Thirty six.

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I giorni trascorrevano lenti uno dopo l'altro, settembre era ormai giunto alla sua fine e il maltempo iniziava a diventare sempre meno raro e tutti si erano rassegnati a dover passare i prossimi mesi a difendersi dal freddo e a ritornare a casa prima per vie delle giornate che si andavano ad abbracciare.
Era passata poco più di una settimana da quando Benjamin e Federico si erano lasciati per volere del secondo, nessuno dei due aveva avuto il coraggio, ne la voglia, di ritornare a quel solito posto che condividevano da tutta una vita.
Più volte Benjamin si era recato alla d'umore del minore ma quest'ultimo, nonostante il forte desiderio di riabbracciarlo, aveva sempre rifiutato di vederlo, sapeva che sarebbe stato solo uno sbaglio che avrebbero pagato caro entrambi.
Il padre del moro continuava a ribadire che era la scelta migliore che entrambi potessero prendere, che il futuro di Benjamin era con Maria, e non con Federico, diceva perfino che era disposto a perdonare quel momento di follia del figlio se questo si fosse dimostrato dispiaciuto ma tutto ciò che otteneva, dal più grande, erano cattive parole e che questo si rinchiudesse per ore nella sua stanza.
Sia sua madre che Maria erano tornate a casa sua ma nessuna delle due sapeva cosa fosse successo e non sapevano cosa fare per risollevargli il morale, odiavano vederlo in quello stato ma né lui né suo padre volevano dire alle due donne cosa fosse successo in loro assenza.

Un nuovo giorno era iniziato, dei nuvoloni grigi si stavano avvicinando a grande velocità e non sembravano promettere nulla di buono.
Federico, ancora una volte, aveva passato la notte insonne e sul suo viso erano ben marcati i segni di quella sua insonnia, ogni volta che chiudeva gli occhi sognava di un ragazzo dagli occhi chiari, che lui amava, e dai folti capelli mori e finiva per svegliarsi in lacrime, era forte il rimorso per averlo lasciato ma sapeva che era la scelta più giusta, non potevano continuare a stare insieme, non potevano neanche stare separati ma voleva che Benjamin pensasse il contrario, perché il padre del maggiore aveva chiaramente espresso la sua opinione in merito e sapeva che sarebbe finito per farla pagare ad entrambi.
Dopo non pochi richiami da parte di sua madre e vari lamenti da parte sua, il più piccolo, si alzò dal letto e si preparò per uscire di casa, poco più di mezz'ora dopo il ragazzo era pronto per uscire e prendere un po' d'aria.
-"Figliolo esci?" Gli chiese Eva, la madre.
-"Si, madre, ho bisogno di prendere un po' d'aria." Rispose il ragazzo e si infilò la giacca.
Sul volto della donna si dipinse un'espressione mista tra la compassione e la preoccupazione.
-"Sapevo che Benjamin ti avrebbe fatto soffrire, l'ho sempre saputo e non ho potuto impedirlo." Disse lei con una punta di rabbia nella voce.
-"Non sto male per colpa sua e ora, vi prego, non parliamo più, non voglio." Rispose il biondo e uscì di casa sbattendo la porta dietro di sè.

Federico continuava a camminare tra le strade del paese con la testa fra le nuvole, era talmente perso tra i suoi pensieri da non sentire la voce di un suo compaesano che continuava a sgolarsi per chiamarlo.
-"Federico!" Continuò ad urlare il ragazzo.
Solo quando questo poggiò una mano sulla spalla di Federico il ragazzo sobbalzò e si rese conto della presenza dell'altro.
-"Leo, mi hai fatto spaventare." Disse il biondo con una mano sul petto mentre cercava di tranquillizzarsi.
-"Scusa, ti sto chiamando da minuti interi ma tu non mi rispondevi." Si scusò Leo.
-"Ero perso tra i miei pensieri e non ti ho sentito." Spiegò Federico. "Comunque cosa c'è?" Chiese.
-"Nulla, non ci vediamo da un po' e speravo potessimo passare del tempo insieme." Disse il ragazzo e iniziò a camminare per la piazza affiancato dall'altro.
-"Certo." Accettò il più piccolo. "Cosa ti va di fare?" Continuò.
Leo si fermò di colpo e prese le mani del minore senza mai smettere di sorridere.
-"Ho una proposta che di sicuro non rifiuterai." Disse entusiasta.
-"Dimmi." Rispose Federico.
-"Ad un mio amico hanno regalato due cavalli, per poter pagare i debiti che avevano con lui, e mi ha detto che posso usarli quando voglio.
Ti va di venire a cavallo con me?" Propose felice Leo e strinse le mani del ragazzo.
-"Va bene, andiamo." Accettò il biondo e abbozzò un sorriso.
-"Ci divertiremo tantissimo!" Quasi urlò il ragazzo e lo trascinò con sè lungo una stradina.

Il cielo diventava sempre più grigio man mano che il tempo passava, Federico e il suo amico Leo erano arrivati alla casa dell'amico del secondo ed erano pronti per cavalcare i due bellissimi cavalli che erano stati messi a loro disposizione.
-"Sai andare a cavallo, Federico?" Chiese Leo.
La mente di Federico ritornò a quando, giorni prima, lui e Benjamin erano andati a cavallo nella tenuta di Sebastian e si era preoccupato che lui imparasse a cavalcare.
-"Si, tranquillo." Rispose il biondo e salì sull'animale.
-"Ti va di fare una cavalcata per i dintorni?" Propose il ragazzo.
-"Va bene ma dopo, ora vado a fare un giro di prova tu intanto preparati." Disse Federico e, senza nemmeno dar tempo all'altro ragazzo di rispondere, andò via in sella al cavallo.

La voce di Leo giunse ovattata alle orecchie di Federico che si allontanava sempre di più mentre i suoi occhi si inumidivano e la sua mente gli ricordava di quando accanto a lui c'era Benjamin che si preoccupava di tenere buono l'animale per evitare che si facesse male, per ogni ricordo passato con il ragazzo una lacrima finiva per rigargli il viso, si sentiva morire al pensiero che mai più avrebbe trascorso dei momenti del genere con il suo unico amore, tutto ciò che avevano condiviso era giunto al termine per colpa del padre del maggiore, mai l'avrebbe perdonato.
Dal cielo erano iniziate a venir giù alcune goccioline d'acqua che, ben presto, si trasformarono in una vera e propria tempesta, pochi minuti dopo un lampo illuminò il cielo facendo imbizzarrire il cavallo.
L'unica cosa che Federico riuscì ad udire furono le urla disperate del suo amico Leo che correva a grande velocità verso di lui.

Illegal love || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora