capitolo 25

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Stavo prendo il mio aereo privato per andare da lei,Lisa era arrabbiata e le si vedeva in volto ma io non potevo restarmene la con le mani in mano quando la mia piccola Abby stava male. Sarei voluto andarmene ancora prima ma non ho avuto altre possibilità. Era passato un giorno da quella chiamata e io non vedevo l'ora di mettere piede a Los Angeles.

Mi avevano mandato un indirizzo dicendomi di andare la appena sarei tornato e cosi stavo facendo.
Quando arrivai in quel posto mi resi conto che ero in ospedale,dovevo entrare in osservato ma non so come. Passai per i parcheggi sotterranei e nascondendo il volto con un cappello e una sciarpa entrai. Chiamai Frank che venne a prendermi per portarmi in una sala d'atteso. In una porta al mio fianco c'era la scritta 'prognosi riservata'. -Cosa è successo?- era teso e si vedeva che rispondere a quella domanda era per lui molto difficile -Era ubriaca fradicia,aveva bevuto non so quanto e stava tornando a casa alla guida quando un furgone gli è andato addosso. Lei stava guidano nella corsia sbagliata.- non capivo perché lo aveva fatto -Perché?- chiesi piangendo -Davvero non lo capisci?ha scoperto tutto Michael,il matrimonio- La colpa era mia,era sempre colpa mia quando lei stava male. Ho sempre sbagliato tutto e ora mentre io sono qua con le mie gambe lei è la in quel lettino con gli occhi chiusi e un corpo che non risponde a nessun segnale.

Ero da ore in quella sala d'attesa,nessuno voleva dirmi niente e per una volta avrei voluto che solo perché sono Mchael Jackson chiudessero un occhio.
Volevo solo rivedere il suo sorriso,vorrei solo riaverla mia di nuovo. Vorrei solo vedere i suoi occhi aprirsi di nuovo. Ero immerso tra mille pensieri e lacrime che non smettevano di passare dal mio viso fino al pavimento,quando finalmente un medico si avvicinò a noi -Salve signor Jackson,la ragazza sta bene è forte e ha iniziato a reagire alle cure,ora è in coma ma siamo sicuri che si sveglierà molto presto.
Devo chiederle anche un favore,potrebbe aspettare in quella stanza vuota laggiù?molti fan hanno scoperto della sua presenza e vorremmo evitare danni- mi dispiaceva non poterli incontrare ma in quel momento avrei fatto qualsiasi cosa per proteggerla,se i miei amati fan mi vedono inizierebbero a chiedermi cosa ci faccio qua lei merita di essere protetta.

narratore esterno:
era passata una settimana da quando Abby era in coma. Michael passava la maggior parte del tempo seduto vicino a lei sperando di vederla svegliare. Dopo sette giorni dovette tornare a casa da sua moglie ormai stufa di essere messa in secondo posto

Abby pov

La testa mi scoppiava,non avevo le forze di muovermi sembravo legata a qualcosa che mi teneva ferma. Con molta faticai aprii gli occhi e una luca abbagliante mi costrinse a girare la testa. La stanza dove mi ritrovavo era tutta bianca,ero da sola distesa su un lettino di un ospedale 'cosa è successo' cercai di chiedere aiutalo urlando qualche parola ma la mia voce usciva come un lieve respiro,così basso da non poter essere capito nemmeno se qualcuno fosse attaccati a me.
Mi alzai e con molta fatica cercai di sedermi aspettando che qualcuno venisse da me.
Tra tutti i pensieri che avevo in testa in quel momento Michael era il primo,perché non è qua?dove è ora?perché nessuno è venuto a cercarmi..paranoie su paranoie si stavano impossessando di quel bricio di lucidità che avevo,stavo quasi per perdere ogni forza possibile ed immaginabile quando finalmente un signore sulla sessantina d'anni entrò  -Ti sei svegliata,come stai?ti senti bene?- chiese con voce gentile -Si,penso di si..nessuno è venuto a trovarmi?- chiesi con gli occhi lucidi -In realtà il cantante Michael Jackson è stato tutta la settimana vicino a te,è andato via per la prima volta poche ore fa. Non pensavo che potesse essere tanto fragile e dolce- che tempismo perfetto Michael pensai -Potrebbe chiamarlo per favore?- lui annui sorridendo e dopo avermi fatto qualche controllo uscì dalla porta.

Michael pov

Dopo essere uscito dalla doccia Lisa entrò nel bagno e sensualmente si avvicinò a me per stamparmi un bacio sulle labbra -È una settimana che passi il tempo da quella. Sei mio marito e mi manchi e ora ti voglio per me- disse prima di togliermi l'asciugamano che avevo legato in vita per poi iniziare a strusciarsi addosso. Stavo per cedere alla tentazione quando lo squillo del telefono mi costrinse ad allontanarmi da lei,era l'ospedale. -Pronto medico mi dica- dissi senza far caso alle occhiatacce di mia moglie -Si arrivo subito grazie- e dopo aver riattaccato mi vestii di corsa -Devi ancora andare da quella?sono stufa Michael,vaffanculo- urlò Lisa ma io non ci feci caso.

Mezz'ora dopo ero giá di forte l'ospedale. Entrai di corsa senza pensare mille modi per nascondermi per non farmi riconoscere,dovevo vederla e non avevo tempo da perdere.
Arrivai al piano dove si trovava la sua stanza e appena posai la mia mano sulla maniglia un brivido mi percorse tutto il corpo,e ora che sarebbe successo tra di noi, a questo avrei pensato dopo.
Lei era così bella,distesa in quel letto,dormiva dolcemente,era così fragile e avevo paura quasi di romperla toccandola. Le lasciai un lieve bacio a stampo sulle labbra,dopo essermi seduto su una sedia affianco a lei,mi misi ad osservarla.

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