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Troye fece rotolare una grande caramella spaccadenti sul bancone, guardandola mentre cadeva nella sua scatola.

"Papà?"

"Sì, Troye?"

"Come ti sentiresti se a me piacesse un ragazzo?"

"Ma ragazzi in generale o proprio un ragazzo?"

"Entrambi. Tanto mi piacciono i ragazzi, quanto ora come ora mi piace un ragazzo in particolare" spiegò Troye, provando con tutto se stesso a rimanere quanto più vago possibile.

Il signor Mellet sorrise, continuando a controllare l'inventario mentre conversava con suo figlio da poco adolescente.

"E chi sarebbe questo ragazzo?"

"Qualcuno molto affettuoso, che mi è stato vicino da che ne ho memoria, che è fedele ed intelligente, creativo ma umile, che è affascinato dalla bellezza di tutte le cose semplici e complesse, che è rispettoso nei confronti di mio padre, come fosse la sua famiglia. Ma che potrebbe anche essere leggermente più grande di me." Si morse il labbro, facendo un ultimo commento. "Ipoteticamente parlando, ovviamente."

"E, per caso, questo ipotetico ragazzo sarebbe anche alto un metro e sessanta e avrebbe i capelli castani e gli occhi verdi, e sarebbe qualcuno a cui voglio bene da morire?" Sorrise dopo aver finito di scrivere l'inventario. "Ti voglio bene e se ti piace un ragazzo meraviglioso, è tutto okay, Troye."

Troye avvolse con forza le sua braccia attorno a suo padre, continuando a ripetere più e più volte lo stesso sussurro sul suo petto. "Grazie papà, grazie per accettarmi. Ti voglio bene anch'io."

Suo padre impresse un bacio sulla sua tempia, poi fece scorrere una mano attraverso i capelli di suo figlio. "Solo, promettimi che sarai prudente, e che proverai sempre a ricordarti che Connor è un essere umano, con tanti difetti e falle quanti talenti e bellezze, come te."

"Lo farò, papà. Ma... piacerò anch'io a Connor? Ma a Connor piacciono almeno i ragazzi? E se pensasse che io sia schifoso? Lui è stato con Lena per quasi un mese, e, voglio dire, non sembrava così felice, ma questo comunque non fa di lui etero, giusto?" Troye si morse il labbro preoccupato.

Ma il signor Mellet sembrava che già sapesse che non erano stati destinati a durare, ed era abbastanza sicuro che Connor, verso la metà dell'anno prima, qualche giorno dopo il loro primo mese insieme, l'aveva lasciata. Quello però fece sospettare Troye che suo padre sapesse qualcosa che lui non sapeva.

"Devi chiederglielo da te, Sivan."

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Connor si schiarì la gola, sperando di sensibilizzare i suoi commensali. "Uh..."

"Passami il pollo!" Urlò Dustin a Brandon, gesticolando verso il piatto.

"Va bene, cavolo, non devi urlare."

"Se non urlo tu non me lo darai mai."

Connor sbiancò. "Um..."

"E dai, finitela" li rimproverò Nicola prima di passare il pollo a suo fratello.

"Ragazzi!" Urlò Connor. Era sul punto di strapparsi via i capelli a ciuffi.

"Sì, Connor?" Chiese suo padre con attenzione.

Tutta la sua famiglia lo stava fissando, prestandogli anche più attenzione di quanta ne avesse voluta.

"Ho, uh, ho... fame, passatemi il pollo." Ridacchio debolmente.

"Connor." Suo padre si accigliò, del tutto non convinto della copertura di suo figlio. "Che cosa stavi per dire?"

Prese un respiro profondo e chiuse gli occhi mentre faceva uscire le parole, volendo disperatamente sentirsi onesto. "Sono gay."

Connor aprì un occhio, poi due. Era sorpreso da coloro che gli si sedevano attorno.

"Sono così fiero di te." Sua madre si alzò, camminando verso di lui per abbracciarlo.

"Uh, grazie?" Disse facendolo suonare quasi come una domanda, sentendosi surreale e nuovo di zecca tra le sue braccia.

"Quindi... Hai un qualche ragazzo per la testa?" Lo punzecchiò Nicola, dopo che i mormorii di accettazione della sua famiglia erano scemati.

Connor guardò in basso verso il suo cibo, poi si lasciò cadere la testa tra le mani. "Voi penserete che sia così strano."

Nicola alzò un sopracciglio.

"Troye, è da parecchio tempo. Lo sapeva addirittura Lena, lei mi ha soltanto aiutato ad ambientarmi quando ho cominciato le scuole superiori. Non c'è bisogno di dire che ci ha fatti sentire entrambi tristi."

La signora Franta annuì mentre riprendeva posto. "Sono contenta che voi due abbiate rotto, così tu sei potuto essere onesto con noi." Guardò per un po' suo figlio quando Nicola parlò.

"Oh, tu e Troye! Che carini!"

Quel pomeriggio un certo ragazzo arrivò a bussare alla porta di Connor con le mani tremanti e delle speranze nervose. I due ragazzi fecero fatica a nascondere i loro sorrisi quando ebbero realizzato di avere ancora qualche possibilità con la persona che amavano da così tanto tempo.

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Troye e Connor si sedettero con le loro schiene appoggiate al bancone, nascondendosi dal Sole estivo. Raggi di luce si spandevano dalle finestre, proiettando con un ombra la scritta Mellet's sul pavimento. Scritta che aveva cominciato a girare la nazione.

Troye stava fissando il muro, godendosi la presenza di Connor e il silenzio tra loro, e godendosi la caramella alla mela nella sua bocca

Connor stava guardando verso un libro aperto sulle sue gambe, o meglio stava facendo finta, mentre sbirciava Troye e il suo lecca-lecca. "Aspetta, posso assaggiare?" Chiese Connor, rivolgendo la sua mano verso il bastoncino, così da poterlo ricevere.

Troye annuì, facendo uscire dalla sua bocca la lucente caramella verde. Le sue labbra emisero uno schiocco mentre rilasciavano la caramella ed erano completamente ricoperte da residui di zucchero.

Connor fece per prendere la caramella, ma Troye la abbassò così da non essere alla sua portata.

Il ragazzo più giovane mise la sua mano destra sulla guancia di Connor e si piegò in avanti, così vicino che Connor poteva già sentire il sapore zuccherino nel suo fiato. "Ne vuoi ancora un assaggio?"

Connor annuì piano, con gli occhi sbarrati dall'incredulità.

Troye sorrise, facendo precipitare le sue labbra su quelle del castano in un veloce bacetto.

Connor rimase seduto nello shock, rigido come una tavola di legno, ma riprese il suo regolare respiro non appena Troye si staccò da lui.

Troye ridacchio. "Quindi? Come ti sembrava?" Chiese compiaciuto.

"Era... era dolce." Connor arrossì.

Troye si risedette e sorrise ancora, riportandosi la caramella alla bocca.

Connor ritornò al libro, questa volta leggendo qua e là.

I due rimasero seduti con nessuna parola tra loro, ma nel più confortevole dei modi.

Sweet - Tronnor (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora