Capitolo 52

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BEATRICE
Quando glielo dissi, Luca restò senza parole e rimase in silenzio per quelli che furono venti minuti. Io non potei fare a meno di rimanere accoccolata tra le sue braccia e ascoltare il battito regolare del suo cuore.
Quando mi fui leggermente calmata dal continuo singhiozzio, sollevai lo sguardo verso di lui e notai che aveva gli occhi lucidi e guardava fisso davanti a sé.
Riappoggiai la testa sul suo petto e aspettai che passasse un po' anche a lui.
Sentivo un peso dentro al petto fortissimo e la cosa peggiore era che non l'avevo previsto: era successo tutto all'improvviso e faceva ancora più male perché non ero preparata e non avevo potuto salutarlo come dovevo. Un po' come con mio padre, ma almeno per lui me l'aspettavo...
-Com'è successo? – domandò con voce fievole Luca, respirando sui miei capelli.
-Me l'ha detto mia madre quando sono arrivata a casa. Era quasi mezzogiorno e non si era ancora svegliato, così era andata per alzarlo e ha visto che non...- e in quel momento scoppiai nuovamente a piangere.
Luca mi strinse ancora più forte ed io lo apprezzai tantissimo, al di là delle regole che ci eravamo posti.
-Tranquilla... aveva già un po' di anni, doveva succedere... – mi sussurrò.
-Sì, ma non pensavo che sarebbe... – tirai su col naso e singhiozzai -...successo così presto...-
Solo a ripensare alla faccia di mia madre quando ero tornata a casa da scuola mi tornavano le lacrime agli occhi: aveva gli occhi rossi e appena ero entrata, tutta sorridente per il bel voto che avevo preso in matematica, lei mi aveva abbracciata. All'inizio non capivo, ma poi quando non vidi Lilium arrivare scodinzolando per salutarmi come ogni giorno, feci due più due e mi salirono le lacrime agli occhi.
Non appena mi ero staccata dall'abbraccio di mia madre, ero uscita di nuovo anche se spiovigginava ed ero corsa a casa di Luca, non pensandoci nemmeno: semplicemente sentivo il bisogno che lui mi stringesse; inoltre, lui era quello che aveva legato più di tutti con Lilium.
-Era importante per me... – mormorai, chiudendo gli occhi.
-Lo immagino. – le sue dita scorrevano sulla mia schiena provocandomi dei brividi.
-Era di mio padre da ancora prima che nascessi... – confessai, stringendo gli occhi per non scoppiare a piangere di nuovo. Avevo impressi i ricordi di quando mio padre mi diceva come l'aveva trovato in un campo durante una gita in campagna con il nonno.
-Adesso è là con lui, starà bene. – mi lasciò un bacio sulla testa.
Ecco, quelle erano le classiche frasi che invece di confortare facevano diventare ancora più tristi, a parer mio.
Mi chiesi se Luca sapesse di mio padre o sapesse solo che mancava.
Sentimmo bussare alla porta ed entrambi ci girammo per vedere chi fosse. Viola entrò con un vassoio pieno di biscotti e due tazze.
-Vi ho portato qualcosa da mangiare. – sorrise dolcemente ed io non potei che ricambiare con un triste sorriso.
-Grazie mille. – risposi e feci per allontanarmi da Luca – dato che gli stavo praticamente in braccio – ma lui continuò a stringermi. Mi sentivo un po' a disagio nello stare abbracciata a lui davanti a sua madre, ma in quel momento non me ne preoccupai affatto.
Viola appoggiò il vassoio sul letto e si sedette.
-Sono un po' preoccupata. – sentenziò.
Mi aspettai che Luca la mandasse via come di solito faceva quando cercava di tenere una conversazione con noi in camera, invece sospirò.
-Lilium... – disse solo e sua madre prima sbarrò gli occhi, poi annuì tristemente. Probabilmente se lo immaginava.
-Mi dispiace tanto, Beatrice. – affermò sinceramente e si alzò per indirizzarsi verso la porta.
Prima di uscire, però, si girò verso di noi e disse a bassa voce: -Per favore, non ditelo a Tommy perché voleva davvero bene a quel cagnolino e ci rimarrebbe troppo male-
Annuimmo entrambi e poi restammo di nuovo soli e in silenzio fino a quando Luca non si allungò per prendere il piattino pieno di biscotti – fatti da Viola, immaginai – e me lo porse.
-Vuoi? – chiese e io non me lo feci ripetere.
Si allungò ancora e poi constatò che in una tazza c'era il latte e nell'altra dell'acqua calda con affianco due bustine, una di tè e una di camomilla.
Mi passò la tazza e la bustina di camomilla – e non protestai – ed io ci inzuppai i biscotti dentro, iniziando a sentirmi un po' meglio.
-Ti dispiace se sto così? – gli chiesi, anche se avevo la bocca piena.
-Nessun problema. – mi rispose con altrettanto la bocca piena e per un secondo mi scappò una risatina sincera.
-Perché ridi?
-Non lo so. Siamo buffi. – affermai e ridacchiò anche lui.
Sentii quel peso nel petto, anche se pur sempre esistente, affievolirsi un poco e attribuii ciò allo zucchero dei biscotti.

Sex or love?Where stories live. Discover now