Capitolo 19

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Era nuda, accasciata per terra, con lo sguardo perso nel vuoto. I suoi occhi sembravano quelli di un pazzo, come se avesse appena vissuto l'inferno. Roberto la chiamò più e più volte, ma lei non rispondeva, non ci riusciva. Voleva solo morire.

[...]

"L'abbiamo trovato."
"Perfetto, a dopo." Ignazio chiuse la chiamata e si avviò verso casa. Giusto il tempo di una doccia e sarebbe andato subito alla centrale per capire le intenzioni di Piero e degli altri. Era una situazione più tosto delicata, le possibilità di uscirne tutti quanti illesi erano davvero poche ma.. dovevano tentare, in tutti i modi possibili.

Quando scese di casa, prese la macchina, giusto per fare prima. Quando arrivò alla centrale, erano davvero in pochi. Piero, Gianluca e Beatrice. Lo stretto indispensabile per capirci qualcosa.
"Allora, l'ha scoperto Christian.. ne ha seguito uno."
"Sapete chi era?" Chiese con premura.
"Giuseppe." Rispose Beatrice. Ignazio ne fù sorpreso, si scambiarono uno sguardo veloce, quasi impercettibile.
"Puoi confermare?" Piero penetrò gli occhi di Ignazio, voleva essere sicuro.
"Si, è arrivato così.. dal nulla mentre discutevamo sul dafarsi. Forse hanno deciso i nomi delle persone che andranno da Testa di leone."
"Perfetto. Io direi di sbrigarci. Li voglio tutti col culo in galera."
Gianluca stava in un'angolo, a braccia conserte.
"Tu." Esclamò Ignazio "che ne pensi?"
"Penso che qualcuno finisce con il culo pieno di buchi qui. È pericoloso... loro sono tanti."
"Chiamerò chiunque, anche i colleghi a Palermo se è necessario. Ma quelli con il culo pieno di buchi saranno loro, è una promessa Gianlù."
Piero sembrava davvero il più agitato di tutti, non riusciva proprio a calmarsi. Fin ora le loro ricerche erano state quasi tutte un grande buco nell'acqua e finalmente, dopo una notizia del genere sembrava davvero che si potesse anche arrivare a mettere un punto a tutto questo.
"Sono d'accordo. Ma vi dico una cosa .." si sporse Beatrice, guardando Piero. "Dobbiamo prenderli di sorpresa e attaccare di notte, il buio ci aiuterà."
"Ottima idea." Convenne Ignazio, attirando la sua attenzione. La trovava brillante, qualsiasi cosa dicesse la trovava perfetta.
Lei continuava a guardarlo male.
"Va bene.. attaccheremo di notte. Adesso mi serve sapere quanti siete."
"Contando i picciotti, dovremmo essere una quindicina di persone in tutto."
"Quattordici." Lo corresse Gianluca.
"Tu ne sei fuori."
"Non credo." Ribattè Ignazio.
"Ecco... adesso ci metti nella merda e vai a piangere da quei sporchi figli di puttana?"
Piero, Ignazio e Gianluca si voltarono a guardarla.
"A me chi mi da la certezza che non ci tradirà? Che non sparerà a me o te, per esempio." Indicò Gianluca.
"Non lo farà." Intervenne pacatamente Piero.
"Io non mi fido. Non lo voglio fra i piedi."
"Mi ha salvato la vita, Bea."
"No, Piero.. ti stava facendo saltare un braccio!! È diverso!"
"BASTA!" La voce di Ignazio tuonò nella stanza. Tutti si bloccarono, il silenzio era agghiacciante.
"Piccirì ... tu non mi conosci proprio." C'era dell'amaro in quelle parole. La rabbia che poco prima era sulla sua faccia svanì. Piero quasi lo preferiva quando era furioso, perchè adesso la faccia dell'amico era diversa, strana.. troppo strana. Non l'aveva mai visto in quella maniera. I suoi occhi avevano qualcosa di scuro, troppo cupo, troppo spento per poterlo capire.
"Sei tu, che non conosci me. Ma io a te ti ho capito benissimo. Ci farai ammazzare, fra poche ore o pochi giorni saremo tutti morti."
Ignazio scagliò un pugno contro il muro e uscì dalla stanza.
Gianluca fece per corrergli dietro ma Piero fece segnale di lasciar perdere. Così si blocco e rimase lì, in silenzio. Si guardarono in faccia più e più volte. Dopo qualche secondo Beatrice a sua volta uscì dalla stanza, correva.
I due amici non capirono ma non si sforzarono più di tanto nel farlo. Doveva capire Beatrice, non loro.

