15. Notti bollenti

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La Sala Comune dei Ravenclaw era deserta. Soltanto Samantha e Thomas occupavano un angolo della stanza, entrambi rannicchiati per non essere uditi. Era notte fonda, certo, e tutti gli studenti Ravenclaw a quell'ora stavano dormendo, sfiniti per aver festeggiato per ore la vittoria di Thomas quel pomeriggio, ma non si poteva mai sapere. Non dopo quello che era successo durante la corsa.

- Dobbiamo stare attenti, Tom. Qualcuno sa della Profezia e cerca di sventarla. Non possiamo più correre pericoli del genere. - disse Samantha.

- Non ho la più pallida idea di chi possa essere a conoscenza della Profezia oltre a chi già sappiamo. Inizio a pensare che sia uno del gruppo, Piton ad esempio. - propose Tom.

- No, non può essere Piton, per due ragioni. Primo: Silente si fida ciecamente di lui. Secondo, se il primo non dovesse bastarti: ho notato che entrambi gli attacchi sono avvenuti al di fuori delle mura di Hogwarts, mai nel castello o nei suoi giardini. Perché colpire al di fuori di questo perimetro quando puoi attaccare dall'interno? -

- Perché questa persona non è di Hogwarts. -

- Esatto. Ma chi può conoscere la Profezia allora? Questo - e prese il piccolo libro nero che aveva in grembo. - è sempre appartenuto alla nostra famiglia da generazioni, e che noi sappiamo nessun altro è riuscito a metterci su le mani. -

- È come cercare un ago in un pagliaio. Potrebbe essere chiunque. Per adesso non ci resta che continuare a cercare e tenere sotto controllo Draco ed Hermione. A proposito, hai visto come ha reagito tutta la scuola oggi? - un sorrisetto spuntò sulle labbra del ragazzo.

Samantha sorrise di rimando. - Si, nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Non si trovano tutti i giorni un Serpente ed un Grifone che si aiutino l'un l'altro, no? -

- Vero, sorellina. Quindi a breve la Profezia si realizzerà? -

- Non essere così frettoloso, Tom! L'amore è come una pianta, sai? Di certo il seme è stato piantato, ma sono necessarie tante cure ed attenzioni affinché possa sbocciare e crescere forte. C'è bisogno soprattutto di tempo. Draco ed Hermione hanno capito di piacersi soltanto da poco, non si conoscono affatto. In più aggiungici i tanti anni di rancori che entrambi si portano dietro. - Samantha fece una piccola pausa, poi inspirò profondamente, ed aggiunse:

- Sì, il tempo è di fondamentale importanza, anche se non ce ne rimane molto, ormai. Sono convinta, però, che quando la Profezia si avvererà, ce ne accorgeremo tutti. -

Uno sbadiglio uscì dalla sua bocca non appena finì di parlare.

- Ora andiamo a dormire, sono stanchissima. -

                             ______________

La mattina seguente Hermione si svegliò di buonumore, nonostante sapesse che da quel giorno in poi le cose non sarebbero state più le stesse. Le bocche spalancate e gli sguardi attoniti di quasi tutta Hogwarts nel momento in cui saliva sulla scopa di Malfoy non li avrebbe mai dimenticati. E quello che venne dopo la corsa, le domande e le perplessità dei suoi compagni, le frecciatine e i risolini lanciati dalle ragazze delle altre case, i ringhi carichi d'odio della Parkinson, la sfuriata di Ron... Tutto ciò era ancora ben impresso nella sua mente. Soltanto Harry era rimasto in un angolo in silenzio. Credeva che anche da lui sarebbe arrivata la stessa sfuriata di Ron, del tipo Hermione-ma-cosa-hai-fatto, Hermione-perché-lui.
Invece no. Per tutta la serata, Harry rimase a capo chino, e non disse una parola. Ogni tanto alzava la testa e guardava Hermione negli occhi. Le labbra erano perennemente sigillate. Ciò turbò molto la ragazza. Perché il suo miglior amico non le parlava? Era così deluso da non trovare le parole?

Cuore di Draco || DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora