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N.d.A.: I titoli dei capitoli sono riferiti alle età dei due protagonisti, hanno quindi due anni di differenza.

Connor lasciò ciondolare le sue gambe sulle scale, provando a rimanere calmo mentre l'eccitazione gli ribolliva dentro. Aveva preso a saltellare mentre sua madre provava ad infilargli le scarpe ed era scattato fuori dalla porta, non appena questa si era aperta.

Il signor Mellet, il proprietario della Confetteria Mellet, aveva adottato un bambino. Il quartiere nel quale vivevano era molto piccolo, specialmente per Los Angeles, e la notizia si sparse come un incendio.

"Calmati, tesoro!" Squillò la voce di Cheryl mentre teneva la mano di suo figlio. "Capisco che tu sia eccitato ma non vogliamo che ti faccia male proprio quando stai per incontrare il tuo nuovo amichetto!" Connor corrucciò le sue piccole sopracciglia, accigliandosi, e annuendo esitante, trattenendo la sua velocità mentre lui e i suoi genitori attraversavano la strada.

Il suo comportamento composto ebbe vita breve comunque, perché, non appena Connor scorse da lontano la lunga vetrata trasparente dei Mellet, si scagliò sulla porta, saltellando su e giù e scuotendo le braccia freneticamente. "Voglio andare dentro! Voglio entrare!"

Suo padre rise, aprendo la porta lentamente, per permettere a Connor di entrare nel palazzo.

"Buongiorno, signor Shaun!" Lo salutò il bambino, agitandogli la mano. "Posso vedere?"

"È proprio qui," il signor Mellet prese il bambino dal suo seggiolino sul pavimento, appoggiandolo poi sulla sua anca. Era la cosa più bella che Connor avesse mai visto. I suoi occhi erano neri e splendenti, il suo sorriso era "paffuto" e colmo di felicità, e i suoi capelli stavano cominciando a diventare di una stupenda tonalità di castano.

"Qual è il suo nome?" Chiese guardando in alto verso il proprietario del negozio di caramelle e verso il suo potenziale nuovo amico.

"Troye, con la e."

"Da dove lo hai adottato?" Chiese il signor Franta con un leggero sorriso.

"È nato in Sud Africa."

"Oh, molto interessante! Sembra proprio un bambino adorabile. Vi auguro tanta felicità. Là fuori ci sono dei discorsi preoccupati che tu sia un genitore troppo vecchio, ma dico io che a trentasette anni, sono solo delle sciocchezze. Sarai fantastico, Shaun."

"Ho sempre voluto essere un genitore, da single o meno. Ovviamente ho dovuto cercare qualcuno che lo facesse" disse ridendo mentre riposizionava Troye di nuovo al suo posto.

Connor era irritato. Voleva vedere ancora il bambino! I suoi genitori lo potevano ancora guardare, essendo così alti. Ma lui non poteva! Non era giusto. Aveva un solo piano: cominciare a saltare su e giù, facendo gli occhi dolci ai suoi genitori. "Ti prego, mamma! Voglio vederlo ancora!" Questo gli fece guadagnare una tenera risata.

La signora Franta poggiò suo figlio sul bancone, sorridendo mentre lei e suo marito continuavano la conversazione con il proprietario del negozio riguardo le allegre novità.

Connor sbirciò in basso verso il neonato con grandi occhi curiosi, i palmi delle mani intrecciati tra le sue gambe. "Ciao!" Disse il bambino al neonato. L'infante arricciò il naso e ridacchiò.

"Sarò il tuo nuovo amico! Mi prenderò cura io di te!"

Troye guardò verso di lui e sorrise, quasi come se avesse compreso le buone intenzioni di Connor.

"Sei così bello! Crescendo diventerai eccezionale, ne sono sicuro!"

Troye inclinò leggermente la testa verso di lui, per guardarlo meglio.

"Staremo insieme per un sacco di tempo!" Sussurrò eccitato.

Troye sorrise ancora, i suoi occhi ben stretti. I suoi lineamenti erano calmi e tranquilli, i suoi soli movimenti erano l'alzarsi e l'abbassarsi del suo petto.

"Wow. Non ero riuscito a farlo addormentare anche se ci stessi provando da stamattina. Bel lavoro, Connor!" Gli disse il signor Mellet con gratitudine.

Connor sorrise orgoglioso; stava facendo un buon lavoro. Avrebbe fatto tante belle cose per Troye. Connor continuò a guardare Troye dormire per qualche altro secondo, poi scese dal bancone.

"Voglio andare a casa ora."

"Oh, così sei voluto venire dai Mellet solo per vedere il piccolo Troye?" Gli chiese la signora Franta, un sorriso caldo a tirarle le labbra.

Il signor Mellet rise. "Va bene, penso che questi due diventeranno proprio dei buoni amici."

"Aspetta," disse Connor, illuminandosi all'improvviso. "Posso andare lì dietro?"

Il signor Mellet gli aprì la porticina del bancone e fece accedere Connor all'area degli impiegati, guardandolo quasi con un immediato, quanto strano, senso di fiducia.

"Buonanotte, Tro" sussurrò Connor. Poi, gentilmente, pressò le sue labbra sulla morbida guancia di Troye per un bacio veloce. Sorrise ancora, poi levò le braccia in aria verso suo padre per farsi sollevare. "Okay, fatto!"

La signora Franta li guardò entrambi con occhi pieni di tenerezza. "Che dolcezza."

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Connor si sedette con Troye nel soggiorno dei Mellet, guardando Zooboomafoo su PBS Kids con lui. Connor stava mangiando una piccola ciotola di maccheroni al formaggio che il signor Mellet aveva preparato per lui e imboccava di riso e pollo la bocca del più piccolo mentre il padre del bambino li guardava.

Negli ultimi mesi Connor aveva passato sempre più tempo nella casa dell'uomo. Shaun non aveva avuto idea che l'adozione di un bambino avrebbe significato riceverne due.

Connor appoggiò il suo piatto con alcuni rimasugli di formaggio al suo interno e prese un po' del cibo di Troye con il suo piccolo cucchiaio viola. Fu allora che lo sentirono.

"Connah"

Gli occhi di Connor si spalancarono, avvicinando la sua testa a quella del più piccolo. "Cosa?"

Il bambino socchiuse gli occhi concentrandosi. "Ancora, Connah."

Connor lo aveva sentito dire soltanto un'unica parola prima di allora, di solito era qualche variazione di papà. Lo aveva sentito dire papino, ultimamente. Ma quella era la prima volta che diceva qualcos'altro. Due parole! Ed erano tutte per Connor!

"Il tuo è il suo primo nome, Con!" Sorrise il signor Mellet, sperando di incitare l'eccitazione del bambino.

"Wow." Connor prese fiato.

Il bimbo cominciò ad accigliarsi, gesticolando verso la ciotola di cibo. Connor ritornò al suo dovere, riempendo la piccola bocca di Troye con il contenuto del cucchiaio e fallendo nel trattenere un sorriso.

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Connor entrò dondolando nel negozio di caramelle un mercoledì pomeriggio, con uno zaino giallo con l'alfabeto tenuto stretto sulle sue spalle.

"Signor Shaun!"

"Sì?"

"Posso parlare con Troye?"

"Sì, certo." Il signor Mellet gli aprì di nuovo la porta del bancone, permettendogli di raggiungere suo figlio seduto su un tappeto da gioco sul pavimento.

"Ciao Troye! Oggi ho cominciato l'asilo! Vado all'asilo Open Waters. Penso che anche tu ci potrai andare. Ho incontrato qualche bambino simpatico: Ricky, Joey, Dan. Ma nessuno di loro era come te." Si accigliò, cominciando a pensare. "Mi piacerebbe portarti con me, Troye."

Il bimbo alzò lo sguardo verso il padre ed indicò il bambino. "Io vado con Connah!"

Suo padre ridacchiò. "Non penso che vi serva andare alla stessa scuola per restare uniti."

"Sì, noi saremo sempre e comunque migliori amici, vero? Non importa cosa accadrà." Connor alzò un palmo aperto, aspettando Troye. Il più piccolo bambino rise ed annuì, facendo scontrare morbidamente la sua mano con quella di Connor.

Sweet - Tronnor (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora