UNO.

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Sono nata esattamente 21 anni, 5 mesi e 2 giorni fa. Mia madre mi ha sempre raccontato di quel giorno come uno dei più insoliti mai vissuti. Su 32 parti in quella clinica io ero l'unica femminuccia, l'unica gemella, l'unica più piccola. Sono nata rischiando la vita e nel rischio ho perso mio fratello. Son venuta al mondo lottando, e nella mia guerra ho perso una parte di me. Si dice che tra gemelli c'é un legame molto più profondo di quello tra semplici fratelli, i pensieri sono completamente legati, così sintonizzati, così perfettamente incastrati da non poter vivere l'uno senza l'altro. Ed é così, sento ancora quel vuoto incolmabile, quel senso di incompletezza che toglie l'aria, ma non é il momento di raccontare questa storia adesso.

Il mio nome é Aries, sono qui per continuare la mia guerra, una guerra lunga e disastrosa che mostra come l'amore, quello di una persona tormentata ed egoista, possa trascinare nel buio più profondo.

Quando la gente mi dice che sono cattiva non si sbaglia, quando mi evita, mi guarda male, mi osserva con disprezzo, io ne sono fiera perché é quello che si merita di provare. Suscito in loro qualcosa di negativo e questo mi gratifica, mi rende qualcuno, mi fa sentire me stessa. Per anni ho vissuto nella pace, con il mio equilibrio nero, camminavo per strada sorridente e tutti mi tenevano alla larga, si aprivano le strade li dove passavo e io me la ridevo sentendomi una Dea, del male però. Perfino in classe, avevo il mio banco isolato, messo in un angolino e nessuno si avvicinava. A momenti nemmeno i professori. La mia fedina penale, già allora, non era certo tanto limpida e i miei bersagli erano tutti poco accessibili, ma non impossibili. Insomma, tutto filava liscio nella mia vita, stavo bene fin quando ho incontrato Lui.

HIDDEN Where stories live. Discover now