Twenty seven.

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I giorni passavano, in paese non succedevano grandi cose, la festa del paese era ufficialmente conclusa e tutti erano tornati alle loro attività quotidiane che erano diventate più difficili da svolgere per via del gran caldo.
Ma c'era qualcuno a cui non importava del caldo perché aveva problemi ben più importati.
Nonostante le parole rassicuranti di Benjamin, Federico, non riusciva a trovare pace, nella sue mente le peggiori ipotesi si erano fatte spazio, temeva che il padre del ragazzo riuscisse a separarli, che lo portasse via da sè e che incastrasse Benjamin in un matrimonio senza amore.
Ma si sarebbe trattato davvero di un matrimonio senza amore?
Questa era un'altra delle brutte ipotesi che gli giravano per la mente, se Benjamin, dopo aver conosciuto la fidanzata trovatagli da suo padre, se ne fosse innamorato? Lui che avrebbe fatto in quel caso?
L'avrebbe perso in tutti i sensi senza poter far nulla.
Una lacrima solitaria gli rigò il viso ma l'asciugò il più in fretta possibile per evitare che il più grande, che era poco più avanti di lui ad ammirare il panorama, lo vedesse in quelle condizioni.
Federico gli aveva detto che andava tutto bene, che si fidava di lui e sapeva che sarebbe andato tutto bene tra di loro ma l'aveva detto solo per non farlo preoccupare, si fidava di lui ma sapeva che Benjamin davanti a suo padre non aveva potere, per tutta la vita si era dovuto sottomettere a lui semplicemente perché lui era il più forte, se pensava al futuro non vedeva più lui e Benjamin insieme, vedeva il maggiore sposato e con una famiglia e lui triste e solo.
Era forse questo ciò che sua madre intendeva dire con le sue parole?

-"Piccolino!" La voce allegra del moro lo risvegliò dai suoi pensieri.
-"Cosa c'è?" Chiese lui e strinse le ginocchia al petto.
Benjamin aggrottò le sopracciglia e sospirò sonoramente prima di raggiungerlo e sedersi accanto a lui.
-"Va tutto bene?" Soffiò lui.
Un'altra lacrima rigò la guancia rosea del più piccolo e un singhiozzo uscì dalla sua bocca prima che lui potesse coprirla con una mano.
Il moro, che aveva capito il perché del suo stato d'animo, allargò le gambe e fece sistemare l'altro tra esse.
-"Federico." Sussurrò lui e avvicinò le sue labbra al collo del ragazzo. "Anche se mio padre dovesse davvero trovarmi una fidanzata io non mi sposerò, non potrei mai sposare una persona che non ama e, come ben sai, io amo solo te." Continuò.
-"Questo è quello che pensi ora." Singhiozzò il più piccolo e abbassò lo sguardo.
-"Cosa intendi dire?" Domandò confuso il maggiore.
-"E se ti innamorassi di lei? Se decidessi di lasciarmi e di vivere una vita felice con lei?
Non avere una relazione con me ti porterebbe tanti vantaggi, primo tra cui, smetteresti di litigare continuamente con tuo padre, potresti avere una famiglia e non essere giudicato dall'intero paese solo per i tuoi sentimenti." Disse tutto d'un fiato Federico. "Benjamin, ammettilo, stare con un ragazzo, stare con me, non è facile e potrebbe non valerne la pena." Continuò sempre con lo sguardo basso mentre varie lacrime fuoriuscivano dai suoi occhi.
-"Ma cosa dici, Federico?!" Chiese il più grande alzando leggermente la voce
-"La verità, quella che tu non vuoi accettare." Singhiozzò il biondo.
Benjamin lasciò le sue mani e gli prese il viso tra le mani.
-"Io non potrei mai innamorarmi di qualcuno che non abbia i tuoi stessi occhi, il tuo sorriso, le tue labbra.
Federico io mai potrei innamorarmi di qualcuno che non sia tu.
Per te non litigherei solo con mio padre, litigherei con il mondo intero se questo servisse a tenerti per sempre al mio fianco, non mi importa di ciò che il paese pensa di me, mi ha sempre giudicato, se sono tanto ottusi da non capire che l'amore è amore sono problemi loro, non miei, io so ciò che provo e non ci rinuncerò.
Stare con te non è facile? Può essere ma a me non piacciono le cose facili, io voglio lottare per vederti sorridere, difenderti dal mondo con le mie braccia.
Se ne vale la pena? Non c'è pena, tu vali e basta, tu vali tutto." Disse Benjamin con tono di voce disperato, voleva che l'altro capisse quanto importante fosse per lui.
-"Lo- lo pensi davvero?" Chiese titubante il più piccolo.
-"Certo che lo penso davvero!" Rispose il maggiore. "E tu non dovresti avere dubbi su questo." Aggiunse.
Un piccolo sorriso si fece spazio tra le lacrime e si impossessò delle labbra del biondo che prese ad accarezzare la guancia dell'altro.
-"Non riuscirò mai a dirti quanto ti amo perché, semplicemente, non esistono parole per poterlo descrivere.
Te l'ho già detto e lo ripeto, grazie a te sono felice e anche io voglio combattere per te.
Costi quel che costi noi resteremo insieme." Rispose Federico e fece unire le loro labbra in un contatto disperato, aveva la forte necessità di sentirsi vicini, in tutti i sensi, si necessitavano.

