Cap. 2

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Chat Noir chiuse la finestra da cui, circa un'ora fa, era uscito e annullò la trasformazione, tornando ad essere Adrien Agreste.

Il ragazzo camminò verso la scrivania, guidato dalla luce del monitor ancora acceso sulla bellissima foto di sua madre di quando aveva la sua età, abbandonandosi sulla sedia con un sospiro.

Guardò l'immagine con malinconia, come a chiederle dei consigli, siccome suo padre era troppo impegnato con il lavoro per ascoltarlo, e Nathalie era come un robot al servizio di Gabriel; non aveva nessuno con cui confidarsi.

C'era Nino, ma era pessimo nelle questioni di cuore, basti ricordare quando voleva dichiararsi a Marinette; oppure c'era Alya, ma era la migliore amica di Marinette e sicuramente le avrebbe detto qualcosa.

Marinette.

Tutto si collegava a lei; lei era il motivo per cui era così confuso.

«Che cosa strana l'amore umano.» sospirò Plagg, fluttuando fino a sedersi sulla scrivania, con una fetta di Camembert tra le zampe.
«Io non sono innamorato di Marinette!» esclamò sulla difensiva, accorgendosi solo in quel momento che il suo kwami non aveva fatto nessun nome.
«Le tue azioni e le tue guance non dicono lo stesso.» canticchiò la piccola divinità nera, azzannando il formaggio puzzolente di cui era tanto goloso.

Adrien distolse lo sguardo, sentendo il suo viso riscaldarsi maggiormente.

«Oh insomma! Non fare il finto tonto! Perché vai a trovarla tutte le sere? Perché non smetti di guardare le sue foto? Perché prima ti sei ingelosito quando quell'altro ragazzo l'ha chiamata?» chiese Plagg, fluttuando davanti al naso del suo portatore, punzecchiandogli la punta con la zampa minuscola. «Sinceramente, certe volte mi sembri uno stalker.» aggiunse ridacchiando; adorava far innervosire l'adolescente riguardo queste cose.
«Non sono geloso! È che non mi va a genio Nathaniel.»
«Perché anche a lui piace quella ragazza.»
«Si chiama Marinette.» lo corresse. «E poi, non mi interessa se Nathaniel la chiama. Non sono fatti miei.» rispose girando la sedia, dando le spalle allo spiritello nero. «Io amo Ladybug. Marinette è una mia... amica...» sospirò, sentendo una punta di amaro quando pronunciò quella parola. E lo stalker non sono io!» aggiunse alzandosi, dirigendosi verso il bagno per una doccia rinfrescante che, sperava, lo aiutasse a mettere ordine nei suoi pensieri confusi.
«L'amour.» sospirò Plagg, facendo roteare gli occhi, per poi tornare a divorare il formaggio restante.







Il giorno successivo, Marinette, Alya e Nino stavano ridendo seduti ai loro posti, aspettando l'arrivo della professoressa, quando una voce tremante chiamò la ragazza dai capelli neri, che si voltò di malavoglia.

«Ciao Nathaniel.» lo salutò, cercando di mantenere il sorriso.
«Ciao Mari, mi chiedevo se volessi uscire con me questo pomeriggio.» chiese rosso in viso, raggiungendo quasi la tonalità dei suoi capelli.
«Nathaniel, ne abbiamo già parlato...» rispose ricordando la risposta che, dopo che Chat Noir se n'era andato, gli aveva inviato via messaggio.
«Non riesci a trovare un buco per uscire con me?»
«Non posso, sono impegnata, te l'ho già detto.» esclamò, trattenendo l'esasperazione.
«Cosa devi fare? Forse ti posso aiutare.» propose, accarezzandole la guancia.

Marinette s'irrigidì al tocco, allontanandosi dalla mano del suo compagno di classe.

«I-Io...»
«Lei deve studiare con me.»

I quattro si voltarono verso la porta e videro Adrien con un sorriso innocente, che nascondeva la rabbia, stampato sul volto. «Oggi avevamo intenzione di iniziare la ricerca. Non dirmi che te lo eri dimenticato, Mari.» aggiunse scandendo bene il soprannome, sedendosi al suo posto e tenendo gli occhi su quelli del rosso in uno sguardo di finta gentilezza.
«È-È vero. Dobbiamo preparare la ricerca.» esclamò come se si fosse realmente dimenticata, cercando di nascondere la sorpresa.

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