto era ben marcati i segni di quelle ore d'amore, si ritrovò, involontariamente, a toccarsi la labbra non appena il ricordo delle labbra dell'altro sulle sue gli attraversò la mente, amava così tanto quel ragazzo da non poter fare altro che sorridere quando si trattava di lui, Benjamin lo faceva stare bene.
Federico, per qualche istante, si guardò intorno prima di iniziare a correre verso la direzione della casa del moro, doveva assolutamente fare pace con lui, il prima possibile.

Dopo non molto tempo, il più piccolo, giunse alla dimora del moro e notò un grande via vai di cameriere nel giardino che si affrettavano a lucidare il tutto.
Il ragazzo prese un lungo respiro e, con passi svelti, entrò nella casa dato che la porta era aperta, il suo sguardo vagò tra le mura che lo circondavano alla ricerca degli occhi chiari di Benjamin ma incontrò solo quelli verdi di Maria che si stava dirigendo nella sua direzione.
-"Federico." Lo chiamò.
Il biondo non sapeva mai come comportarsi con lei, sapeva che voleva aiutarli, che era dalla loro parte, ma restava sempre la fidanzata ufficiale di Benjamin, colei che era destinata a sposarlo.
-"Uhm, Maria." Disse lui e si grattò la nuca con fare nervoso.
-"È bello che tu sia qui." Rispose la giovane e abbozzò lo sguardo.
-"È il minimo che possa fare, sai quanto tengo a Benjamin." Disse Federico.
-"E so anche quanto Alberto ti ha fatto soffrire." Sospirò la ragazza.
-"Sono qui per Benjamin, per dare il mio sostegno a lui, non per Alberto." Rispose il biondo e serrò i pugni.
-"Scusami, non volevo infastidirti." Farfugliò Maria e si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-"Non mi hai infastidito solo, Alberto, non è il mio argomento preferito." Disse il più piccolo e scrollò le spalle. "Benjamin dov'è?" Chiese.
-"È al piano di sopra, aveva un forte mal di testa ed è andato a riposare un po'." Rispose la ragazza. "Ma credo che tu non gli sarai affatto di disturbo, anzi." Aggiunse sorridendo.
-"Vado da lui." La avvisò il ragazzo e corse al piano di sopra.

Federico era stato molte volte in quella casa quindi sapeva orientarsi abbastanza bene, non ebbe difficoltà nel trovare la stanza del ragazzo, la porta era chiusa quindi si avvicinò e bussò cautamente.
-"Avanti." Farfugliò il moro e si portò una mano sulla fronte.
Il più piccolo abbassò la maniglia ed aprì la porta.
-"Posso?" Chiese e inclinò la testa da un lato.
Benjamin si girò verso la porta e rimase sorpreso nello scorgere la testolina bionda del ragazzo.
-"Federico." Disse. "Che sorpresa." Aggiunse.
-"Posso entrare?" Chiese nuovamente il biondo.
-"Entra." Rispose il più grande e si sedette a gambe incrociate sul letto appoggiato allo schienale.
Federico annuì e sgattaiolò nella stanza chiudendo la porta alle sua spalle.
-"Cosa ci fai qui?" Chiese il maggiore.
Il più piccolo avanzò verso di lui e si sedette sul bordo del letto.
-"Sono venuto qui per scusarmi." Rispose il ragazzo.
-"Scusarti? Per cosa?" Fece finta di non capire il moro e inarcò un sopracciglio.
-"Ti prego, non comportati così con me..." Sussurrò Federico e gli prese la mano. "So che mi sono comportato davvero male con te, mi sono dimostrato un insensibile, e mi dispiace tantissimo.
Non so perché mi sono comportato in quel modo, non augurerei mai del male a nessuno, tantomeno a tuo padre.
Mi dispiace così tanto, Ben, mi sento malissimo per ciò che ho fatto." Si scusò Federico e abbassò lo sguardo.
Benjamin rilasciò un lungo sospiro e strinse la mano del più piccolo prima di dargli un bacio sul dorso.
-"Non riesco ad essere arrabbiato con te, ti amo troppo per farlo.
Ho bisogno di averti accanto per essere felice, nel bene e nel male, sono dipendente anche da te anche se non voglio ammetterlo.
Senza di te io sono incompleto e non mi piace la sensazione che provo quando non ci sei.
Anche se tu facessi mille sbaglio io ti perdonerei sempre una volta di più.
Ti amo Federico, nonostante tutto." Rispose il ragazzo e poggiò le mani sulle guance dell'altro per fare unire le loro labbra.
Il biondo sorrise a quel contatto, era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento.

Dopo non molto i due si staccarono e si guardarono sorridendo.
-"Mi sono mancate le tue labbra." Sussurrò il moro e gli diede un ultimo bacio a stampo facendo sorridere l'altro.
-"Tuo padre quando arriva qui?" Chiese il più piccolo e si accoccolò al suo petto.
-"Domani mattina." Rispose Benjamin e gli diede un bacio tra i capelli. "Ma ora non voglio pensare a lui, voglio pensare solo a te.
Ti va di restare qui a dormire? Ho bisogno di averti accanto." Chiese.
-"Non resto solo a dormire, resto per tutta la vita."

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Ehi💕
Vi ringrazio per le ventitré mila visualizzazioni e per tutto ciò che fate per supportami, vi adoro💕
Vi avviso che Lunedì uscirà una One Shot, sarà sempre sui due piccoli e spero vi piaccia.
Volevo anche dirvi che per quanto riguarda 'Forbbiden soulmates', la mia storia in collaborazione con fenjifanfiction , sarò io a continuarla e a portarla a termine e potrete trovarla sempre sul suo profilo.
Per qualsiasi cosa potete contattarmi qui o mi trovate su Twitter come @suarezgilliesIt.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci, Michi💕

Illegal love || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora