Luca non sembrò sorpreso quando gli avvolsi un braccio attorno al collo e lui me lo avvolse attorno alla vita, ma il resto della compagnia sì.
Quando mi guardai attorno notai che tutti i nostri compagni e quelli che ci conoscevano ci stavano fissando, proprio come nei film o nei libri.
Erano forse tutti sconcertati dal fatto che, conoscendo il rapporto rancoroso e di odio reciproco che c'era sempre stato tra me e Luca fin dalla prima superiore fosse cambiato così tanto addirittura da arrivare insieme, tenerci la mano e sederci l'una sopra l'altro.
Alle volte, quando ci pensavo e ripercorrevo tutti gli avvenimenti, stentavo a crederci pure io...

-Credo di essermi perso qualcosa... – sussurrò Francesco, più a sé stesso che a noi, mentre ci osservava.
-Ti sei perso un sacco di cose. – rispose Andrea, allegro.
-Okay, da quanto state insieme? – domandò, aspirando una sigaretta.
-Non stiamo insieme. – rispose Luca.
Una parte di me, sebbene consapevole di quella risposta, ci rimase male, ma in fin dei conti gli accordi erano quelli.

-Come non state insieme? – chiesero tutti i coro.
In quell'istante, grazie a Dio, arrivò il cameriere e ci chiese le ordinazioni: non avevo nessuna voglia di spiegare tutta quella storia.
Anche il cameriere, comunque, aggrottò la fronte nel vederci, siccome ci aveva sempre visto litigare o per la camomilla o per altro.
Luca appoggiò una mano sulla mia coscia e rispose al cameriere: -Una piadina con prosciutto crudo e mozzarella, grazie. – disse, poi mi guardò: -Tu cosa vuoi, tesoro?-
I miei occhi prima si spalancarono e poi si illuminarono, insieme al sorriso che mi si aprì sulle labbra.
E scoppiai a ridere.
Sentii la presa sulla mia vita allentarsi e quando mi voltai verso di lui, il suo sorriso non c'era più.

Gli diedi un bacio a stampo al quale lui non rispose e poi aggrottò le sopracciglia.
-Mi stai prendendo per il culo, vero? – sussurrò solo a me.
Annuii. –Sì. – sorrisi e gli diedi un altro bacio a cui lui questa volta rispose, dopo aver tirato un sospiro di sollievo.
-Un panino con pomodoro e mozzarella, per favore. – mi voltai poi verso il cameriere.
Quando anche gli altri ebbero ordinato, il cameriere se ne andò e tutti tornarono a fissarci.
-Insomma, basta. Sono cose che capitano! – sbuffai.
-Non tutti i giorni... – rispose Francesco, continuando ad osservarci. –Luca, mi avevi detto che me l'avresti lasciata -.
Lui tornò a stringere la presa sulla mia vita, più saldamente di prima.
-Io non l'ho mai detto, anzi, tutto il contrario, cazzo. – gli lanciò un'occhiata torva.

-Cosa vuol dire che non state insieme? – Gabriel riprese il filo del discorso di poco prima.
-Vuol dire che noi facciamo tutto quello che vogliamo ma ufficialmente non stiamo insieme. – rispose Luca.
-In pratica fate quello che avete sempre fatto fin dall'inizio. – intervenne Andrea, sarcastico.
-Non è vero. Non è proprio così.-
Riflettendoci, però...

-Bea, l'unica differenza tra prima e adesso è che vi siete finalmente dichiarati. Luca non è mai andato con nessun'altra e nemmeno tu, ti ha sempre sopportato per tutti i tuoi schizzi, vi baciavate, facevate sesso, lui ti è stato accanto anche quando hai rischiato di rimanere incinta, invece di andarsene e... – stava per continuare, ma si bloccò quando Gabriel iniziò a gridare.
-Che cazzo hai detto?! – fece alzare velocemente Martina e scattò in piedi.

Cazzo.
Andrea sembrava essersi ammutolito, come il resto del gruppo – compresi me e Luca.
-Amico, io...- iniziò a dire Luca, che era sbiancato proprio come me, quando Gabriel si avvicinò a noi, mi sollevò e mi spinse addosso a Francesco appena in tempo per farmi assistere al pugno che tirò a Luca.
Lui non sembrò essersi fatto molto male, perché si alzò in piedi e lo spinse, facendolo finire contro il tavolo pieno di bicchieri che per fortuna rimasero dov'erano.
-Non sono cazzi tuoi, come al solito. – sbottò Luca.
-Mi va bene che stiate insieme, ma metterla incinta proprio no. Cazzo, ma sai cosa sono i preservativi?! – ed io pensai di sotterrarmi sotto all'erba. Se qualcuno prima non aveva capito di cosa stessero parlando, ora l'avevano capito proprio tutti e chiaramente.
Non mi accorsi di essere sulle ginocchia di Francesco fino a quando lui non mi avvolse braccia attorno alla vita. Che schifo.

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