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Avevo fatto ritorno in classe con un sorriso che mi andava da un orecchio all'altro, chiunque avrebbe potuto intuire la felicità sul mio volto. In fondo, chi non noterebbe un sorriso a 71651529280 denti?

"E quello che cosa sarebbe?" Mi chiese Laris, una volta seduta al suo fianco, intenta ad aspettare l'arrivo del professore.

"Non hai mai visto una persona sorridere?" Le chiesi a mia volta, portando la sedia - su cui ero seduta - più vicino al banco davanti a me.

"Non ho mai visto un sorriso così enorme fatto da te." Precisò allargando le braccia, cercando di farmi capire quanto enorme potesse essere.

"C'è sempre una prima volta." Mi limitai a rispondere, per poi aprire il libro che tenevo chiuso.

"Uhm, qui qualcuno è innamorato." Mi stuzicò ridacchiando, mentre mi punzzecchiava con la punta della sua matita. E le sue matite erano sempre temperate perfettamente.

"Qui qualcuno non si fa gli affari suoi." Dissi rivolgendole una linguaccia, ricevendo un altra da parte sua.

A fermarci fu l'entrata del professore in classe, che pronto a iniziare la sua lezione, si mise in piedi davanti alla lavagna dopo aver fatto l'appello.

Per tutta l'ora presi appunti sul quaderno e mi impegnai a prestare attenzione a ciò che diceva il Signore anziano. A distrarmi - perchè ovviamente non puoi mai stare attenta in classe, senza che nessuno di disturbi - fu la vibrazione del mio cellulare, che si trovava sulla tasca dei miei jeans.

Chi mai poteva essere a quell'ora del pomeriggio? E poi chi mai avrebbe potuto scrivermi durante l'orario scolastico? Erano le domande, che da alcuni secondi avevano preso a far parte della mia mente.

E con la curiosità a mille, mi avventurai con le dita sulla tasca dei miei jeans, con l'intenzione di tirarlo fuori senza attirare l'attenzione del professore. Se mi avesse visto, sarei stata nei guai fino al collo e non potevo rischiare di beccarmi una nota, una punizione o addirittura una punizione, quando mi mancavano solo alcuni passi per prendere la mia Laurea.

Fortunatamente c'era Martina Russo, la mia compagna di origini Italiane, che grazie alla sua altezza riusciva a coprirmi mentre ero intenta a nascondere il cellulare dentro all'astuccio.

Laris mi guardava curiosa, dato che era la prima volta in cui mi vedeva alle prese con il cellulare in classe. Mi portai l'indice sulle labbra, facendole capire di non aprire bocca e di non guardarmi, altrimenti il professore avrebbe capito ed io mi sarei messa nei guai. E dopo aver ricevuto un 'okay' con un cenno del capo da parte sua, avvicinai la mano all'astuccio e senza far rumore - a causa della cartoleria che tenevo dentro - accesi lo schermo, ritrovandomi a leggere la parola sconosciuto.

Fantastico, tanti sforzi per uno sconosciuto. Continuavo quindi a non sapere chi fosse, e guardando un altra volta il professore che era girato in direzione della lavagna, per scrivere i suoi appunti, approfittai per sbloccare il cellulare. Con dita svelte andai sull'icona con il disegno della bustina bianca e senza indugio cliccai per leggere il contenuto.

<<Ti darò il tempo necessario per scappare e allontanarti da tuo marito. Ma se non vedrò risultati, non avrò problemi a rovinare anche te.>> Da Sconosciuto.

Rabbrividii nello stesso istante in cui lo lessi, chiedendomi chi mai avrebbe potuto mandarmi un messaggio di quel genere.

A primo impatto pensai che fosse stata Miley, data la scena alla pausa pranzo, ma non credo sarebbe stata così stupida da mandarmi un messaggio subito dopo quello che era successo. Ma se non era stata lei, chi altro avrebbe potuto scrivermi quel messaggio? "Mrs Johnson, sta bene?" Mi domandò il professore, mentre il suo volto formava un espressione di preoccupazione.

Schiava Di Un MiliardarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora