Cap. 9

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Marinette era incapace di distogliere lo sguardo dal fisico di Adrien.

Lo aveva già visto sulle riviste mentre posava in costume da bagno, ma poterlo ammirare dal vivo era tutt'altra cosa!

Aveva le spalle abbastanza larghe, il torso iniziava con il petto definito e terminava con addominali ben visibili, ma non troppo marcati; la V, visibile ai lati, era interrotta dall'elastico dei boxer –di marca "Agreste"– che sbucava dai jeans. La pelle leggermente abbronzata era lucida per il sudore, dovuto alla temperatura afosa nella stanza, malgrado le finestre aperte.

Tutto era assolutamente proporzionato e perfetto.

Lui era perfetto.

«Sai come si prendono le misure, vero?» domandò divertito il ragazzo, risvegliandola dai suoi pensieri.
«C-Certo che le so prendere!» sbottò lei, offesa.

Adrien ridacchiò, guardandola con sfida.

La ragazza si spostò verso il lato destro del modello, dicendogli di stendere il braccio per misurare la sua lunghezza e la circonferenza, segnando le misure su un foglio.

La corvina sentiva quanto fossero sviluppati i muscoli, anche se rilassati; a quanto pare le sue braccia erano così muscolose per via dello scherma o di altri allenamenti che faceva per mantenere una figura perfetta, e si chiese perché coprisse i bicipiti con una camicia.

Finito di segnare le misure delle braccia, si mise davanti all'adolescente e, dopo aver calcolato anche la lunghezza del busto, che andava dalle scapole alla vita, era il turno di misurare la sua circonferenza.

Iniziò dall'addome, dove si trattenne, dal toccare e dal fissare troppo i suoi addominali duri e contratti; poi salì per il petto, frenando le mani dall'accarezzarlo.

Il battito del cuore di Marinette era veloce da quando il ragazzo davanti a lei si era spogliato della maglietta, mettendo in mostra tutto quel ben di Dio, e non aveva dato cenno di calmarsi.

La pelle di Adrien era calda e morbida, e ogni volta che lo toccava con le dita fredde gli faceva venire un po' di pelle d'oca e faceva contrarre leggermente i muscoli.

Il tremolio delle sue mani peggiorò, facendole scivolare più volte il metro da sarta e facendola sbuffare, un po' per l'esasperazione, ma soprattutto per cercare di calmarsi.

Il biondo ridacchiò alla goffaggine della ragazza, prendendole dolcemente le mani per tranquillizzarla; la corvina alzò lo sguardo, incontrando i meravigliosi occhi verdi dell'adolescente, che la guardavano con uno strano luccichio che nascondeva il desiderio.

Desiderio che aveva già visto in un altro paio di occhi qualche sera fa, anche se più evidente: quelli di Chat Noir.

Adrien cercava di nasconderlo anche in quel momento, ma Chat no, lui mostrava le sue emozioni alla sua principessa senza problemi, lasciando parlare soprattutto gli occhi; infatti, capiva sempre quando qualcosa non andava, ma Adrien –sull'argomento sentimentale– era ancora un mistero per lei.

Almeno fino a quel momento.

«Mari, rilassati.» disse con voce bassa e suadente, mettendole un dito sotto il mento per sollevarle il viso.

Il ragazzo era più alto di lei di una ventina di centimetri, tanto che, Marinette, dovette mettersi sulle punte e appoggiarsi con il corpo a quello di Adrien, godendo del calore che si propagava dal petto muscoloso, alle sue mani fredde e fino al suo sistema nervoso.

«I-Io so-sono tra-tranquilla, solo c-che no-non sono a-abituata ad avere ra-ragazzi mezzi nu-nudi in camera mia.» balbettò in un sussurro, sparando lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra.

Amour masquéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora