Capitolo 16: la cerva

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La comunicazione terminò all'istante e Hermione era già pronta a eseguire l'ordine, la mano era tesa verso quella di James mentre l'altra rimetteva il telefono nella borsa, quando la voce gracchiante di una signora, vagamente simile a quella di una fastidiosa cornacchia, strillò dinnanzi a tutto il supermercato -Oh Signore! C'è una cerva fantasma nel supermercato! C'è una cerva fantasma qui!-
Il Patronus, spaventato, scomparve in un guizzo argenteo mentre la signora gridava e sbraitava, terrorizzata.

Corse verso Hermione, a dire il vero era piuttosto agile per l'età che dimostrava, e si aggrappò con le mani rugose al suo carrello -Signora...l'ha visto anche lei, non è vero?-
Hermione fissò gli occhi azzurri e spalancati della donna, assunse un'aria preoccupata e sussurrò -Si sente bene, signora? Forse dovrebbe sedersi e bere un bicchiere d'acqua...- 
Continuava a parlare, sussurrando frasi rassicuranti mentre la mano, inoltratasi nuovamente nella borsa, frugava alla ricerca della bacchetta, non fece in tempo a chiudere le dita attorno all'impugnatura che la signora saltò in piedi come una cavalletta e corse verso uno dei responsabili del reparto, continuando a strillare -Non sono pazza! So quello che ho visto...c'era una cerva fantasma, signor...- abbassò gli occhi sulla targhetta del ragazzo, che la fissava con un misto di preoccupazione e timore nello sguardo, scompigliandosi i capelli biondi e accennando un sorriso alla donna -Simon...le giuro che non sono pazza!-

Simon cercò di allargare il sorriso, il risultato fu una smorfia grottesca -Signora...sono sicuro che c'è una spiegazione per quello che crede di aver visto...-
La signora gettò la borsa rosa che portava a tracolla per terra, allargando le braccia e continuando a gridare, sempre più forte -Crede?? Crede di aver visto? Io sono assolutamente sicura di ciò che ho visto! C'era una dannata cerva fantasma che girava nel reparto detersivi!-

Hermione gemette disperata, nascosta dietro un pilastro roteò la bacchetta verso la donna, sussurrando -Oblivion-
La signora, improvvisamente, abbassò le braccia e si rivolse dolcemente al giovane, ormai dimentica della furia che l'aveva assalita qualche momento prima -Scusi, signor...- nuovamente gli occhi corsero verso la targhetta del ragazzo, ora allibito -Simon...le spiacerebbe raccogliermi la borsa? Ho diversi problemi alla schiena e non riesco ad abbassarmi per riprenderla... Chissà come mi è caduta! Non è buffo? Non mi ricordo proprio come sia potuta finire a terra...-

Simon la guardò, aprendo la bocca, poi la richiuse, decidendo che aver a che fare con una pazza non rientrava nei suoi compiti.
Prese la borsa e la restituì alla signora con un sorriso, stavolta più disteso, sperando che la signora non lo aggredisse di nuovo. Lei lo ringraziò e si diresse verso la cassa, canticchiando.

Hermione guardò Simon sparire verso il magazzino, scuotendo la testa e borbottando qualcosa contro le anziane svampite.

La voce di James la beffeggiò -Questo si che è un caso da raccontare, mamma.-
Hermione gli diede un pizzicotto sul braccio, borbottando -Non raccontarlo a tuo padre e ti compro altre caramelle.-
James soppesò la proposta per qualche secondo, poi alzò la mano, pronto a stringere quella della madre, e sorridendo disse -Affare fatto.-

**

Avvolto nella giacca nera che Hermione gli aveva regalato per il compleanno, Harry si inoltrava tra le piccole stradine di Spinner's End, evitando lo sguardo insistente dei passanti.

Era sempre stato un brutto quartiere, malfamato. Forse per questo nessuno andava mai a trovare Piton. Harry si era sempre chiesto perché non avesse acquistato una nuova casa, forse sentiva il bisogno di stare vicino ai suoi ricordi, per quanto tristi fossero.
In un certo senso Harry vedeva del coraggio nella sua decisione di confrontarsi giornalmente con gli incubi e i fantasmi della sua infanzia.

La Supremazia della ConoscenzaWhere stories live. Discover now