20. Ce la farai

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Era passato un mese dall'inizio della mia storia con Josh e, fortunatamente, a Cameron non dava fastidio. Durante questo mese erano cambiate tante cose, non solo nella mia vita, ma anche in quella degli altri. Vanessa si era rivelata un'ottima amica e ormai era parte fissa del gruppo di sole ragazze. Cameron aveva inizato ad uscire con una ragazza, ma nessuno sapeva chi fosse. Aaron era stato con una ragazza, Clarissa, per due settimane. Taylor, invece, era sempre più innamorato di Danielle e a me non dava più fastidio vederli insieme. Anzi, io e lui eravamo diventati "amici". Apparte questo, tutto era come prima.

Stavo sdraiata sul letto, aspettando Taylor per le prove, pensando all'inferno che avrei passato il giorno seguente. Il giorno del processo era praticamente arrivato, potevo già sentire l'ansia salire sempre di più. Avrei rivisto Nate dopo tanto tempo, lo avrei guardato dritto negli occhi, con la speranza di capire perchè avesse scelto proprio me per quella stupida vendetta. Continuavo a ripetermi di essere forte, ne avevo passate tante, avrei superato completamente pure questo.

Mentre aspettavo il mio partner, il mio occhio cadde sulla tastiera con il microfono che stavano in un angolo della stanza. Ricordavo la felicità che provai quando li vidi, il giorno del mio arrivo qui a Los Angeles. Non li avevo mai usati. Amavo cantare, forse addirittura più di ballare, ma non lo facevo da tanto. Fissai per un po' quello strumento che tanto avevo amato, che aveva lasciato ricordi indelebili nella mia mente, finchè mi ricordai di una cosa. Andai verso l'armadio e presi uno scatolone, ancora sigillato, e lo aprii. Pile di spartiti erano perfettamente ordinati, li avevo riposti con molta cura il giorno in cui avevo preparato le valigie, a Boston. Il primo spartito era quello di "Nan's Song" di Robbie Williams. Lo afferrai, spostai la tastiera davanti alla finestra, per godermi il panorama durante l'esecuzione della canzone.
Ricordavo perfettamente quella canzone, la melodia, gli accordi, il testo. Le lacrime si accumularono e, quando finii, rigarono il mio viso.

Un battito di mani mi riportò alla realtà, facendomi spaventare. Mi girai e vidi Taylor che, non appena si accorse del pianto, si fiondò verso di me.
Mi avvolse tra le sue braccia, accarezzandomi i capelli e sussurrandomi qualcosa. Riuscì a calmarmi e gliene fui grata.
-Non sapevo cantassi...- disse, interrompendo un lungo silenzio.
-Era da tanto che non lo facevo...- ammisi, guardando il pavimento.
-Quella canzone, per chi erano quelle parole?- domandò guardandomi negli occhi. Sentivo di potergli dire la verità, dopo tanto tempo. Sentivo di potermi aprire con qualcuno che non fosse Nash, o Cameron. Sentivo che quel qualcuno, colui che mi avrebbe capito, era proprio davanti a me, in attesa di una risposta. Una risposta che però non arrivò.
-Possiamo iniziare a provare?- chiesi, cercando di evitare la conversazione. Annuì, guardandomi un po' preoccupato, ma non fece obbiezioni.

Stavamo provando da tre ore ed eravamo veramente stanchi, ma non potevamo fermarci.
-La gara è la settimana prossima, come ti senti?- domandai a Taylor, durante la nostra breve pausa.
-Quest'anno ce la faremo, ne sono sicuro.- rispose. -Come ti senti?- chiese infine.
-Bene, penso che vinceremo!- risposi, sapendo però che non si riferiva alla gara.
-Sai di cosa parlo...- disse con tono ammonitore.
-Ci sarete voi ragazzi, andrà tutto bene. Sto bene.- risposi, marcando le ultime parole, più per convincere me stessa che lui.
Mi abbracciò e, come al solito, mi fece sentire protetta.

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-Josh, smettila!- dissi in lacrime al mio ragazzo, che continuava a farmi il solletico, sapendo quanto lo soffrissi.
-Solo se mi dai un bacio.- rispose, e fu accontentato. Il bacio si stava intensificando, ma fummo interrotti da tutti i ragazzi che, per distrarmi, erano venuti a cena da noi.
-Io devo andare...- disse Josh, con uno sguardo triste. Lo rassicurai e lo accompagnai alla porta, poi tornai dagli altri.

-Vado a prendere qualcosa da bere.- dissi, dopo essermi calmata per la battuta di JackJ.
-Ti aiuto.- si offrì Cameron. Gli sorrisi e andammo in cucina.
-Come stai Lola?- domandò, spiazzandomi leggermente per l'uso insolito del mio nome.
-Perchè questa domanda?- chiesi a mia volta.
-Mi ha detto Tay che oggi ti ha vista piangere, è preccupato...- rispose. Io, invece, rimasi in silenzio.
-È per il processo di domani?-chiese, questa volta ricevendo un no bisbigliato.
-È per quella cosa...?- domandò, usando un tono pieno di preoccupazione.
-Non voglio rivivere tutto di nuovo, fa troppo male.- dissi. Le lacrime minacciavano di scendere sul mio viso. Non ero solita piangere, ma ero arrivata al limite. Dovevo dire la verità a tutti o sarei crollata. Non avevo il coraggio, però. Non volevo essere etichettata o guardata con uno sguardo di apprensione. Non volevo essere considerata la piccola e indifesa Lola che ero a Boston. Ero venuta a Los Angeles per ricominciare da capo, non avrei lasciato che il mio passato rovinasse il mio presente e il mio futuro.
-Tu hai me e i ragazzi, ce la farai.- disse, sembrava sincero.
-Non sono pronta a raccontarti tutto, e non me la sento di dire agli altri quello che sapete solo tu e Nash.- ammisi.
-Non devi farlo, ma noi siamo qui, lo sai.- disse, stringendomi in un forte abbraccio.

La mia testa era però già al processo, sempre più vicino. Ormai era questione di ore, troppo poche per i miei gusti.
Non sapevo cosa sarebbe successo, ma sapevo di poter contare sulla mia famiglia, i miei amici, Josh. Non ero da sola e mi bastava. Io sarei uscita vincitrice dall'ennesima battaglia della mia vita.

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Scusate per sto capitolo noioso, ma è importante.
Lola ha un enorme segreto, che solo Nash conosce del tutto e Cameron solo in parte. Lo scoprirete prima o poi.

Il processo sarà il punto principale del prossimo capitolo e posso assicurarvi che ci saranno colpi di scena.

Taylor e Lola torneranno presto ad avere momenti romantici, lo giuro!

Spero che vi piaccia la mia storia.

Grazie a tutte! ❤

We Are Young || Taylor CaniffWhere stories live. Discover now