10. where have you been?

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No matter how far we go
No matter what the people say
I know it won't ever break.

Premo le mani sul petto di Calum spingendolo e allontanandolo da me a malincuore.
Sento come un vuoto sulle mie labbra, mancano le sue.

- Ragazzi! Eccovi finalmente, sono ore che io e la suora vi cerchiamo!! - esclama Michael correndoci incontro.

Io faccio un passo indietro sorridendogli imbarazzata, e noto con la coda dell'occhio che Cal si gratta la testa anche lui a disagio.

- Mike, ti ho già detto che non sono una s... Oh mio dio!! Sembrate due che sono appena stati investiti! - esclama Elizabeth e abbassando lo sguardo su di me mi accorgo che non ha tutti i torti.

Il mio vestito è sgualcito e sollevato sulle coscie, ho la spallina del reggiseno grigio spostata e immagino che i miei capelli non siano in gran belle condizioni, vedendo come sono messi quelli di Calum.

Li raccolgo in una coda di cavallo, rabbrividendo.
È una serata davvero fredda.

- Evidentemente ci hanno dato dentro. - il ragazzo gay ci strizza l'occhio facendo ridacchiare Calum, mentre io mi strofino le braccia cercando di scaldarmi.

- Ma che dite?? -
Non so perché ma mi ritrovo a negare, anche se quello che ha detto Michael è la verità.
Vorrei che fosse una cosa soltanto nostra.

Eli mi si avvicina rivolgendomi uno sguardo interrogativo e io scuoto la testa in una muta risposta.
Le spiegherò tutto più tardi.

- Hai freddo? - il ragazzo moro si avvicina a me guardandomi negli occhi per la prima volta da dopo il nostro ultimo bacio.

Io annuisco e lui mi porge la sua felpa nera, che infilo senza fare storie, grata.
- Grazie Cal. - alzo il mento per poterlo guardare in viso.

- Avanti piccioncini, muovetevi o vi lascio qui!! - ci chiama Michael, facendo rombare il motore della sua macchina.

- Ti stacco la lingua e la uso per pulirti il culo, Clifford! - lo minaccio infastidita dalle sue minaccie.

- Uh, hai ripreso il dono della parola. - osserva il ragazzo, per nulla colpito mentre Calum sale accanto a lui e io dietro con Eli.

Sonnecchio per gran parte del viaggio, sono esausta per questa giornata piuttosto intensa, guardo fuori dal finestrino le luci delle auto farsi sfocate mentre sfrecciano accanto a quella di Mike.

Quando ci fermiamo davanti a casa mia la mia amica è già scesa perché abita due isolati prima di me, e io saluto i due ragazzi per poi scendere a mia volta.

Quando realizzo che ho ancora addosso la felpa di Calum mi volto per ridargliela, ma è troppo tardi, l'auto è ormai lontana, ha superato la rotonda e il semaforo alla fine della via.
Mi appunto mentalmente di restituirgliela più tardi mentre giro la chiave nella toppa della porta.

Me la chiudo alle spalle, e i miei occhi ci mettono un attimo ad abituarsi al buio completo dell'ingresso, in contrasto con il portico esterno illuminato da una vecchia lampadina che fa una luce gialla soffusa.

Salgo le scale lentamente cercando di non svegliare i miei genitori che credo stiano dormendo nella loro camera.

Mi sfilo i tacchi relativamente bassi e li porto in mano per non fare troppo rumore quando, proprio sull' ultimo gradino prima di raggiungere la mia stanza, il suono di qualcuno che si schiarisce la voce mi ferma.

- Isabelle Cassandra Carter, dove cappero sei stata fino ad adesso? - mi giro lentamente facendo una smorfia quando incontro gli occhi grigio antracite di mia madre.

bubblegum // 5sosWhere stories live. Discover now