Capitolo 48

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Piccola nota:
Salve wattpad!
- Dei, è da una vita che non dico questa frase - Come state?
Io, come credo avrete notato, ho avuto tanto, troppo da fare. Così... beh, Parole Attraversate è passata per qualche momento in secondo piano.
Ma ora sono qui, con un aggiornamento che credo potrebbe disorientarvi un poco. Tranquilli, niente di che, solo... Vabbè, se vi tengo qui non saprete mai cosa ho scritto, quindi passiamo alle cose serie.
La canzone che vi consiglio è "The Wrong Side Of Heaven" dei Five Fingers Of Death Punch. Personalmente, la reputo meravigliosa!
Adesso vi chiedo solo di farmi sapere cosa pensate del nuovo aggiornamento, amo leggere i vostri commenti!
Buona lettura!

"Okay... Un compito un po' meno vago ed epico, ma più semplice, sarebbe andato bene comunque" dico, alzando un sopracciglio e guardando Alex e Tom, disorientata come non credo di essere mai stata. In che senso dovrei impedire all'uomo di dimenticare? E che cosa dovrebbe restargli in mente, grazie a me? Ma soprattutto: come? Non riesco nemmeno a ricordarmi che giorno sia, in quale assurdo modo potrei impedire a qualcun'altro di dimenticare una cosa che, ne sono sicura, probabilmente non ricorderò nemmeno io?
Tom sorride improvvisamente, probabilmente divertito dalla mia espressione sconvolta.
"Non sei stata tu a chiedermi un qualche compito di vitale importanza?" domanda, ammiccando.
Arriccio le labbra: davvero vuole rigirarmi contro le mie parole? Io non lo avrei fatto. Non se fossi stata al suo posto, almeno, ma dato che ha deciso di intraprendere questa tattica, non sarò certo io ad interromperlo.
"Non ho mai detto, però, di volere un altro punto interrogativo" rispondo, mordendomi l'interno del labbro inferiore ed alzando le sopracciglia.
"E io non ti ho chiesto di pormeli, i tuoi interrogativi, se è per questo" ribatte lui, incrociando le braccia davanti al petto e scoprendo lievemente i denti.
"Tom - dice Alex, appoggiandomi delicatamente una mano sulla spalla e fissando i suoi occhi verdi in quelli dorati dell'altro - Smettila: lo sai meglio di chiunque altro che, per i nuovi Creatori, non è semplice entrare in contatto con questa nuova realtà. Anche per me non lo è stato, ricordi? Eppure, quando sono arrivato io, non hai detto niente del genere: hai risposto a tutto, senza problemi. Clare non è poi così diversa da me, almeno sotto questo punto di vista, e non ha fatto nessun male che non avessi fatto io prima di lei"
Guardo Alex che continua a fissare Tom, scatenando una battaglia di sguardi così velenosi che potrebbero intimorire chiunque.
"No, ha ragione Tom - dico, interrompendo tutto d'un tratto questo contatto - Non ha chiesto lui di avere un peso in più, non ha chiesto lui di avere qualcuno che lo sommergesse di domande già dal primo istante in cui si sono incontrati. Eppure sai una cosa: il mio desiderio di essere diversa, di poter finalmente incontrare i personaggi che amo, beh... non ho chiesto io di fare diventare tutto questo la mia nuova realtà o, almeno, non in questo modo. Quindi, rosso - giro la testa verso Tom, incrociando le braccia - Capisco la tua situazione. Smetterò di fare domande"
Quindi mi volto di scatto, la rabbia che scorre dentro di me, come se all'improvvso avesse preso il posto non solo delle altre emozioni, ma anche del sangue nelle vene.
Se Alex sapeva quant'è difficile non capire, perché non ha fatto in modo di non farmi trovare in questa situazione? Perché è stato solo Tom, fino ad ora, a rispondere alle domande che, a suo dire, anche lui gli ha posto quando era al mio posto?
"Clare - dice Alex, afferrandomi il polso destro - Ti prego, non rendere le cose più difficili di quanto già non siano"
Sospiro, quasi ridendo.
"Più difficili di così? Dubito che potrei farlo" rispondo, guardando le piastrelle grandi e scure che ricoprono il pavimento mentre mi allontano da lui, la testa che inizia a fare male per la rabbia.
Già, non potrei farlo.

Parole attraversateWhere stories live. Discover now