Capitolo otto.

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Mi svegliai tra le braccia di Camila, con un mal di testa atroce. Ricordo solo che ieri siamo state un po' insieme e le ho detto di Dinah, poi non so come ci siamo ritrovate qui. Prendo il cellulare è noto che come sfondo ho una foto di me e Camila abbracciate, probabilmente è di ieri sera. Sembro felice, con lei lo sono sempre in realtà. Le rivolgo uno sguardo e la vedo dormire ancora; è così bella. Sblocco il cellulare e vedo 30 chiamate da parte di Dinah e 10 messaggi: "dove sei?" "Dove cazzo stai?" "Rispondi" "sono preoccupata per te" "sei praticamente scomparsa" "ti diverti a darmi solo problemi?" "Maledetto il giorno in cui mi sono messa con te" "rispondimi" "fottiti" "fanculo Lauren, quando ti deciderai a tornare ti aspetto a casa" fino a qualche minuto fa ero felice, ma leggere ciò che mi aveva scritto mi faceva star male. Mi faceva sempre sentire sbagliata e forse nemmeno se ne accorgeva. -Ehi, sei già sveglia.- Mi sorrise Camila. -Sì.- le sorrisi. -Buongiorno.- continuai. -Buongiorno.- Disse. Forse si aspettava io facessi qualcosa, un bacio o non lo so, era tutto così strano. Non sapevo come comportarmi con lei. -Ehm, ti ricordi qualcosa di ieri sera?- Chiese, rompendo quel silenzio imbarazzante. -Sì, cioè non proprio, ma sì.- risposi. Mi guardò perplessa. -Ricordo solo che ti ho raccontato di Dinah e della mia situazione. -Ah. Non ricordi nient'altro?- Chiese, abbassando lo sguardo. Forse sperava mi ricordassi qualcosa. -Beh, no, però ho visto le nostre foto, siamo abbracciate, le nostre mani sono intrecciate e sono felice.- Dissi, mostrandole le foto. -Sì, hai fatto quelle foto appunto per ricordarti qualcosa.- disse, fingendo un sorriso. -Ma fa nulla.- Continuò. Si alzò per andare in bagno ma la bloccai. -Che c'è?- Chiese, infastidita. -Io non ricordo niente, ma ero con te e stavo bene e dalle foto direi che è successo qualcosa, qualcosa che da sobria non avrei avuto il coraggio di fare, perché troppo in conflitto con la mia mente.- Dissi. -Cosa ne sai? Non ricordi niente.- Disse, fredda. -Beh, sto sbagliando? Tu eri brilla, ma non ubriaca.- Le dissi. Lei mi guardò e mi sorrise. -Non importa, tu cosa ti senti di fare adesso? Questo deve essere già una risposta.- Disse, guardandomi negli occhi. -Sento che ho voglia di baciarti, voglia di stringerti tra le mie braccia e dirti quanto mi piaci, ma la mia mente continua a tormentarmi e a dirmi che tutto questo è sbagliato nei confronti di Dinah.- Le spiegai. -Okay, tu cosa vuoi seguire? il cuore o la mente?- chiese. -Non lo so, ho solo bisogno di tempo per rifletterci. È successo tutto così in fretta.- Le risposi. -Va bene, prendi una decisione però e in fretta. Non farmi diventare vecchia.- Disse, scherzando. -Va bene.- le sorrisi. Mi lasciò un bacio in fronte. -Forse è meglio che torni da Dinah e che mi prenda una pausa anche con lei.- Dissi, distogliendo lo sguardo da lei. -Non sei obbligata, se vuoi star con lei, sta con lei.- mi sorrise per rassicurarmi. -Sì.- feci un mezzo sorriso. -Ora è meglio che vada.- Le lasciai un bacio sulla guancia ed uscii.
Dovevo tornare a casa a piedi, ci avrei messo un po' di tempo ma non importava.
Arrivai a casa di Dinah, è appena aprii la porta mi urlò contro. -Dove sei stata?-, -Mi ero addormentata lì, alla festa, ubriaca.- risposi. -Non mentirmi, ti ho cercata ovunque.- Disse, ancora urlando. -Smettila di urlare, per favore. Cosa ti importa? Tu eri a scopare chi sa dove e chi sa con chi.- Risposi, nervosa. -Non parlarmi così, ho fatto sempre tanto per te e tu è così che mi ringrazi? Scappando dalle feste a cui tu mi trascini?- Chiese, ancora urlando. -Tu mi hai lasciato da sola e te ne sei andata a scopare, cazzo.- urlai. Sentii la mia guancia sinistra bruciare, mi aveva tirato uno schiaffo. No, ancora no, non voglio ricominci ad essere violenta con me, come qualche mese fa, riusciva a controllarsi adesso, ha sempre detto questo. -Non urlare con me.- Disse, a denti stretti. Mi lasciai cadere lungo la porta e mi sedetti a terra. Lei se ne andò in cucina senza dire nient'altro. Scoppiai a piangere. Infondo me lo meritavo, le mentivo ogni giorno, ma volevo solo che lei stesse bene e ringraziarla come meglio potevo per tutto quello che aveva fatto per me. Vidi Dinah venire verso di me. -Alzati.- mi ordinò. Mi alzai e la guardai, delusa, distrutta. -Scusa. Mi dispiace.- Disse, cercando di abbracciarmi. -È solo che mi mandi in bestia. Te ne vai, senza di me. Non mi dici niente. Pensavo ti fosse successo qualcosa o che fossi con qualcun'altro e la gelosia ha avuto la meglio, scusa sul serio.- continuò. -Va bene.- mi limitai a dire. Non volevo lei si sentisse in colpa. Spero solo che non accada ancora, non voglio finire ad aver paura della persona con cui vivo, di nuovo.

Stanza 147. // CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora