Capitolo 65

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BEATRICE
-Vuoi andare al Next Café o vuoi restare qui a fare qualcosa, Beatrice?  – domandò Luca mentre io mi vestivo.
Erano le due del pomeriggio e ci eravamo appena alzati dal letto dopo averci passato tutta la mattinata: da quando avevamo dichiarato di 'fare l'amore' e non più 'fare sesso', l'attrazione sembrava essersi triplicata per entrambi.

-Ci saranno anche gli altri? – indossai il reggiseno e poi una canottiera grigia per stare più fresca.
-Mi hanno chiesto loro di andare, Bea. – Luca indossò una maglietta e si avvicinò a me.
Risposi che per me andava bene e stringemmo l'accordo di non fare o dire cose che avrebbero potuto mettere in imbarazzo l'altro.
Mi tirò per una mano e uscimmo di casa, con l'intento di pranzare là, dato che nessuno dei due aveva voglia di cucinare.
Durante il tragitto Luca mi parlò dell'esame di Scuola Guida, che aveva superato giusto il giorno prima e ne sembrava entusiasta. Ero così felice per lui che lo abbracciai e gli diedi un bacio sulla guancia immediatamente.
-Ora mi manca solo l'esame pratico, poi io e te potremo andare ovunque tu voglia.- affermò allegro.
-Non esagerare, al massimo andremo al mare invece di andarci in treno. – scherzai, perché sapevo che gli desse fastidio il fatto che lo credessi pericoloso al volante.

-Piantala. – mise il broncio, –Voglio vedere come sarà quando lo farai anche tu, Beatrice-.
-Puoi evitare di chiamarmi ancora Beatrice? – alzai gli occhi al cielo.
Lui si voltò verso di me con la fronte aggrottata,senza smettere di camminare.
-Ma è il tuo nome.

-Sì, ma nelle ultime dodici ore l'hai ripetuto in ogni cosa tu dicessi e inizia a non piacermi più, anche se l'ho sempre adorato.
-Come dovrei chiamarti, scusa? Tesoro no perché l'ultima volta mi sei scoppiata a ridere in faccia, forse Cioccolatino? Dolcezza? Milani?-
Spalancai la bocca: -Ti sono scoppiata a ridere in faccia?-

-Sì, l'ultima volta che ti sei ubriacata.- rispose non guardandomi nemmeno.
-Non mi ricordo. – inarcai un sopracciglio, poi addolcii i lineamenti vedendo che non era più allegro come prima: sembrava un po' imbarazzato. –Ehi, mi dispiace. Dolcezza e cioccolatino fanno schifo e se non vuoi che io torni a tirarti dei calci nelle palle non chiamarmi Milani come una volta, perciò tesoro mi piace molto.

-Sì, ma non ti chiamerò più così.
-Dai, non riderò. Ero ubriaca e forse confusa, non mi ricordo, ma tesoro è il modo più bello in cui tu mi possa chiamare.- lo presi a braccetto e mi appoggiai alla sua spalla.
Luca sospirò. –Ricordati che non stiamo insieme. -
-Sì, - alzai gli occhi – ma ci amiamo... almeno, io ti amo.-
Questa volta fu lui ad alzarli. –Anche io ti amo, lo sai. – mi guardò negli occhi.
Non era la prima volta che dicevo quella frase, per il solo scopo di sentirmi dire da lui che mi amava; ero una bambina che aveva continuamente bisogno di sentirsi desiderata, lo sapevo, ma non ne potevo fare a meno e comunque lui non si stancava mai di ripetermelo, quando glielo chiedevo implicitamente.

-Allora chiamami tesoro. Non è più vietato. – ricordai ancora una volta quella stupida lista.

Arrivammo davanti all'entrata del Next Café e notammo subito i nostri amici seduti sui tavolini all'esterno, sull'erba.
-Ehi! – esclamò Martina, non appena ci vide.
Gli altri si girarono verso di noi e solamente Giulia e Andrea ci sorrisero allegramente, mentre Gabriel sembrava ancora un po' titubante.
Poi quando mi guardai attorno e altri ragazzi mi salutarono, notai che in altri tavoli vicini c'erano altri nostri compagni di classe o di altre quarte. Era forse una riunione?
Quando iniziai ad incamminarmi verso il tavolo, Luca mi prese la mano e intrecciò le nostre dita.

Continuai a camminare ma mi voltai di scatto verso di lui. Non avevamo ancora deciso di fare 'cose da coppie' in pubblico.
Luca scrollò semplicemente le spalle: -Tanto vale che lo sappiano tutti, ormai.- affermò.
-Sedetevi. – disse Andrea, indicando le due sedie vuote.
Stavo per sedermi nella sedia accanto a Luca quando decisi di sedermi sulle sue ginocchia; del resto anche Giulia era seduta su Andrea e Martina su Gabriel.
Se c'era una cosa che adoravo era sedermi in braccio a Luca: era il modo migliore per stargli più vicino e baciarlo, farmi baciare, parlare solo tra di noi al di fuori del letto.

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