Thirty five.

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Il maltempo era tornato ad impossessarsi del paese, segno che la bella stagione stava ormai per terminare, tuoni rumorosi minacciavano di trasformarsi in pioggia e di costringere, nuovamente, gli abitanti del paese a rinchiudersi nelle loro case o, comunque, a rifugiarsi da qualche parte ma c'era qualcuno a cui non importava della tempesta che da lì a poco si sarebbe scatenato, lui era già morto dentro.

Benjamin se ne stava lì, immobile, incapace di muovere qualsiasi muscolo, aveva visto il più piccolo correre via, lontano da lui, e non era stato in grado di inseguirlo e stringerlo il più forte possibile al suo corpo, forse Federico aveva ragione, aveva rinunciato a lui e nemmeno se ne era reso conto.
Le parole pronunciate poco prima dal biondo non volevano lasciarlo in pace, continuavano a ripetersi nella sua mente e, ogni volta, lo ferivano sempre di più, come una coltellata che andava sempre più a fondo, sentiva ogni parte del suo corpo sgretolarsi lentamente provocandogli una tortura atroce.
I secondi passavano veloci l'uno dopo l'altro e lo costringevano ad accettare che non ne avrebbe passati altri in compagnia del piccolo Federico, il ragazzo aveva deciso di rinunciare a loro due, a lui, per lasciarlo libero di essere felice ignorando il fatto che era proprio lui la sua felicità contrariamente a quello che suo padre, e anche il biondo stesso, pensava.
Cosa ne sarebbe stata della sua vita da quel momento in poi? Non aveva alcun motivo per continuare a vivere e lottare, non aveva motivi neanche per essere felice, non gli rimaneva più nulla, tutte le cose materiali di cui suoi padre lo ricopriva non erano abbastanza, non avrebbero mai eguagliato ciò che Federico gli faceva provare.
Benjamin considerava la sua vita finita nel momento stesso in cui il più piccolo gli aveva detto addio.

La pioggia aveva iniziato a bagnare le strade del paese con grande prepotenza, costringendo tutti gli abitanti di quel posto a rinchiudersi nelle proprie case o, comunque, a cercare rifugio da qualche parte e, per questo motivo, nessuno aveva potuto udire i singhiozzi mal trattenuti e le grida disperate che fuoriuscivano dalle labbra secche di Benjamin che non faceva altro che correre, correva il più possibile, voleva allontanarsi da quel posto e, soprattutto, da Federico ma sapeva che quest'ultimo l'avrebbe seguito in qualsiasi parte del mondo, lui era dentro il suo cuore.

Con il fiato sospeso, gli occhi arrossati, le gambe distrutte e il cuore ancor di più, Benjamin, era giunto a casa sua, o meglio la casa in cui viveva, non sentiva suo quel posto, era lì che viveva la persona che voleva solo vederlo infelice e giocava tutte le sue carte per raggiungere il suo scopo, era lì il posto dove non poteva vivere felice con Federico, quella casa non aveva niente di suo seppur contenesse tutti i suoi oggetti, non era il suo posto e non lo era mai stato.
Con la testa bassa e il cuore pesante, il moro, allungò una mano e la strinse in un pugno per poter bussare alla porta, picchiettò leggermente il pezzo di legno e si ritrovò a sperare che nessuno l'avesse sentito per poter avere una scusa per scappare ancora una volta e inseguire la sua felicità ma qualcuno aprì la porta.
-"Signore è tutto bagnato!" Esclamò Nives evidentemente preoccupata.
Benjamin la guardò per pochi istanti e sorrise, nemmeno lui sapeva il perché di quel sorriso, gli venne naturale farlo nel vedere quanto quella donna, pagata per essere al suo servizio, fosse preoccupata per lui.
-"I vestiti bagnati sono il mio problema minore, mia cara Nives." Disse il ragazzo e entrò in casa.
La donna chiuse la porta alle sue spalle provocando un forte tonfo.
-"Vuole che le prepari qualcosa? Un bagno caldo o preferisce un pasto caldo?" Chiese lei e lo seguì verso le scale.
-"Ho bisogno di una sola cosa, di una sola persona, ma né tu né nessun altro può darmela." Sussurrò il più grande e si trascinò su per le scale.