Ignazio uscì dalla porta d'ingresso della centrale e si buttò in strada, senza pensare alla sua macchina, posteggiata qualche metro più avanti continuò a camminare. Aveva passo diretto, veloce, quasi sembrava un treno.
Beatrice uscì a sua volta dalla porta d'ingresso e lo vide allontanarsi.
Era deluso, arrabbiato, stanco, impaurito. Sperava tanto che lei capisse, che potesse in qualche modo perdonare quelle bugie, messe come scudo per proteggerla dall'orrore che gli stava alle spalle, ma a quanto pare non era possibile.

"Hey." Gli urlò. "Hey!!" Urlò più forte.
Il ragazzo si fermò, ma non si voltò a guardarla, rimase lì ad aspettare un'altra sua mossa. Beatrice si mise a correre fin quando non l'aveva quasi raggiunto. A quel punto Ignazio si voltò a guardarla, quegli occhi la intimorivano, erano troppo scuri quella sera, ma cercò lo stesso la forza e il coraggio di fissarli.
"Che cazzo di problemi hai, eh? Ti sei offesa? Bene, mi dispiace. Te l'ho detto un sacco di volte ma a quanto pare non mi ascolti. Perciò fa il tuo lavoro, ma a bocca chiusa."
Beatrice sbiancò, non si sarebbe mai aspettata delle parole del genere.
"Se ci tradisci giuro che .."
"Piero è mio fratello, il mio migliore amico. Non potrei mai tradirlo."
"Piero forse... e tutti gli altri invece? Gli farai saltare la testa perchè non sono tuoi amici? Non voglio rischiare, grazie."
"Tu non capisci, non puoi capire."
"Ah no?"
"No, perchè non ascolti!!"
"Io non mi fido."
"Dovresti."
"Mi hai mentito."
Ignazio non ce la faceva proprio più, avrebbe voluto...
"Oh signore. L'ho fatto per proteggerti. Io e te non avremmo mai dovuto parlare, avvicinarci, conoscerci.. ma è successo. E non potevo permettermelo.. così ho dovuto mentire, solo per non doverti coinvolgere."
Beatrice aggrottò la fronte, confusa.
"Coinvolgere in cosa?"
"Quei figli di puttana mi hanno rovinato la vita, hanno ucciso mio padre." Sbottò. Aveva di nuovo le lacrime agli occhi, era sempre più difficile resistere, essere ancora forte.
Beatrice si sentì il sangue gelare, non poteva essere.
"L'hanno ucciso, davanti gli occhi miei.." singhiozzò "davanti gli occhi di Piero."
"Mi dispiace..." abbozzò scossa, avvicinandosi.
"Non mi serve la compassione di nessuno. Per questo ho deciso di non avere amici. Piero e Gianluca sono i miei compagni di vita e non posso permettermi che gli accada qualcosa per colpa mia.
La mia famiglia non è qui, mia madre e mia sorella sono andate via per non rischiare la vita, sono entrato a far parte del giro solo per poter uccidere con le mie mani lo stronzo che ha puntato la pistola alla testa di mio padre. Non potevo rischiare di coinvolgere anche loro... se mi avessero scoperto avrebbero fatto fuori anche loro. Non avrei potuto sopportare anche questo."
Una lacrima gli rigò il viso. Perchè doveva essere tutto così difficile?
Beatrice gli prese il viso fra le mani.
"Ignazio.."
"No Bea, hai ragione.. devi stare lontana. Non ti devi fidare, di nessuno, mai."
"No, io.."
"Tu lo farai. Devi stare accanto a Piero, lui saprà tenerti in vita sicuramente meglio di me."
"Ignazio, basta." Aveva iniziato a piangere, non voleva darlo a vedere, ma Beatrice sentiva le sue lacrime inumidirgli le mani.
"Non posso stare accanto a nessuno."
"Ma io voglio starti accanto."
Ignazio le prese le mani. Una scossa gli percorse tutto il corpo. Finalmente la toccava di nuovo.
"Non puoi rischiare di morire.. non deve morire più nessuno. Non per colpa mia."
Stava per delirare, stava per spingerla via, anche se controvoglia quando la ragazza non potè più farne a meno.
Lo prese e lo baciò.
Sembrava così strano, eppure così bello e innocente. Sentiva il petto esploderle.
Ignazio la strinse forte, continuando a baciarla con decisione, come fosse uno sfogo, un bisogno, una liberazione. Lo voleva, lo voleva da tempo, ma adesso anche lei, come lui, era in pericolo.

Fallen. // Il Volo - IgnazioBoschetto (#Wattys2016)Where stories live. Discover now