Capitolo 35

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Piccola nota:
Ehila wattpad!
Spero che abbiate passato bene questi due giorni!
Oggi, mentre leggete vi consiglio di sentire "Everybody's Fool" degli Evanescence, una canzone molto bella e con un significato davvero profondo.
Spero che il capitolo vi piaccia, buona lettura a tutti!

Sento il vento freddo sulla schiena, come un soffio gelido che ti raggiunge persino le ossa.
Le mani tremano, e anche le gambe, mentre mi reggo alle piccole sporgenze sul muro del palazzo.
Sono quasi invisibili, e ogni volta che riesci a trovare un nuovo appiglio hai sempre più paura di cadere.
Sento il cuore pulsare nelle orecchie, sovrastando ogni altra cosa. Solo la paura, forse, riesce ad eguagliare l'intensità.
Deglutisco, allungando verso il basso la gamba destra. Per quale assurdo motivo mi sono messa le scarpe? Non potevo lanciarle ad Alex prima di scendere? Mi domando, maledicendo la punta degli anfibi, decisamente troppo grossa e scomoda per arrampicarsi.
La suola striscia contro il muro per un tempo che mi sembra interminabile, poi, finalmente, si incastra in una fessura tra due mattoni.
Guardo il piede: se sfuggisse di lì potrei cadere in un secondo.
Perché non sono scesa dalle scale? Diamine, a quest'ora sarei già accanto a lui, con i piedi per terra.
Deglutisco e scorro con la mano sinistra verso il basso, il respiro veloce e irregolare a causa dell'ansia e dello sforzo.
Con le dita trovo una crepa tra due mattoni.
Sospiro, mentre cerco di rendere più salda la presa, quindi riprendo a scendere per un po' lungo la parete, le gambe che tremano sempre più violentemente.
Abbasso di nuovo lo sguardo.
"Dai Clare - sento dire da Alex, la sua voce che sovrasta all'improvviso il suono della mia paura - Manca poco, solo qualche metro"
Chiudo gli occhi e alzo la testa verso l'alto, quindi riprendo la mia scalata, le lacrime che bruciano in fondo agli occhi.
Non sento più le gambe dalla fatica e ormai non riesco più nemmeno a sperare di arrivare in fondo.
Sento la mia presa allenarsi e la mente abbandonare il mio corpo. Non posso pensare a quello che sta succedendo.
"Clare!" la voce di Alex mi raggiunge, mentre inizio a cadere verso il basso, pesante come un masso.
"Clare!" dice di nuovo, la voce rotta dalla paura.
Riesco quasi a vedere la mia vita che scorre davanti agli occhi. I giochi di quando ero piccola, il primo concerto a cui sono andata, durante il quale ho cantato sino a perdere la voce. Il primo anno di liceo, l'unico durante il quale ho fatto un discreto numero di presenze. La prima volta in cui ho visto Alex, in libreria, a cercare qualcosa da leggere tra gli scaffali dei miei libri preferiti. Il nostro primo incontro. Il primo bacio. I giorni passati a maledire la scuola e i professori. Il messaggio di quel giorno così apparentemente normale ma che ha segnato l'inizio di tutto questo.
Sto quasi per iniziare a piangere, ma qualcosa ferma tutto questo, di botto, in un modo così brusco da fare quasi male.
Un vento caldo che mi avvolge e mi porta verso l'alto, come se stessi camminando in salita, mentre attorno a me si alza un forte fruscio.
Inizio a ridere e piangere contemporaneamente, mentre penso a quello che sarebbe potuto succedere se non fosse successo... se non fosse successo cosa? Che cos'è questo? È così pazzesco e surreale che non riesco nemmeno a capire se sta succedendo veramente.
Il calore del vento diminuisce gradualmente e il mio corpo scende dolcemente verso terra.
"Cavolo" sussurro, il corpo che trema mentre mi rannicchio sul prato sotto alla finestra.
Sento la mano di Alex sulla schiena, le dita lunghe e affusolate che mi sfiorano i capelli.
Alzo lo sguardo verso di lui, i denti che sbattono e fanno un rumore così forte che nemmeno delle nacchere riuscirebbero a riprodurlo.
"Giuro - dico, la voce rotta dal pianto - Se osi anche pensare di farmi fare di nuovo una cosa del genere io... "
Non riesco a continuare la frase. I signghiozzi mi scuotono le spalle, e non saprei nemmeno cosa dire per continuare la frase.
"Non succederà di nuovo - dice quindi lui, scuotendo la testa - Questa è già stata una volta di troppo" conclude quindi, chiudendo di scatto il suo diario.
Mi stringo attorno al suo braccio, tremando pur essendo più tranquilla, eppure...
"Alex - chiedo - Che cosa hai fatto con il diario?"

Parole attraversateWhere stories live. Discover now