Capitolo 12:Indovinelli, chi trova l'assassino trova il tesoro

Start from the beginning
                                    

Pustole nel didietro.

Sospirò e rilassò i muscoli delle spalle, pensando che non sarebbe stato male avere lì Hermione, a confortarlo.
Quasi fosse stato spinto dalla sua nostalgia, un piccolo portatile molto familiare schizzò dentro l'ufficio dal caminetto acceso, lasciando dietro di se una fiammata verde.
Harry lo strinse tra le mani, immergendosi subito nella lettura dei ricordi di Hermione, accuratamente riportati su una pagina di TextEdit del computer ancora acceso. Ignorò il calore della batteria, poggiandolo sulle gambe e studiando ogni lettera di ogni parola. Più avanti andava più sentiva che i pensieri di Hermione colmavano le grosse lacune dei suoi ricordi, riempendo di dettagli straordinari la loro strabiliante avventura nel tempo.

Il cuore si arrestò di colpo quando la storia di Mason e del quaderno si rivelò ai suoi occhi stanchi.

Strinse il bordo del computer, una volta terminata la lettura.

Qualcuno l'ha rubato.
Come hanno fatto a rubarlo in questo tempo?
Chi poteva sapere?

Milioni di domande affollarono la sua mente ma furono prontamente scacciate da un grido agghiacciante, Harry si voltò violentemente verso la porta, intravedendo una nube violacea strisciare pericolosamente oltre la soglia. Armato di bacchetta, scattò verso il pomello, alzando il mantello sul viso e irrompendo nella sala del quartier generale. Il fumo viola aveva avvolto la stanza, i più inesperti tra i suoi colleghi avevano già iniziato a scagliarsi contro fatture e maledizioni che brillavano nella nebbia, Harry sentì il rumore di corpi che cadevano a terra, imprecazioni e diverse esplosioni, contornato dallo snervante botto delle scrivanie rovesciate.

Levò la bacchetta, gridando -Sonorus!- il suo tono di voce crebbe istantaneamente -smettetela di lanciare incantesimi se non volete rischiare di ferirvi a vicenda!-
Subito le maledizioni cessarono e il fumo iniziò a diradarsi, lentamente. La nube violacea abbandonò la stanza solo un quarto d'ora dopo, lasciando però un secondo biglietto, con la stessa grafia elegante e minuta.

Da sola cammina e fischietta,
ignara del destino che l'aspetta

una donna dal viso marcato
alla quale il successo mai è mancato

Non sarà uccisa col pugnale di fretta
il rituale dell'omicidio sarà rispettato

E non crediate che sia solo per vendetta
il suo sacrificio verrà certo ripagato.

La sua morte non è ancora avvenuta
ma la mia caccia sarà presto compiuta

Solo tre ore le restan per respirare
vi dono la possibilità di salvarla

Non perdete tempo a ciarlare
o sarete costretti a sacrificarla

Nell'aria si sentiva un dolce profumo di rose.
**

Il cappuccio, con quel caldo infernale, le sembrò essere una cappa infernale e fu quasi tentata di toglierlo, ma non voleva rischiare di essere vista, e magari anche riconosciuta.

Miami, mai potrò odiare un'altra città quanto te...perché la gente insiste nel venire qui in vacanza? Questo caldo è davvero insopportabile.

Sbuffò, cercando di non ispirare quell'aria che sapeva di mare, salsedine e davvero troppo sudore. La sua vittima non era molto distante, seduta sotto il sole, stava lì ad abbronzarsi, quando la morte l'avrebbe resa nuovamente pallida.

Che spreco di tempo.

Si acquattò vicino la macchina della donna, una Prius blu, di quelle che potrebbero cappottare con uno starnuto nemmeno troppo violento, aspettando in silenzio che il caldo o la puzza di sudore la facessero finalmente ragionare così che si avviasse sulla strada del ritorno. Forse aveva sbagliato a scegliere una persona in vacanza, doveva puntare a qualcuno che stava nel suo Paese, magari in un bel cottage in campagna, al fresco.
Tossì, mordendosi poi l'interno della guancia, doveva assolutamente fare silenzio, non poteva farsi notare.

La Supremazia della ConoscenzaWhere stories live. Discover now