Forty five.

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Agnes aveva appena comunicato loro una notizia che li aveva lasciarti a bocca aperta, senza parole, le quattro persone presenti nella stanza continuavano a scambiarsi vari sguardi nell'attesa che qualcuno dicesse qualcosa.
Sul volto della donna erano presenti varie lacrime che le stavano rigando le guance e Benjamin, involontariamente, si ritrovò a chiedersi se fossero lacrime di gioia o di tristezza, neppure lui sapeva se rallegrarsi di quella notizia o piangere disperatamente pregando affinché la vita di suo padre non finisse in quel giorno, Alberto era l'uomo che gli stava rendendo la vita un inferno, che voleva tenerlo lontano, a tutti i costi, dall'amore della sua vita e che gli aveva imposto come moglie una ragazza di cui non sapeva nulla se non il nome ma, nonostante tutto, era pur sempre suo padre, l'uomo che aveva contribuito a donargli la vita, poteva rallegrarsi delle sue disgrazie?
Un singhiozzo spezzò il silenzio che si era venuto a creare nella sala da pranzo e i tre giovani si girarono nella direzione della donna che cercava di coprirsi la bocca con una mano per evitare di singhiozzare ancora, solo in quel momento il moro capì che non poteva gioire di ciò che era successo a suo padre, nonostante tutte le azioni, da lui poco gradite, che l'uomo commetteva sapeva che voleva solo il suo bene e, in quel momento, toccava a lui volere il bene del suo genitore.
Il più grande si alzò velocemente dalla sedia e corse ad abbracciare la madre che lo strinse altrettanto forte e scoppiò a piangere in maniera quasi disperata.
-"Andrà tutto bene, madre." La rassicurò il figlio. "Ne sono sicuro." Aggiunse.
-"N- no, Benjamin, è successa una cosa o- orribile..." Singhiozzò la donna e strinse tra le mani la giacca del ragazzo.
Maria e Federico si scambiarono uno sguardo confuso, non sapevano cosa fare, si sentivano di troppo in quella situazione, nessuno dei due era della famiglia e non potevano osare fare nulla di più che cercare di consolare Agnes e Benjamin.
-"Venite madre." Disse il moro. "Venite a sedervi." Continuò, le prese la mano e la portò con sè fino alla tavola per farle occupare il posto precedentemente occupato già da lei.
-"Donna Agnes, calmatevi per favore." Disse Maria e le prese la mano. "Vi sentirete male se continuate così." Aggiunse con tono preoccupato.
-"Federico, per favore, puoi versarle un bicchiere d'acqua?" Chiese il più grande.
Il biondo annuì e fece come gli era appena stato chiesto, riempì un bicchiere d'acqua e lo porse alla donna che lo afferrò con mane tremante.
-"G- grazie, Federico..." Lo ringraziò la donna e bevve un piccolo sorso d'acqua.
-"Ve la sentite di dirci cos'è successo?" Domandò Benjamin e si sedette accanto alla donna.
Federico lo guardò per qualche istante prima di abbassare la testa, sentì qualcosa stringergli il cuore quando notò che il suo fidanzato non si era seduto accanto a lui, sapeva fosse una cosa stupida, dato il momento, ma non poteva farne a meno.
Agnes tirò su con il naso, si asciugò le lacrime e prese un lungo respiro.
-"Ve lo dirò." Disse e strinse il fazzoletto tra le mani. "L'uomo che voleva urgentemente vedermi è uno di quelli che lavora con tuo padre lì dov'è andato ed era con lui nel momento in cui ha avuto l'incidente." Continuò a parlare la donna ma venne interrotta da un rumoroso singhiozzo.
-"Se non ve la sentite possiamo aspettare, non mettetevi fretta." Disse Maria.
La donna scosse la testa e riprese a parlare.
-"Alberto si era recato alla stalla di un suo caro amico, questo aveva appena acquistato vari cavalli e voleva che tuo padre gli desse una sua opinione perché, come ben sai, lui si intende molto di cavalli.
Uno di questi animali, il più grande e feroce, era legato solo da una corda e non era rinchiuso come tutti gli altri per mancanza di spazio, Alberto si è avvicinato a lui e qualcosa è scattato nel cavallo, ha iniziato a dimenarsi fino ad arrivare a liberarsi.
L'amico di tuo padre ha cercato di legarlo nuovamente, di fermarlo, ma era troppo tardi, il cavallo era già corso via travolgendo Alberto che si è trovato schiacciato al muro e infilzato con un grosso pezzo di legno che si era staccato dal muro." Spiegò Agnes prima di scoppiare nuovamente a piangere.
Benjamin si passò una mano sul volto e si costrinse a non piangere, voleva infondere forza in sua madre, non altro dolore.
-"E o- ora come sta?" Chiese titubante il più piccolo che temeva di apparire fuori luogo.
-"L'amico gli ha fornito i primi soccorsi e subito dopo ha chiamato un dottore che ha estratto il pezzo di legno e ha medicato le sue ferite ma non sta affatto bene, sono molto pessimisti sul suo futuro.
Temono che non sopravviverà molto." Spiegò la donna. "Lo stanno trasferendo qui e temono non sopravviverà nemmeno al viaggio." Aggiunse prima di singhiozzare nuovamente.

Maria era rimasta a casa di Benjamin per poter consolare la madre di questo e tenerle compagnia mentre i due giovani avevano deciso di uscire per fare una passeggiata e prendere un po' d'aria, il moro si sentiva soffocare tra quelle mura dove tutto gli ricordava di suo padre, Federico aveva subito accettato la sua proposta e, insieme, si stavano dirigendo al loro solito posto.
I due si stavano tenendo per mano ma Benjamin era talmente perso nei suoi pensieri che non riusciva neanche a stringerla come voleva, Federico continuava ad osservarlo e sospirava, non gli piaceva vederlo in quello stato.

I due erano giunti al loro solito posto, Benjamin si era avvicinato alla riva del lago mentre Federico l'aveva abbracciato da dietro cogliendolo alla sprovvista.
-"Benjamin?" Lo chiamò.
-"Cosa?"
-"Me lo fai un sorriso?" Chiese il più piccolo e sporse il labbro inferiore in avanti.
Il moro sospirò e si divincolò dalla sua presa.
-"Come posso sorridere in questo momento?" Domandò retorico il ragazzo.
-"Voglio solo vederti felice..." Sussurrò in risposta Federico.
-"Mio padre ha appena avuto un incidente, non riesco ad essere felice." Disse il più grande.
-"Non è successo nulla di grave." Controbattè il biondo.
-"Nulla di grave?" Ripetè Benjamin inarcando un sopracciglio.
-"Ha avuto un incidente, sì, ma non è nulla di tragico." Disse il minore.
-"Un cavallo l'ha travolto e un pezzo di legno è rimasto infilzato nel suo corpo e tu dici che non è nulla di tragico.
Sai che può morire?"
-"Anche se fosse non sarebbe una grande perdita." Sbuffò il biondo e incrociò le braccia al petto.
-"Federico, stai scherzando, vero?" Chiese il maggiore che si stava innervosendo.
-"No, lui ci ha fatto del male ed è giusto che venga ricambiato con la stessa moneta." Rispose Federico.
-"Ma lui è pur sempre mio padre!" Quasi urlò Benjamin. "E tu non capisci mai nulla!" Aggiunse e si allontanò.
-"Benjamin!" Lo chiamò urlando il più piccolo.
-"Lasciami stare!" Rispose il moro e andò via.

Illegal love || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora