Capitolo 17: Fiducia e inganno. Tutti pugnalano l'eroe

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Harry sbuffò come una locomotiva -Ministro, dovrei parlarle di una questione importante.-
Kingsley colse la palla al balzo e si alzò dalla sua poltrona di pelle, pregando i giornalisti di perdonarlo e promettendo che avrebbe fissato un altro incontro per discutere della nuova proposta di legge del Wizengamot. I giornalisti, dopo numerose proteste, furono accompagnati fuori dai due Auror della scorta assegnata al Ministro e la signorina West, vista la sua determinazione a rimanere nello studio, ricevette più di qualche pizzico con la bacchetta.
-Harry, mio caro ragazzo...-sghignazzò Kingsley -qualsiasi cosa ti abbia fatto venire fin quassù mi ha appena salvato.-
Harry, scuro in volto, sussurrò -Amico mio, siamo in grossi guai...se temevi per la legge sul Wizengamot, figuriamoci per questo...-
Le risate del Ministro della Magia si spensero e il tono furioso della sua voce crebbe quando Harry terminò di informarlo su come, al Dipartimento, avessero perso gli unici indizi su un serial killer che ormai dominava le pagine della Gazzetta e su cui, anche se malvolentieri, persino il Cavillo aveva dovuto scrivere. E Harry sapeva benissimo con quanto dispiacere la direttrice del giornale, Luna Lovegood, aveva dovuto approvare l'articolo che rimarcava la totale incapacità del Dipartimento Auror, alla pubblicazione erano, infatti, seguite almeno un centinaio di lettere di scuse rivolte a lui, a Hermione e persino al piccolo James. Harry non attese nemmeno la fine degli epiteti di Shacklebolt per scendere con lui in ascensore e, del resto, il Ministro terminò la sua ramanzina solo quando arrivarono dinnanzi alle porte del Dipartimento.

Eridanus scelse forse il momento sbagliato per decidere di andare a verificare la situazione ai piani alti. Non appena piegò la maniglia si ritrovò spinto nuovamente dentro l'ufficio e quando alzò lo sguardo, pronto a rimproverare il goffo e indubbiamente ex stagista che l'aveva fatto cadere, la voce gli morì in gola.

Kingsley Shacklebolt torreggiava su di lui con la sua ridicola veste indiana color zaffiro. 
L'uomo infatti non aveva smesso di vestirsi a suo piacimento nonostante il ruolo che occupava e proprio questo elemento aveva fatto presa sulla gente comune per la sua seconda elezione.

-Ministro! Cosa posso fare per lei?- ma anche i tentativi di rabbonirlo sfumarono non appena intravide il volto di Potter.

Dannato bastardo...

-Eridanus Black, nel mio ufficio. Immediatamente!- Kingsley uscì, la veste color zaffiro ondeggiava attorno alle sue caviglie, mentre la schiena era dritta e rigida.
Black si alzò, spolverandosi la giacca di seta grigia e i pantaloni, ignorò il volto soddisfatto di Potter e gli diede le spalle. Pronto a raggiungere l'ufficio del Ministro, già progettava la sua vendetta ma il Capitano sembrava non volersi accontentare. Si ritrovò a dividere la cabina dell'ascensore con quel dannato imbecille di Harry Potter.

Respirare la stessa aria di quel traditore del Dipartimento gli faceva quasi venir voglia di vomitare quella magnifica aragosta che aveva preso per pranzo.

Perché diamine è cosi ossessionato dall'assassino?
In fondo non si tratta mica di un terrificante mago oscuro.

A chi vuoi che importi se va in giro ad assassinare vecchi decrepiti innamorati solo dei loro inutili libri e della loro snervante superiorità accademica?

Accolse il suono dell'arrivo al piano come una benedizione dal cielo, nonostante quella potesse anche rivelarsi la fine della sua carriera al Ministero della Magia.
-Mi ha fatto convocare Ministro?- sibilò, con malcelato odio.
Immaginò i suoi colleghi discutere, quattro piani più giù, delle grida del Ministro contro la sua persona. Era stato barbaramente umiliato di fronte ai suoi sottoposti, chi l'avrebbe più temuto?

Kingsley annuì -Si sieda, Eridanus, sebbene ci sia davvero poco su cui discutere...visto che oramai la decisione è stata presa.-

Deglutì -Decisione?-

La Supremazia della ConoscenzaKde žijí příběhy. Začni objevovat