Capitolo 6

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Mi sveglio, ancora intorpidita dai sogni, sentendo qualcosa suonare.
Il telefono! Perché non l'ho spento ieri sera?
Mi alzo di scatto, riacquistando in un secondo tutte le energie.
Cerco il cellulare sul comodino e sulla scrivania, ma con scarsi risultati.
Dove l'ho messo?
Cerco nello zaino, ultimo posto plausibile. Rovisto nella tasca più grande, spostando quaderni, libri e fogli pieni di frasi e citazioni. Niente, non c'è. Guardo anche nella tasca più piccola, ormai poco convinta, ma dopo che ho spostato la trousse vedo il telefono con il display illuminato.
Sollevata, lo prendo con entrambe le mani, quindi guardo cosa c'è scritto.
Chiamata da Alex
Sfioro il rettangolo verde per rispondere, e aspetto di sentire la sua voce.
"Ehi Clare! Pensavo non rispondessi più dopo tutto questo tempo!" esordisce, ridendo.
"Scusa, è che mi sono aplena svegliata e non riuscivo a trovare il telefono. Comunque sto bene, tu?" dico, passandomi una mano fra i capelli.
"Tutto okay. Senti, ti va se ci vediamo? Alle quattro, in libreria?"
Guardo l'ora. Le 11:30 di sabato mattina.
"Certo, va bene" rispondo, spostando un paio di scarpe con un piede.
"Perfetto!" dice, contento.
"Ti va di portare anche il diario?" aggiunge qualche secondo dopo.
"Si, lo porto" dico ridendo, perché non capisco come mai me lo abbia chiesto.
"Grazie" dice, e io mi immagino le sue spalle rilassarsi. Ormai lo conosco così bene che riesco quasi a prevedere ogni sua reazione.
"Figurati" rispondo io, sorridendo.
Passano alcuni secondi di silenzio, e al telefono sono come un'eternità.
"Ti amo" dice poi Alex, facendomi arrossire.
"Anche io - dico, con un tono di voce molto più dolce di quello che uso normalmente - Ci vediamo dopo"
"A dopo" risponde Alex, chiudendo la chiamata.

Parole attraversateWhere stories live. Discover now