Capitolo 4

238 30 16
                                    

"Si tratta di una notizia grandiosa!"
"Su, parla!"
Ignazio prese fiato e confessò.
"Ci sono state delle spie, fra gli uomini di testa di Leone, e adesso cerca nuove persone fidate che possano aiutarlo a sistemare lavori sporchi al posto suo! Grilletto e il mio capo si sono messi d'accordo! Chi di noi farà il lavoro migliore in questi giorni verrà scelto!"
"Non credo possa essere così semplice, Igna.." Disse Piero, riflessivo.
Aveva l'aria stanca, ultimamente lavorava davvero tanto.
"Si, ma capisci che se prendiamo sto figlio di buttana, mia mamma e Nina potranno tornare da me? Non li vedo da .."
"Da anni, lo so Ignà, ma mi sembra troppo facile. C'è sicuramente qualcosa sotto."
Era vero, Ignazio non vedeva sua mamma e sua sorella da anni. Nemmeno si sentivano. Ignazio non voleva rischiare, se durante le sue indagini qualcosa fosse andato storto, se l'avessero scoperto, ci avrebbero rimesso tutti, persino la sua famiglia. Nessuno stava azzardando quanto lui in quel momento.
Ovviamente ne Nina, ne sua madre erano state mai d'accordo a questa folle idea di Ignazio, ma ormai aveva deciso, e nessuno, nessuno sapeva quanto fosse testardo, come lo sapeva sua madre.
In effetti, nessuno in famiglia, aveva mai superato la perdita di papà Vito. La sua assenza diventava più pesante ogni giorno che passava, e Ignazio era stanco di quell'aria che girava a casa, la notte, prima di addormentarsi sentiva sempre sua mamma piangere dall'altra stanza, era diventato straziante, il tempo di restare con le mani in mano era finito.
"Rimane comunque un'ottima possibilità Piè!"
Piero lo vedeva troppo euforico. Sperava di non vederlo mai così, temeva potesse agire d'impulso, senza riflettere. Quello sarebbe stato la fine.
"Gianluca che ne dice?"
"Anche a lui puzza di bruciato .." Ammise.
"Ma non si può negare che sia anche una buona notizia."
"Ignazio, facci esaminare meglio la situazione. In caserma stiamo lavorando, abbiamo gente nuova, esperta. Adesso dovremmo andare più veloce."
"Gente nuova? Da quando?"
"Da quando le cose non hanno più senso. Non sai quant'è difficile. I pezzi grossi sembrano fantasmi. Ora ci sono, e poi non sai dove finiscono. Diventa sempre più difficile riuscire a rintracciare le chiamate anche. Gli stronzi hanno i telefoni clonati o non so che altro."
"Cuinuti."
"Hai detto bene, fratello."
Piero si alzò e prese due birre dal frigo, passandomene una.
Ignazio l'aprì e lo guardò.
"Brindiamo."
"A cosa?"
"Al culo di testa di leone sbattuto in prigione."
Piero mostrò un sorriso tirato e alzò la birra in aria, lanciandogli uno sguardo.
Aveva un brutto presentimento, e lui aveva sempre ragione.

[...]

"Amunì, cosa potrà mai essere di così grave? Andiamo a dare una sbirciata, no?"
"E se ti riconoscono e finisci nei guai?"
Ignazio, come al solito, non ci aveva pensato.
"Rischieremo!"
Fù così che Gianluca sbuffò e mise in moto la macchina. Due ragazzi erano partiti più o meno dal covo dove si nascondeva il boss di Ignazio. Stavano sicuramente andando a svolgere qualche ordine per arruffianarsi il capo e salire di grado. Ignazio non poteva perdere un'occasione del genere.

"Fermo qua, credo sia una rapina.."
Quei due stavano davanti una gioielleria, visibilmente chiusa e senza allarme di sicurezza, per quelle carogne era il colpo perfetto, semplicissimo.
"Io scendo!"
"E se sono armati?"
"Mi conoscono Gian, sta tranquillo e non farti vedere!"
L'amico annuì e rimase in macchina. Ignazio scese e andò in contro a quei due.
"Serve una mano?" Chiese ironico.
"Non abbiamo bisogno di te, Boschetto."
"Io credo di si."
"Cosa vuoi saperne tu di rapina e scasso?"
"Staremo a vedere."
Uno dei due disse all'altro "sta attento a non far suonare l'allarme, non voglio sbirri in mezzo alle palle."
"Ma quale allarme!" Disse fiero Ignazio. "Qui non c'è nulla."
I due si guardarono in torno, si resero conto che Ignazio aveva ragione.
"Come facevi a saperlo?"
"Passo spesso di qui. È la gioielleria di un vecchio, cosa volete che ne sappia di allarmi anti rapina?"
I due lo guardarono sospetti.
"Levatevi di torno."
Ignazio si fece avanti e in men che non si dica, forzò la serratura con l'arnese che i due possedevano e l'aprì.
Una volta entrati dentro il gioco era fatto.
Il telefono di Boschetto cominciò a squillare, i due lo guardarono truci.
"Cazzo, nessuno ti ha insegnato a levare la suoneria? Sparisci Boschetto! Se ci fai scoprire ti ammazzo."
Ignazio sorrise, prendendoli in giro e rispose.
"Pronto?" Sussurrò.
"Ignà, esci subito di lì! Adesso!"
"Gianlù, amunì finiscila! Sta calmo!"
"Ci sono dei colleghi di Piero qua fuori, esci di lì ti dico!"
Non gli diedero nemmeno il tempo di chiudere la chiamata che due Poliziotti fecero irruzione all'interno della struttura.
"Che sta succedendo qui? Mani in alto dietro la testa! Giù le armi!"

Ignazio si nascose dietro una scrivania, pregava che non l'avessero visto.
I due vennero colti di sorpresa, erano visibilmente presi dal panico.
"Mi dispiace, ma i giochi sono finiti!"
La voce era quella di una donna, Ignazio si sporse e la vide. Capelli biondo cenere, occhi verde scuro i suoi. Sembrava uscita da un film, tutta impostata, altezzosa e soddisfatta per averli beccati sul più bello.
"Portiamoli via, Roberto."
Pensava di averla scampata quando .. "Hey, c'è anche qualcun'altro oltre a noi qui, arrestate anche lui!!"
Uno di quei due bastardi si lamentava, e così la poliziotta tornò a dare un'occhiata dentro. Ignazio doveva sparire. Così lasciò che lei entrasse per aggirarla e darsela a gambe.
E così fece, aspetto e le girò dietro le spalle. Stava per uscire quando qualcosa gli arrivò in testa, colpendolo forte. Poi, il nulla..

Fallen. // Il Volo - IgnazioBoschetto (#Wattys2016)On viuen les histories. Descobreix ara