La sera era scesa e Federico aveva insistito per accompagnare il maggiore a casa, di solito preferiva lasciarlo all'incrocio e proseguire ognuno per la propria strada ma quella sera le cose erano diverse, voleva approfittare di ogni momento che il destino gli mettesse a disposizione da passare insieme, nonostante odiasse essere nelle vicinanze in cui si trovava Alberto avrebbe fatto uno sforzo per il suo fidanzato, aveva detto di voler lottare per lui e quello era un buon modo per iniziare.
-"Siamo arrivati." Disse Benjamin una volta giunti davanti casa sua.
-"Già, siamo arrivati." Rispose Federico e fece spallucce.
La porta di casa si aprì attirando l'attenzione dei due ragazzi ma il sorriso scomparve dal viso di entrambi quando videro chi era appena uscito.
-"Ragazzi, buonasera." Disse Alberto con il suo solito sorriso malefico.
-"Padre." Rispose gelido Benjamin con lo sguardo fisso su Federico che continuava a deglutire a vuoto.
-"Entrate, non restate qui fuori." Li invitò l'uomo e aprì di più la porta.
-"I-io vado..." Balbettò il più piccolo ma mentre stava per girarsi e andare via venne bloccato dalla mano possente del padre dell'altro.
-"Ho detto di venire dentro, vale anche per te Federico." Disse Alberto scandendo bene ogni parola.
Federico cercò lo sguardo di Benjamin che gli annuì e si diresse verso la porta.
-"Andiamo." Disse il moro.

-"Nives, porta quattro caffè e dei pasticcini." Comandò l'uomo e si sedette sul divano.
-"Quattro?" Ripetè il moro confuso.
-"Oh sì, mi sono dimenticato di dire che sta per raggiungerci qualcuno." Sorrise Alberto.
-"Chi?" Chiese Benjamin.
A rispondere alla domanda del ragazzo fu la porta, qualcuno aveva appena bussato e Nives, prontamente, si precipitò ad aprire.
-"Ecco chi." Rispose il padre e si alzò per accogliere l'ospite.
-"Benjamin, chi è?" Domandò sottovoce Federico.
-"Non lo so Federico, non l'ho mai vista prima." Rispose il più grande.
-"Ragazzi, permettete che vi presenti la nostra ospite." Esclamò a gran voce Alberto mentre conduceva la persona nella sala.
-"Padre chi è?"
-"Maria lui è mio figlio Benjamin e lui è il suo amico Federico." Disse Alberto indicando prima uno e poi l'altro. "Ragazzi lei è Maria, la fidanzata di Benjamin." Aggiunse.

Illegal love || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora