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"Crowley sono di nuovo io. Richiamami appena senti il messaggio, è importante."

Allison riattaccò mentre lei e Jonas entravano dentro la tenuta dei Mikaelson e sospirò guardandosi intorno. Il tavolo che ore prima era stato imbandito per la cena era disordinato, il vino sparso dappertutto e dentro la casa c'era un innaturale silenzio.

Pensò che era strano, molto strano, e ignorò il mal di testa che le martellava la fronte mentre avanzava verso le scale facendo cenno al suo amico di seguirla.

L'istinto le suggeriva di chiamare Elijah a gran voce. O Freya, oppure Klaus... ma la ragione le suggeriva diversamente. Urlare in quei casi non era mai una buona idea, almeno non fin quando non fosse stato chiaro di che tipo di natura fosse la quiete che regnava.

"Wow" mormorò Jonas guardandosi intorno. "Questa sì che è una casa con la c maiuscola. Persino più grande della tua che già a me sembrava immensa."

Allison annuì, ma in realtà non aveva sentito molto di quello che aveva detto l'uomo. Mentre il mal di testa aumentava man mano che saliva su per i gradini, si accorse di avere il fiatone, come se avesse corso per ore, mentre in realtà non aveva neppure finito le scale.

"Devo..." mormorò fermandosi. "Devo sedermi un attimo."

Lo stregone la fissò confuso, aiutandola a mettersi a sedere su uno dei gradini, preoccupato di vederla impallidire così di colpo, gli occhi farsi rossi. "Allison, stai bene?"

Ma lei scosse il capo, cercando di respirare a fondo, sentendo dolore al petto ogni volta che ci provava. "Non proprio" ebbe la forza di dire, prima di fare ciò a cui stava pensando; un tentativo che dubitava sarebbe andato a buon fine, ma che era anche l'unico modo che le veniva in mente in quel momento. "Elijah" disse quanto più forte poteva, sperando che l'udito soprannaturale del suo Originale Elegante la sentisse.

E con suo grande stupore, lui la sentì.

Spuntò infatti pochi secondi dopo, sbottonandosi la giacca grigia e marrone che lei gli aveva regalato, e raggiungendola fino a mettersi di fronte a lei, una mano stretta intorno al collo di Jonas.

"Cosa le stai facendo? Chi sei?" chiese posizionandosi in modo da essere tra lui ed Allison, come a farle da scudo.

Jonas serrò le mascelle. "Jonas Leandro" disse a fatica.

"Elijah" mormorò Allison provando ad alzarsi, ricadendo seduta subito. "Lascialo andare, lui è mio amico."

L'Originale mollò la presa intorno al collo dell'uomo e si piegò sulle ginocchia per prendere tra le mani il viso della bella cacciatrice. "Allison" le disse sollevandole poco la testa per guardarla negli occhi. "Che ti sta succedendo?"

Lei scosse il capo, aprì la bocca per dire qualcosa ma tutto quello che riuscì a fare fu voltarsi prima che un colpo di tosse la travolgesse; sul gradino si formò una chiazza di sangue che veniva dritta dalla sua bocca.

Per Elijah fu istintivo poggiarle una mano sui capelli, poi guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa, anche se non sapeva cosa. "Freya!" urlò mentre Allison continuava a tossire, gli occhi iniettati di sangue, il viso paonazzo per lo sforzo, il corpo scosso da un tremito che neppure la sua stretta riusciva a fermare.

"Jonas" sussurrò Allison cercando di riprendere il controllo. Un sussurro che somigliava di più ad una supplica.

Fu solo allora che Jonas tornò lucido, quasi come se fino a quel momento non si fosse reso conto di quanto grave fosse la situazione. Con un gesto rapido si piegò e raccolse con due dita un po' del sangue di Allison, poi le poggiò l'altra mano sul capo e si passò le dita sporche di sangue sulle labbra.

The Family Business - The CovenWhere stories live. Discover now