capitolo 11

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Non saprei dire con precisione che ore fossero ma la luce che entrava dalla finestra illuminava i nostri corpi sul letto,gli uccellini cantavano ma nonostante questo la mia mente era vuota e silenziosa. Rimasi a fissare il soffitto di quella camera per un bel pezzo di tempo,fino a quando due braccia non mi strinsero forte e quel profumo non inondasse il mio corpo. Misi la mia testa sul suo petto e mi lasciai cullare dalle sue carezze,nessuno osava parlare,si sentivano solo i nostri respiri. Chiusi gli occhi per godermi quel momento magico. Due labbra si posarono sulla mia fronte e gli diedero un dolce bacio e io non riuscii a fare altro che sorridere per questo dolce gesto. -Cosa siamo noi?- chiesi rompendo quel silenzio -Non lo so,non voglio dare un etichetta a noi,godiamoci quello che si sta creando fra noi.
Oggi devo andare in studio a incidere la nuova canzone,quella con cui voglio tornare. Non potremo stare insieme tutto il giorno e so già che mi mancherai quindi ora non parlare abbracciami così forte da fammi rimanere il tuo profumo addosso ogni secondo- feci come mi aveva chiesto e lo abbracciai forte. Avevo i brividi ovunque e il mio cuore andava a giusto ritmo insieme al suo. Non mi bastava tutto questo,la mia voglia di risentire il suo sapore mi spinse a posare le mie labbra sulle sue,in poco tempo quel bacio diventò un gioco per le
nostre lingue,si rincorrevano in quel piccolo spazio che avevano,tra un morso e l'altro..non riuscivo a fare a meno di lui.
ormai era tardi,lui doveva andare e io non potevo farmi vedere dai suoi figli uscire insieme a Michael dalla sua stanza e quindi decisi di scendere prima di lui dove trovai Paris attenta a suonare la chitarra. Mi misi seduta vicino a lei e tra una risata e l'altra imparai anche a fare qualche accordo.

Passai il pomeriggio con Paris,decidemmo di andare a fare un po di shopping e ne approfittammo per passare un pomeriggio da sole donne. Era una ragazzina molto sveglia e si vedeva che era legata molto al padre,ma stava crescendo e le prime insicurezze si vedevano e appena si sfogò ne rimasi molto contenta,si fidava di me. -Abby la gente mi prende in giro e appena scoprono chi sono mi umiliano. Mi sento sola- era cosi piccola e indifesa e io la accolsi dolcemente tra le mie braccia         -non sei solo hai me tuoi fratelli e michael. Non sarai mai sola. E se la gente ti prende in giro fregatene. Domani ti faccio bella vai a scuola e fai vedere quanto coraggiosa sei e che i loro commenti non ti feriscono- quelle parole riuscirono a tranquillizzarla e il pomeriggio passo in fretta.
quella sera ordinammo cibo giapponese e non riuscivamo a meno di fare la guerra su chi mangiava cosa,era tutto strano e divertente,mi sentivo a casa,mi facevano sentire in una famiglia.
Michel non c'era sarebbe tornato tardi.

Erano quasi le nove e io dovetti correre al lavoro per non farmi licenziare già il secondo giorno. Durante il tragitto pensai a quanto Mike mi fosse mancato,non vederlo girare per casa,non poterli parlare,non poter sentire le sue braccia stringermi forte. Siamo stati così poco lontani e già mi mancava. Ero così immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che ormai ero arrivata. Entrai,mi cambiai iniziai a servire i clienti.

Era ormai mezzanotte quando un ragazzo della mia età si avvicinò per ordinare,ma subito dopo ne approfittò per iniziare una conversazione con me -Ciao,piacere Jason- mi disse senza curarsi del fatto che non avevo nessuna voglia di fare nuove amicizie,ma comunque risposi,odiavo essere scortese con chi non mi aveva fatto niente di male -Ciao,abby- gli sorrisi -Che ci fa una bella ragazza a lavorare in un posto del genere a quest'ora della notte?- era chiaro che ci stava provando con me -Essere belli non ti da il permesso di vivere gratis,in qualche modo devo trovarli i soldi- rimase spiazzato. parlammo per un oretta abbondante quando prima di andare via mi disse -Sei una ragazza in gamba,e sei molto bella,vorrei conoscerti. Questo e il mio numero se un giorno hai voglia chiamami ne sarei felice.- mi diede un bigliettino e sorridendomi si allontanò.  Era un ragazzo educato e anche molto carino,moro con occhi azzurri. Aveva una maglia bianca che non nascondeva le forme del suo fisico. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo ma la mia mente era troppo impegnata a pensare Michael per provare a conoscere qualcuno,magari in amicizia forse..ci avrei pensato. Misi via il bigliettino e continuai a lavorare.

Tornai a casa verso le tre del mattino,ero circondata dal silenzio e dal buio che mi dava un senso di serenità. Andai nel piano superiore,mi soffermai a guardare la porta che mi separava dalle sue dolci braccia ma decisi di andare avanti ed entrare nella mia. Sono sicura che era tornato tardi,non volevo svegliarlo. Mi feci una doccia fresca e ancora con i capelli bagnati mi misi una maglia con Michael raffigurato che ero riuscita a comprare un po di tempo fa,mi faceva sentire vicino a lui.
Mi infilai sotto il lenzuolo e mi feci cullare da quel leggero vento che entrava dalla finestra. 'buonanotte Michael' pensai,prima di addormentarmi.

•|you are my life|•Where stories live. Discover now