Cap. 7

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«Per fortuna è domenica...» sbadigliò Adrien, tornando nella sua stanza dopo aver fatto colazione nel salone vuoto, come tutti i giorni. «Chissà se Marinette si sarà svegliata.» mormorò sorridendo, prendendo il cellulare con l'intenzione di scriverle un messaggio.
«E poi non dire di non essere innamorato di lei.» ribadì Plagg, appisolato sul comodo cuscino del ragazzo, stirandosi per poi trovare una posizione più comoda.
«Stai zitto.» sbottò lui, voltandosi per non far vedere la tonalità di rosso di cui si colorarono le guance. «Sai che ti dico? Andiamo a trovarla.» aggiunse rimettendo in tasca il cellulare.

Il kwami nero sbuffò, nascondendosi sotto il cuscino e urlando che non voleva lavorare di domenica, ma il suo custode non sentì ragioni e gli ordinò di trasformarlo; lo spiritello venne risucchiato all'interno dell'anello e, in un attimo, Adrien divenne Chat Noir.

Il felino saltava agile tra i tetti di Parigi, godendo della leggera brezza che gli scompigliava i capelli già ribelli, miagolando minaccioso ogni qual volta che un piccione gli si avvicinava, trattenendo uno starnuto per la sua allergia alle piume e attirando sguardi incuriositi o crucciati dalle persone che lo vedevano –o meglio, lo sentivano–

Poco dopo raggiunse la casa di Marinette, atterrando sull'attico; per sua fortuna la botola che dava sul letto era aperta e, sbirciando a testa in giù, poteva vedere la ragazza sdraiata prona sulla chaise-longue, mentre parlava in video chiamata con Alya.

Non volendola disturbare, e non volendo farsi vedere soprattutto dalla fondatrice del LadyBlog, scese sul materasso morbido, sdraiandosi come un felino in agguato e ascoltando la conversazione con estremo interesse.

«Spero che il tuo lavoro da babysitter stia andando bene: hai fatto parecchie compere da quanto vedo.» disse la mora, sbirciando dalla webcam verso la scrivania sulla quale si vedevano riposte stoffe di vari colori e dimensioni.
«Va tutto bene: Manon è un terremoto, ma è molto dolce e parecchio giocherellona.» rispose lei, ricordando quanto fosse faticoso restarle dietro.
«Ora devo andare, ci vediamo domani a scuola. E divertiti con Adrien.» canticchiò scherzosamente, facendo arrossire la sua amica, che urlò il suo nome per zittirla.

Terminata la chiamata, Marinette si alzò per sistemare le stoffe in un angolo dove non le davano fastidio, liberando la scrivania e preparando i suoi disegni da far vedere a Adrien appena sarebbe venuto a casa sua per la ricerca.

Chat Noir la guardò sistemare, sorridendo: il modo in cui tirava fuori la lingua quando sollevava un rotolo pesante e la sua sbadataggine nei movimenti la faceva sembrare una bambina quando si concentrava per fare qualcosa, riuscendo nel suo intento, ma con difficoltà.

Appena mise a posto l'ultimo rotolo, la corvina si diresse verso le scale che portavano al letto, asciugandosi il sudore dovuto anche all'umidità soffocante per la stagione primaverile, ormai giunta a metà.

«Aspetti visite oggi, Principessa?» domandò il felino, sul bordo del letto, appena il viso della ragazza fu davanti al suo, sfiorandogli il naso.

Marinette balzò dallo spavento, perdendo l'equilibrio e rischiando di cadere; per fortuna, il biondo riuscì ad afferrarle il polso prima che si facesse male.

«Chat! Ma sei impazzito?!» squittì lei, con il cuore che batteva a mille per lo spavento dato dal ragazzo e dalla quasi caduta. «Mi hai fatto prendere un colpo!» aggiunse lasciandogli la mano, ancora tremante.
«Ciò conferma il fatto che possiedo una bellezza che colpisce.» si vantò lui con un ghigno di puro divertimento.

La corvina lo guardò storto, dicendogli di spostarsi per far salire anche lei sul letto, mettendoglisi di fronte.

«Oggi viene Adrien per fare la ricerca e poi devo fargli vedere i miei schizzi dei costumi.» spiegò, rispondendo alla sua precedente domanda.
«Il tuo fidanzato?» ridacchiò lui, alzando e abbassando le sopracciglia con sguardo furbo.
«Finto fidanzato.» lo corresse, cercando di non arrossire.

Amour masquéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora