Capitolo 56

257K 7.9K 3.1K
                                    


BEATRICE
"E' innamorato di te, ma ancora non lo sa."
Le parole di Daniel, l'amico di Luca, mi avevano spiazzata quando le aveva pronunciate e mi avevano ronzato per la mente per tutta la notte.
Nemmeno venerdì ero andata a scuola – tanto non c'era nessuna ora di latino – perché mi ero scottata una spalla. Mi chiesi come, dato che il sole di fine marzo non è come quello di agosto e inoltre non ero stata particolarmente a pancia in giù, ma la mia spalla era completamente rossa e pizzicava ogni volta che facevo un movimento brusco.
La mattina seguente alla giornata al mare, quando mi ero svegliata me n'ero accorta e avevo chiamato mia madre per dirle che stavo a casa per il mal di testa – così mi avrebbe dovuto firmare la giustificazione quando sarebbe tornata a casa e non avrebbe buttato l'occhio sulla data che giustificava un'assenza di due giorni.
Verso le otto e dieci, proprio quando la campanella della scuola stava per suonare – ed io ero ancora a letto a dormire – un messaggio di Luca mi aveva svegliato.
Mi aveva chiesto se stavo male o se ero solo in ritardo e io gli spiegai il tutto. Un quarto d'ora dopo suonò il campanello e me lo ritrovai con una busta della farmacia in mano: mi era andato a comprare il doposole.
Per poco non mi assalì un attacco di panico lo ringraziai, dicendo che non avrebbe dovuto, cercando di essere il più cortese possibile. La sua affermazione "Così intanto ho fatto scorta di preservativi" mi fece sentire un po' di sollievo, tuttavia quel gesto di andare a comprare la crema apposta per me quando era già a scuola non aiutò mi affatto a togliere quella frase fissa dalla testa.
Non poteva essere. Luca non era innamorato di me ed io non ero innamorata di lui. Insomma, ci eravamo vietati di innamorarci!
Probabilmente Daniel aveva male interpretato il nostro comportamento del giorno prima, per il fatto che ci tenessimo per mano e che ci baciassimo, ma non sapeva che gli altri giorni era tutto completamente diverso.
Provai a calmarmi perché stavo iniziando ad andare sul serio nel panico: quella minima frase sembrava essere qualcosa di più grande di me che io non riuscivo a gestire.
LUCA
Stavo studiando seriamente il manuale di Scuola Guida per la prima volta per fare felice Beatrice che sarebbe arrivata di lì a poco ad interrogarmi – e a giocare... –, ma mia madre rovinò tutti i buoni propositi quando mi disse di svuotare tutti i cestini della casa e di portare fuori la spazzatura.
In quel modo, sarei uscito dalla mia camera, avrei buttato l'occhio ai cartoni che stava guardando mio fratello e mi sarei seduto con lui perché non avrei più avuto la forza di volontà per rimettermi a studiare.
Beatrice non sarebbe stata contenta, ma avevo una giustificazione: era colpa di mia madre.
Ci tenevo a farla sorridere perché negli ultimi giorni era un po' spenta e vaga. Ogni volta che le proponevo di passare il pomeriggio a casa di uno o dell'altra inventava quasi sempre una scusa e la maggior parte delle volte che iniziavo ad allungare le mani, lei ridacchiava – ma non per divertimento – e mi diceva di no.
Stavo iniziando a supporre che mi avesse rimpiazzato con un altro che la faceva sentire meglio di me ma non sapeva come dirmelo senza che ci rimanessi troppo male.
Comunque sia non ci sarei rimasto male...
Era una delle prime regole, no? Si può andare con gli altri e non c'è alcun vincolo.
Okay, forse un pochino ci sarei rimasto male, ma mi sarei ripreso subito senza dubbio...
Erano passate tre settimane dalla nostra giornata al mare e tutto era tornato come prima, come le avevo promesso: niente più baci al di fuori del sesso e niente più gesti dolci.
I primi giorni dopo era stato un pochino difficile resistere, ma poi ci avevo fatto l'abitudine e avevo imparato a controllarmi come prima.
Sbuffando, mi alzai, andai nel bagno principale e presi il sacchetto della spazzatura che mia madre mi aveva lasciato in corridoio e svuotai il cestino della mia camera, poi quello del mio bagno e stavo per andare in quello del corridoio quando buttai l'occhio in basso.
-Ma che cazzo...?

BEATRICE
Due giorni prima...
Luca mi baciò il collo, mentre provava a sollevarmi la maglietta.
-Ti va? – domandò sulla mia pelle.
-Mica tanto. –risposi, cercando di sembrare scherzosa.
Sollevò la testa, ignorando però il mio commento e mi baciò sulle labbra. Voleva farmi cambiare idea e ci stava quasi riuscendo.
Mi lasciai togliere la maglietta e anche il reggiseno mentre approfondivo il bacio.
Mi massaggiò il seno e spostò la bocca su di esso.
-Sono anche più grandi del solito. –commentò sorridendo a contatto con me.
Scattai immediatamente a sedere.
-Che ho fatto?! – osservai la sua faccia esterrefatta.
-Parli. È questo il problema. – mi alzai e iniziai a rivestirmi.
-Ma era un complimento!
-Beh, non è affatto vero che sono più grandi, quindi non lo era.-
Sbuffò, passandosi una mano tra i capelli che io gli avevo scompigliato facendo la stessa cosa.
-Mamma mia, ma ti è venuto di già il ciclo? -
Lo guardai infastidita. –No, Luca, non mi è venuto il ciclo.
-E allora perché sei così stressata? Non posso dire niente!-
Senza rispondergli, uscii dalla sua camera e gli urlai dalle scale che ci saremmo visti a scuola il giorno dopo.
Non era proprio giornata.

Sex or love?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora