65. Vorrei stringerti forte e dire che non è niente.

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«se ne andato gabri!» confesso al mio amico, tirando su il naso e singhiozzando. «non so cosa ci sta succedendo! Ci siamo trovati ad essere felici a non parlarci più. Ogni giorno una litigata. Ogni giorno lo sentivo lontano. Lui dice che lo allontanato che il bambino viene prima di lui. Che non gli parlavo più. Che le priorità mie sono diventate altre» singhiozzo. Gabriele mi abbraccia.
«calmati per favore Elo o ti sentirai male, te lo chiedo per favore. Non è facile lo so! Ma devi reagire.»
«gabri come posso reagire. È il mio tutto. Come fa a dire che non è più importante per me»
«ultimamente lo cercavi?» mi chiede accarezzandomi una gamba.
«no. Pensavo fosse troppo stanco da lavoro sta delle ore interminabili in una saletta da Elisa a scrivere.» mi guarda «cosa ci sta di male?»
«si è sentito da parte Elo»
«ma io non volevo Gabri. Eravamo così uniti. Una famiglia. Bastava uno sguardo e tutto si risolveva perché andarsene »
«perché era stanco di discutere Elo. Lui esagerava, tu pure, eravate davanti a un bivio o vi ammazzavate o lui se ne andava. Ha preferito la seconda. Ti ama. Non lo sto difendendo. Voglio farti capire che le colpe stanno nel mezzo. Lui si è sentito trascurato, hai messo il lavoro e il bambino soprattutto davanti a tutto. Non lo cercavi neanche per una carezza, neanche per due coccole notturne anche se erano le 3 del mattino e questo lo ha portato alla conclusione di sentirsi un pesce fuor d'acqua. Tu invece di sei sentita abbandonata, il lavoro stava opprimendo ogni cosa in lui è il fatto che non riesce a scrivere aggrava la cosa. Vi stavate cercando a vicenda ma non siete riusciti a trovarvi.»
Parla con una tranquillità estrema. Lo abbraccio. Sento un pianto e mi precipito da mio figlio. Lo prendo tra le mie braccia e si calma.
«Elo»
«gabri non ce la faccio senza di lui»
«elo tornerà. Non sta stare senza di te. Dagli del tempo. Ha sbagliato lo so. Non doveva farlo. Ma mettiti anche nei suoi di panni,che cosa avresti pensato se non ti considerava? »
«che aveva un altra»
«ecco hai pensato di peggio. Lui se sentito trascurato non doveva lasciarti sola adesso come adesso. Io però lo capisco. Non è bello vedere la propria fidanzata non accarezzarmi o semplicemente guardarmi in faccia. Quando prima era un punto di riferimento » mi dice prendendo il piccolo in braccio. Non so veramente che fare. Domani devo partire e non ne ho le forze. Non voglio salire sul palco senza di lui.
Prendo il telefono, squilla ma non risponde. Decido di scrivergli " Non so come farò a stare senza di te nei prossimi giorni. Ti prego torna. Ti amo. Mi manchi, mi manca l'aria, so di averti messo da parte ultimamente ma... Il piccolo voleva le sue attenzioni e io avevo paura di essere un peso per te visto che non riesci neanche a scrivere. Volevo lasciarti libero. Torna a casa Lele. Torna da noi. Non c'è la faccio ad andare a Sanremo così. »
Invio il messaggio. La risposta non si fa attendere però: " Elo ti prego. Ho bisogno di riflettere, di cambiare aria. Mi manchi pure tu, ma non riesco a non pensare che quando avevo bisogno di te, tu stavi in camera rinchiusa con il piccolo sul letto. L'altro giorno non me lo hai fatto neanche cambiare. Sei forte. Sei forte in tutti i sensi. Avrei voluto essere con te ma non mi è permesso. So che sto sbagliando, so che ti sto facendo male, ma fidati ne sto facendo tanto tanto anche a me. "
Ricomincio a piangere. Non tornerà ne sono sicura. Adesso conoscerà una più bella di me e finirà tutto. Proprio quello che non volevo accadesse.


Napoli pomigliano.

Scendo dalla macchina, io e mio padre non abbiamo preferito parola per tutto il viaggio. Non ho voglia di parlare con nessuno tantomeno di Elodie. La situazione è delicata e ho bisogno di aria nuova.
«TU SEI UN PAZZO! COME HAI OSATO FARLO. ADESSO LEI AVEVA BISOGNO DI TE E TU SEI QUI. LELE CHE CAZZO HAI NEL CERVELLO I CRICETI CHE BALLANO LA MACARENAAAA EH!! DIAMINE!» mia madre si scaraventa addosso a me. Picchiandomi anche il petto. Urla e sbraita.
«Mamma ti prego! »
«ti prego un corno. Tu adesso torni a Roma e le chiedi scusa!»
«mamma no. Io non mi sento più amato. Sono passato in secondo piano per tutto. Non posso continuare a vivere così.»
«Lele per favore! Quando nasce un bambino le fasi sono completamente diverse. Una mamma sente il bisogno di stare con il figlio.»
«trascurando il compagno. Mamma non era quello che ci eravamo promessi» rispondo duro, dirigendomi verso la camera mia.
«ti darei due schiaffi!» urla.
«dammeli tanto non cambio idea. Ho bisogno di stare qua A CASA MIA!» sbatto la porta e respiro. Le lacrime scendono lungo il mio volto. Sarà una tortura ma mi farà capire cosa voglio! E soprattutto anche lei capirà cosa vuole.

Un Cuore In Due ❤Onde as histórias ganham vida. Descobre agora