Durante il tragitto per raggiungere la sua stanza si imbattè in una cameriera che lo guardò preoccupato ma decise di continuare per la sua strada ed ignorare il suo viso spento.
Una volta giunto davanti alla porta della sua stanza, afferrò la maniglia e, con gesti lenti, aprì la porta prima di fiondarsi all'interno.
"Dove sei mio piccolo Federico?" Pensò lui e si richiuse la porta alle spalle per poi poggiarvi la schiena contro e si lasciò cadere sul pavimento freddo mentre varie lacrime gli bagnavano il viso confondendosi con le goccioline d'acqua che ricadeva dai suoi capelli.
Un ennesimo grido, più forte di altri, riempì la stanza facendo sobbalzare tutte le persone che si trovavano in casa.
Benjamin lasciò che la guancia entrasse in contatto con il pavimento e strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche, qualsiasi dolore fisico non sarebbe mai stato abbastanza forte da superare quello che provava dentro di sè.

Poco più di dieci minuti dopo qualcuno aprì la porta della stanza di Benjamin, senza nemmeno bussare, urtando così il piede del ragazzo che si trovava ancora sul pavimento.
-"Benjamin." Lo chiamò l'uomo.
Il moro udì a malapena la sua voce ma non aveva le forze per rispondere.
Alberto, vedendo lo stato in cui si trovava il figlio, lo prese di peso e lo fece sdraiare sul letto.
-"Non preoccuparti, so che stai male perché Maria è dovuta partire ma tornerà tra tre giorni, non starà via molto." Disse Alberto con un sorriso stampato sul volto e si sedette accanto a lui.
Benjamin girò la testa verso l'uomo e rise, suo padre lo faceva ridere.
-"Io non sto male per lei, davvero crede che possa essere così?" Chiese ironico il ragazzo.
Il sorriso scomparì dal volto dell'uomo che si alzò per mettersi davanti a suo figlio.
-"Tu non rivedrai mai più quel ragazzo, lui è morto per te." Disse con tono duro.
-"Io lo amo e non rinuncerò a lui." Rispose il più grande e si mise a sedere al centro del letto.
-"Lo farai se non vuoi vederlo morto davvero." Controbatté Alberto facendo rimanere a bocca aperta suo figlio che lo osservava incredulo.
-"Non potete farlo davvero, Federico non vi ha fatto nulla di male!" Disse il moro alzando la voce.
-"Se continui a vederlo mi costringerai a farlo.
A te la scelta Benjamin, la tua felicità o la sua vita?" Chiese l'uomo e si avvicino alla porta. "Maria tornerà presto, organizzale una bella sorpresa." Continuò recuperando il suo solito sorriso malefico e uscì dalla stanza.
Benjamin osservava la porta e non sapeva cosa pensare.
Suo padre aveva vinto di nuovo.

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Ehi💕
Anche questa volta vi ringrazio per le diciassette mila visualizzazioni, per tutti i commenti che lasciate e per tutto ciò che fate💕
Inoltre ci tenevo ad augurare buona fortuna a tutti voi che avete già iniziato la scuola❣
Alberto ha minacciato Benjamin, secondo voi cosa farà? Sceglierà la sua felicità o la vita di Federico?
Vi comunico che presto, molto presto, succederà qualcosa di davvero inaspettato che potrebbe cambiare la vita dei due piccoli e non solo.
Come sempre, per qualsiasi motivo, potete contattarmi qui o mi trovate su Twitter come @suarezgilliesIt.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci, Michi💕

Illegal love || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora