Capitolo 3

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Qualcosa mi solleticava la fronte. Sorrisi, quando un profumo di menta e fiori mi sferzò le narici. Sembrava familiare, ma non riuscivo a capire dove l'avessi già sentito. Cercai di avvicinarmi di più alla fonde di quell'aroma e sentii ancora il solletico sulla fronte. Emettei un mugolio e mi appoggiai al muro davanti a me. Strano, nella mia camera non c'era un muro accanto al mio letto.
Il muro si alzava e si abbassava regolarmente. Il muro si muoveva. Il muro era caldo e faceva profumo di menta e fiori. Il muro mi faceva il solletico sulla fronte con quelli che sembrano capelli. Passai una mano sopra a quel muro e scoprii che non era rettilineo: sembrava quasi un petto muscoloso e scolpito.
Il muro emise un mugolio. -Basta, ora mi alzo, mamma! - si lamentò. Il muro parlava.
Il muro era un ragazzo?
Un'altra ondata di profumo mi inebriò le narici. Ecco dove l'avevo già sentito! In una felpa enorme; ma quella felpa apparteneva a...
Aprii gli occhi. -Luca! - urlai, scattai a sedere e mi allontanai da lui stringendomi il lenzuolo al petto.
Lui aprì gli occhi di scatto e mi guardò. All'inizio non sembrava sorpreso e li richiuse, ma poi li riaprì di scatto e, come me, si alzò a sedere e si allontanò. -Beatrice! - urlò anche lui.
Ci guardammo increduli e io mi strinsi ancora di più il lenzuolo azzurro al petto. Poi mi toccai meglio e abbassai gli occhi.
Aprii il lenzuolo di poco e sgranai gli occhi. -Cazzo, perché sono nuda?! - gridai e mi ricoprii di scatto. Niente reggiseno, niente mutandine, niente calzini.
Mi girai verso di lui, che mi fissava intensamente il corpo. -Luca! - strillai di nuovo, imbarazzata. -Che cazzo ci faccio qui?
Lui tornò a guardarmi negli occhi. -Che ne so! Perché sei in camera mia?
-In camera tua?! - mi guardai attorno. In effetti quella camera rispecchiava quella di un ragazzo: le pareti scure che davano un senso di tranquillità e riservatezza alla stanza, le parete a cui erano attaccati molti quadri con foto di Luca e un altro bambino molto più piccolo di lui, probabilmente suo fratello, lui che gioca a calcio e... anche un calendario erotico. Feci una smorfia di disgusto. Il letto a due piazze era coperto dal lenzuolo azzurro con  il quale ero coperta e di fronte al letto c'era una scrivania piena di libri sparsi e avanzi di cibo.
-Si, in camera mia. E perché sei nuda? Cazzo... -  si grattò la testa. -E perché sono nudo anch'io?
Lo guardai perplessa, mentre la testa sembrava un pozzo nero senza fondo di ricordi -Non ricordo niente di ieri sera...
-Nemmeno io.
-Tu dici che...insomma... io e te... - ci indicai.
Lui alzò la testa di scatto verso di me. -Abbiamo fatto sesso? Insomma, è impossibile! Noi due non siamo... - fece una pausa, come per pensare -...mai stati attratti l'uno dall'altra, giusto? - mi chiese conferma con uno sguardo.
Giusto? - Si... giusto... - è giusto, Beatrice! Perché stai balbettando?!
-E perché siamo finiti a letto insieme?
-Io non lo so!- ero furiosa con me stessa. -Fantastico! Era la mia prima volta e non ricordo niente e per giunta l'ho fatto con un ragazzo che non fa altro che irritarmi dalla mattina alla sera e che non è il mio ragazzo! - urlai, esasperata, gesticolando con una mano, perché con l'altra dovevo coprirmi.
-La tua... prima volta? - mi guardò come se gli avessi detto di avere un marito, ma nei suoi occhi notai anche un verde più chiaro del solito.
-Si, la mia prima volta, sono vergine... anzi, ero vergine.- abbassai lo sguardo.
-Wow...- sentivo che mi fissava. -E' difficile trovare delle vergini della tua età...
-Ho solo diciassette anni, non ne ho venticinque, Mercuri!
-Quante tue amiche conosci che sono ancora vergini?
Aprii la bocca per rispondere, ma poi la richiusi di scatto. Okay, non ne conoscevo nemmeno una, ma non avevo mai pensato che potesse essere un problema essere ancora vergine. Non credevo nemmeno di essere l'unica al mondo!
-Visto? - mi sorrise arrogante.
Gli lanciai un'occhiataccia. -E ora? Spero almeno che tu abbia avuto l'idea di usare il preservativo! - lo guardai allarmata.
Il suo sguardo sembrò illuminarsi. -Il preservativo!
Si alzò di scatto e si mise a girare per la stanza. Mi coprii immediatamente gli occhi. Non avevo visto niente. -Il senso del pudore dove l'hai messo? Mettiti un paio di boxer, santo cielo!
Lui mi guardò non capendo, poi abbassò lo sguardo e comprese. Prese un paio di boxer neri da un cassetto del comò e se li infilò.
Mi persi a guardare i suoi pettorali scolpiti: non l'avevo mai visto nemmeno a educazione fisica senza maglietta. E...wow. Notai un tatuaggio sul fianco sinistro: un piccolo quadrifoglio.
-Se l'abbiamo fatto, sicuramente ci dev'essere il preservativo, perché io lo uso sempre... - e si girò verso di me. -anche quando sono ubriaco...- poi fece una pausa. -E se era la prima volta per te... sicuramente ci dev'essere anche del sangue! - si avvicinò alla mia parte di letto e fece per togliermi il lenzuolo di dosso, ma io gli schiaffeggiai la mano.
-Sei impazzito?
-In che senso?
-Nel senso che non puoi vedermi nuda!
-Probabilmente ti ho già vista nuda, quindi non fare la timida. - mi fece un sorriso malizioso.
-Si, ma ricordi per caso com'è fatto il mio corpo? Ricordi che reggiseno avevo o cosa c'era sotto le mie mutande? - gli sussurrai in tono basso, sfidandolo.
Deglutì con forza e scosse la testa.
Abbassai gli occhi e li sbarrai quando vidi una sporgenza prominente attraverso i boxer aderenti.
Seguì il mio sguardo . -Scusa... ma è mattina e non mi puoi dire una cosa così, dal momento che sei solo coperta da un lenzuolo... - mi diede le spalle, imbarazzato.
-Ecco, non peggioriamo la situazione, quindi stai girato e io guardo.
Alzai il lenzuolo ed esplorai il lenzuolo sotto di me.
-Cazzo...- imprecai, portandomi la mano alla bocca.
Luca si girò e mi fissò con un'espressione indecifrabile.
-C'è la macchia di sangue?
Annuii incredula. Come ho potuto andare a casa con lui? Cosa mi è saltato in mente? Perché mi sono ubriacata?
-Mi dispiace che la tua prima volta sia stata così... - mi mise una mano sulla spalla e si sedette accanto a me.
-Non sono una di quelle ragazze fissate con il romanticismo che si aspetta petali di rosa e una stanza di albergo per la sua prima volta, mi andava bene anche farla nel letto del ragazzo che mi ha fatto una doccia a scuola, ma almeno avrei voluto ricordarmelo... - la sua mano ora mi percorse la schiena nuda, lasciandomi un brivido. Sperai che lui non lo avesse sentito. Mi voltai verso di lui e mi accorsi che mi stava fissando la schiena, sul quale faceva scorrere la mano su e giù.
-E'... è meglio che io vada a farmi una doccia... - poi abbassò la voce. - fredda...
Lo guardai divertita, ma anche un po' imbarazzata e poi scoppiai a ridere.
-Che c'è? - rise anche lui, alzandosi. -Non mi succede tutte le mattine di trovare una ragazza nuda nel mio letto!
-Bugiardo! - lo presi in giro.
-Giuro che non mi sono mai svegliato con una ragazza al mio fianco! - si avvicinò alla porta del suo bagno e poi smise di ridere, chinandosi.
Mi sporsi dal letto e lo vidi raccogliere una bustina argentata.
-Non ci sono più dubbi, ora. - affermai, sospirando.
Poi si chinò di nuovo e mi mostra un'altra bustina.
-Due volte?! - urlai, sorpresa.
-Sono piuttosto esigente. - affermò, per sdrammatizzare, ma sembrava sorpreso anche lui.
-Fantastico... - sbuffai e ributtai la testa sul cuscino, stendendo le gambe.
Luca venne verso di me e si risedette nella sua parte di letto, sospirando.
-Bea...- si appoggiò su un gomito e mi guardò contrito.
-Sto bene, non sono traumatizzata, tranquillo. - voltai la testa dalla parte opposta e fissai la porta chiusa della sua stanza.
Si sdraiò affianco a me.
-Ho una proposta da farti...- sentii il suo respiro sulla guancia.
Rabbrividii e restai immobile. -Del tipo?

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