Cap. 13

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Marinette tornò a casa a dir poco sconvolta.

Saltò le lezioni successive, dicendo ad Alya di scusarsi con la professoressa perché si era sentita poco bene; presto avrebbe dovuto rispondere anche ai suoi genitori.

La ragazza era sdraiata a pancia in giù sul letto, stringendo il cuscino e elaborando ciò che era accaduto poco fa negli spogliatoi.

«Marinette, come ti senti?» domandò preoccupata Tikki, accarezzandole delicatamente i capelli.
«Uno schifo.» biascicò. «Mi sento come se avessi tradito Chat...» aggiunse tirando su con il naso.
«Tecnicamente, tu non hai tradito nessuno: lui ha baciato te e tu l'hai spinto via.» spiegò cercando di risollevarle il morale, ma era piuttosto difficile.
«Lo so... Ma non è quello il punto. È l'intenzione quella che mi ha fatta star male di più.»
«In che senso?»

Marinette aspettò qualche secondo prima di rispondere: dirlo ad alta voce la faceva sentire peggio. «Malgrado l'avessi spinto via, quando le nostre labbra si sono toccate, volevo che lui continuasse. Anche se solo per un secondo. La mia mente ed il mio cuore dicevano che stavo facendo un torto a Chat, ma in quel momento era come se il mio corpo volesse che Adrien fosse stato il mio ragazzo... Tikki, io ho tradito Chat in quel momento!»

Ora, le lacrime scendevano copiose, calde agli angoli degli occhi, finché non incontravano il tessuto del cuscino, ormai bagnato.

"So come già andrà a finire questa storia... Spero solo che Marinette la prenda bene..." pensò il piccolo kwami, continuando ad accarezzarle la testa, cercando di consolarla.





Chat Noir saltò sul tetto della scuola, per poi, con un agile balzo, aiutato dal suo bastone, atterrare sull'attico della stanza della sua ragazza.

«Ho combinato un vero e proprio casino. Ora Marinette odierà Adrien, odierà me.» rifletté ad alta voce, rimproverandosi.

Appena sbirciò dalla botola la vide sdraiata sul lato destro, mentre piangeva sul suo cuscino. Il suo senso di colpa aumentò.

Forzando la serratura, entrò, sdraiandosi dolcemente accanto a lei.

«Ehi Mari, va tutto bene?» domandò sfiorandole la spalla scossa dal pianto, titubante sul toccarla.
«No... Non va tutto bene...» rispose tra i singhiozzi.
«Me lo vuoi raccontare?»

La corvina si girò verso di lui, con gli occhi lucidi e gonfi, le guance arrossate e bagnate dalle lacrime.

Detestava farla piangere, e lui ne era la causa; non aveva mai odiato così tanto se stesso prima di quel momento.

«O-Oggi... abbiamo presentato le ricerche. Io e Adrien eravamo in coppia insieme, come già sapevi... –riprese a spiegare, tirando su con il naso e con la voce spezzata dal groppo che aveva in gola– so-solo che... quando ci stavamo cambiando... lu-lui si è avvicinato a me e mi... mi ha baciata...»

Ora, il ragazzo capiva la gravità della situazione.

«Io ti ho tradito Chat!» pianse cercando di asciugarsi le lacrime, incapace di guardarlo negli occhi.
«Una domanda: tu te ne sei andata o sei rimasta lì?» domandò, cercando di confortarla meglio che poteva.
«L'ho allontanato e me ne sono andata...»
«Allora non mi hai tradito. L'hai detto anche tu che l'hai spi—»
«Ma non è questo il punto!» sbottò, irata con se stessa. «La verità è un'altra...» aggiunse calmatasi. «Vedi... Adrien era il ragazzo di cui ero innamorata prima di te... e quando mi ha baciata... in un primo momento non volevo tirarmi indietro, ma è stato proprio quando le nostre labbra si sono toccate che ho capito che non era affatto giusto.» spiegò, sentendosi peggio di prima.

Amour masquéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora